Sanremo 2019 (prima serata): opinioni, commenti e polemiche

Sanremo 2019, come è andata la prima serata?

Benvenuti alla 69° edizione del Festival di Sanremo, il Baglioni Bis, che quest’anno parte con buoni ascolti, ma in calo rispetto all’edizione dell’anno scorso, con la quale pare non reggere il confronto.

Una serata eterna durata 4 ore e mezza, ma anche scandita da un certo ritmo: dalla sigla di inizio alla prima canzone in gara passano meno di 10 minuti, un record rispetto a ciò al quale il festival ci ha abituati in passato. Era però inevitabile: 24 canzoni in gara, tutte da far ascoltare in prima serata.

Sanremo 2019: la gara

Alle 20.47 va in onda la sigla dell’eurovisione: Claudio Bisio, Claudio Baglioni e Virginia Raffaele cantano sopra una pedana “Voglio andar via”, mentre un nutrito corpo di ballo occupa la scena sul palco. Il trio scende la scalinata in religioso silenzio: la tensione è palpabile. “Questo è il festival dell’armonia“ – rompe il silenzio Baglioni.

L’Ariston sembra enorme poiché Francesca Montinaro ha posizionato l’orchestra in fondo ricavando spazio sul retro e dando profondità al palco.

Inizia Sanremo 2019, non prima di aver salutato una delle personalità più eminenti sedute in prima fila. Se pensate al sindaco di Sanremo o al direttore di Rai 1 vi sbagliate, è Valeria Marini.

Il primo in gara è Francesco Renga con “Aspetto che torni”, scelto non a caso per l’apertura: il suo sembra un autoplagio, non delude mai le aspettative, ma ha potenza vocale e una bella padronanza di scena. Subito dopo Livio Cori e Nino D’Angelo insieme cantano “Un’altra luce”, un pezzo difficile costruito sul rapper napoletano (è lui o non è lui Liberato?), a cui D’Angelo cerca di stare dietro, ma su delle tonalità a lui non congeniali.

Altro discorso per Nek, che arriva sul palco più potente e rock che mai con una ballata elettropop destinata a diventare un tormentone. Nel frattempo le polemiche sull’audio iniziano a scatenare il malcontento, sembra un concerto in Tv piuttosto che un Festival, e il web si scatena: “L’audio è peggio di quello dei collegamenti dall’Honduras per l’Isola dei Famosi”. Tutto prosegue bene.

La canzone dei The Zen Circus è la prima con una scenografia: bandiere, tamburelli, giacche di pelle e chitarre. La prima canzone politica della serata, un testo difficile e senza pause che si entusiasma solo nel finale.

Dopo quattro esibizioni non memorabili arrivano Il Volo, salutati con un grandissimo applauso. Ci credono molto, si vede dagli sguardi convinti: “Siamo musica vera che resta”, cantano.

La prima donna sul palco di Sanremo 2019 è Loredana Bertè, con una gonna rock cortissima e una performance passionale.

Arriva poi uno dei momenti più attesi del Festival di Sanremo 2019: l’esibizione di Andrea Bocelli, che dopo il duetto con Baglioni, cede il “chiodo” al figlio Matteo, augurandogli buona fortuna con “l’onestà e lo spirito di sacrificio che spero di averti insegnato”, gli dice.

Bocelli Junior conquista tutti con una potenza vocale e un’eleganza che incanta l’Ariston. La gara riprende con Daniele Silvestri: un pezzo duro cantato da dietro un banco di scuola, un pugno allo stomaco anche grazie al contributo del rapper Rancore. Non passa inosservato.

A seguire il monologo di Bisio, che ironizza sul caso migranti-Baglioni. “Vi stupisce che faccia politica? Ma lui è un sovversivo da sempre, un anarchico. ‘Passerotto non andare via’ è un invito ai migranti a restare , è stato lui a fargli venire l’idea.” E via così, interminabilmente fino allo scivolone finale: “Loro non ci pensavano proprio, stavano belli lì con il pentolone a cantare hakuna matata”, frase che ha suscitato non poche polemiche, per essere un monologo anti-razzista.

Un po’ di freschezza arriva da Shade e Federica Carta, un pezzo radiofonico, abbastanza tradizionale.

Ultimo non smentisce se stesso, anche se nell’ultimo anno ci ha abituati troppo bene. La canzone è intensa, ma non brilla. Attesissimo il ritorno di Pierfrancesco Favino, che spazza via Bisio con il suo talento, fluidità, scioltezza. Tutti si chiedono: perché non resti? Mette in piedi uno sketch con Virginia: lei si veste da Mary Poppins, lui da Freddy Mercury e dietro di loro le suore di Sister Act. Non è la gag dell’anno, ma sono fatti l’uno per l’altra.

Riprende la gara: Paola Turci con un’interpretazione convinta e convincente e Motta con “Dov’è l’Italia”, che arriva sul palco con il rumore delle onde del mare. I Boombadash (“Ma chi?”) ci fanno ballare e portano sul palco il buon umore con un reggae pop piacevole.

A metà della gara, il trio di conduttori gioca a fare la famiglia Adams, non prima di aver salutato i Casamonica. Altro scivolone per Virginia Raffaele.

Eccolo, il momento più imbarazzante del Festival di Sanremo 2019 (si spera): l’immagine di Patty Pravo con Briga  ferma e in silenzio sul palco dell’Ariston a causa di un problema tecnico. Dal pubblico si sente “Ao, bella sta canzone” e lei risponde: “Sono venuta a cantare o a fare una passeggiata?” – ironizza, ma non troppo.

Uno dei momenti più sentiti della serata è probabilmente l’omaggio a Fabrizio Frizzi il giorno del suo compleanno. “Ricordo il suo curioso, bizzarro e ingenuo sorriso” e il pubblico si alza in piedi. Torna sul palco del Festival Simone Cristicchi con “Abbi cura di me”, una canzone delicata, nel testo e nell’interpretazione, resa più emozionante dal primo piano sul suo volto espressivo.

Achille Lauro, per sua sfortuna, arriva sul palco dopo una strepitosa e impeccabile (come sempre) Giorgia. Sembra un alieno sulla scena, un testo a metà tra rock e trap pieno di citazioni messe lì a casaccio. Dopo, Arisa con una melodia classica cantata con una voce perfetta e i Negrita con “I ragazzi stanno bene”, un pezzo coerente con la loro storia.

A interrompere la carrellata di canzoni questa volta è Claudio Santamaria, che dopo una gag con gli altri due Claudio, si presta a un numero musicale sulle note della “Vecchia fattoria”, un omaggio al quartetto Cetra attivo negli anni Quaranta. “S’è fatta una Cetra” esordisce la Raffaele. Si muore dal ridere. Quanto dura?

Arriva Ghemon sul palco e viene inquadrato un orchestrale addormentato. Un peccato perché è una bella ballata soul e lui è uno dei più bravi in circolazione.

Arrivano di seguito i due vincitori di Sanremo Giovani, Einar e gli Ex-Otago. La prima è una semplice canzone d’amore, senza infamia e senza lode, la seconda, pure, ma forse più matura. Le ultime canzoni in gara vengono presentate senza pubblicità in mezzo.

Anna Tatangelo canta una canzone tagliata su di lei, nel bene e nel male. Il testo di Irama racconta una storia di violenze. Tutto molto scenografico, con qualche problema nell’esecuzione.

Nigiotti invece convince con una ballata semplice interpretata in maniera emozionante: sarà una rivelazione in classifica.

Termina all’alba dell’una di notte Mahmood con un pezzo coraggioso e contemporaneo.

Sanremo 2019, commenti e polemiche: andrà meglio la seconda

Sicuramente il premio di questa edizione di Sanremo 2019 è la diversità di generi: rock, soul, rap, r’n’b, pop a fare da contorno alla canzone melodica tradizionale. Duccio Forzano ha trovato soluzioni efficaci di visualizzazioni delle canzoni , ora con sovraimpressioni, o tecniche notevoli o con il light design.

Colpisce  la grafica giovanile a dimostrazione di un linguaggio più aperto alla modernità. Grafica che però non ha mancato di scatenare polemiche: l’artista Alessandro d’Aquila rivendica i suoi ritratti senza volto usati per la presentazione degli artisti e propone di boicottare Sanremo 2019 con gli hastag #boicottaSanremo, #plageRai. Polemiche anche sulla standing ovation per Fabrizio Frizzi a Sanremo: “Ma in tanti anni non gli è mai stato proposto di presentarlo”, dice su Twitter la showgirl Lorella Cuccarini, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.

Polemiche a parte, la musica c’è, ma lo spettacolo manca. Il trio formato da Baglioni, Bisio e Raffaele pare subito rigido, emozionato e poco amalgamato: due comici e un cantante, nessun conduttore puro. Si sente. E si vede. Baglioni rispetto all’anno scorso si vede meno. Ripropone se stesso duettante e poco convincente negli spazi televisivi puri. La voglia di uscire dalle sue imitazioni e mostrare il suo talento diventa un limite per Virginia Raffaele, che senza trucco e parrucco rende la metà. Bisio non si scioglie, non graffia, non aggiunge nulla. Le gag sono deboli, viste e straviste, e questo diventa un problema, data l’assenza di altri spazi televisivi.

Vedremo se è l’effetto della maratona delle 24 canzoni in una serata, probabilmente non proprio un’idea geniale.

Foto da:

https://www.termometropolitico.it/1338770_2019-02-06-festival-di-sanremo-2019-date-ospiti-cantanti.html

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