Sfera Ebbasta non è l’artista italiano di punta: perché?

Perchè Sfera Ebbasta non è l'artista che ha venduto di più

Sfera Ebbasta è l’artista italiano che ha venduto di più degli ultimi 10 anni.

Così titolavano moltissimi articoli comparsi su diverse riviste musicali degli ultimi mesi.

Ok lo straordinario successo di Sfera Ebbasta, ok l’incredibile lavoro di merchandising che c’è dietro le sue ultime pubblicazioni, ma addirittura arrivare a superare in vendite di artisti come Jovanotti, Tiziano Ferro, Vasco Rossi (insomma persone che negli ultimi anni hanno riempito stadi), è un qualcosa di quantomeno sospetto.

Controllando nel dettaglio la metodologia utilizzata per l’attribuzione delle vendite ci si rende conto che il sospetto è più che fondato, anzi, sarebbe opportuno dire anche che i titoloni relativi alle vendite degli artisti negli ultimi  2/3 anni sono decisamente fuorvianti.

Innanzitutto, risulta necessario specificare chi si occupa della gestione di questi numeri.

La suddetta gestione è appannaggio della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), società che attraverso dei precisi modelli (che verranno a breve illustrati)  valuta il numero di copie vendute per ogni artista relativo sia ai singoli che agli album.

La FIMI è anche la società che si occupa della attribuzione dei famosi dischi d’oro, di platino e di diamante, e quindi è inevitabilmente anche la società che fissa il numero di copie necessarie per potersi forgiare dei suddetti titoli.

A causa della diffusione capillare dello streaming, il numero di copie fisiche vendute è però sceso drasticamente; motivo per il quale le vendite necessarie per ottenere un disco d’oro oggi sono lontane anni luce da quelle del passato.

Per dare un’idea: prima del 1974 l’oro equivaleva ad un milione di copie, il platino a 10 milioni. Negli anni ’80 ci fu un primo collasso dell’industria discografica che portò l’oro ad essere attribuito per 250 000 copie ed il platino per 500 000. Oggi l’oro viene attribuito per 25 000 copie e il platino per 50 000.

Per arrivare alla determinazione delle copie però il percorso è un po’ più tortuoso di quello del passato. La FIMI infatti nel 2019 ha pubblicato una nuova nota metodologica, facilmente consultabile sul suo sito ufficiale. Nella nota è specificato in che modo vengono conteggiati i risultati in termini di vendite degli artisti. Il numero di  copie vendute è ottenuto sommando il numero di copie fisiche, di quelle digitali e il numero di ascolti realizzati tramite gli abbonamenti streaming.

E in che modo si tiene conto degli ascolti sulle varie piattaforme streaming? Dalla nota metodologica emerge che il conteggio viene effettuato considerando gli ascolti solo su servizi streaming in abbonamento premium, quindi sono esclusi tutti gli streaming gratuiti. Una volta fatto ciò si sommano gli ascolti relativi ai singoli brani di ogni disco, il numero ottenuto sarà diviso per un conversion rate di 1300, necessario per uniformare gli ascolti streaming alle copie vendute.

L’unica eccezione è rappresentata dal caso nel quale c’è un disco che presenta un’unica traccia che ha più del 70% degli stream dell’intero album, in questo caso la traccia viene scartata per poter favorire una stima relativa all’ascolto dell’intero album e non di un singolo.

Quindi, per fare un esempio: un artista pubblica un disco e decide di caricarlo online (per facilità si ipotizzi che decida di caricarlo solo su Spotify). Si suppone che il disco abbia 10 tracce, ognuna delle quali riceve 1300 ascolti. Essendo 10 le tracce, gli ascolti totali saranno 10×1300=13000. Ora, dividendo questo numero per 1300 si ottiene 10.

Ecco, per la FIMI l’ipotetico artista ha venduto 10 copie tramite i servizi streaming. Risulta evidente quindi come questo dato stravolga enormemente le cifre favorendo in termini di vendite gli artisti che hanno pubblicato dischi negli ultimi 2 anni e mezzo.

Le testate che riportarono Sfera Ebbasta come artista che ha venduto di più negli ultimi 10 anni consideravano la somma delle “vendite” streaming e di quelle fisiche di dischi e di singoli. Inoltre dando uno sguardo invece alla classifica relativa alla sola vendita dei dischi l’artista scivolerebbe direttamente dalla prima alla trentesima posizione, come riportato da recensiamomusica.com.

Se volessimo invece valutare (affidandoci alle moderne metodologie) chi ha venduto di più nell’ultimo anno, anche in questo caso il “primo premio” non andrebbe a Sfera, nonostante la mastodontica operazione commerciale condotta con Famoso. Il disco di maggiore successo l’anno scorso è stato Persona di Marracash.

Stando alle stime della FIMI ha venduto (secondo i moderni standard) 200 000 copie (quindi 4 volte disco di platino), Famoso al momento si è fermato a quota 100 000 (2 platini). È giusto ricordare che al momento è più facile che salgano i numeri dell’album di Sfera Ebbasta rispetto a quello di Marracash, dato che il primo è un disco uscito alla fine del 2020, mentre il secondo è di fine 2019; ma è anche vero che, considerato esaurito ormai l’hype iniziale, è molto difficile che riesca a colmare un gap ad oggi nettissimo.

Insomma come spesso accade, i dati a seconda della prospettiva con la quale vengono letti possono dare indicazioni completamente differenti.

Che si parli di politica, di economia o di musica è sempre fondamentale comprendere l’origine del dato. Questo è (e sarà sempre) l’unico modo per poterne estrapolare un significato.

Fonte Immagine: optimagazine.com

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A proposito di Adriano Tranchino

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