The King and I, il re del rock’n roll incontra il re del rap

The King and I

The King and I, la musica rap di Eminem e Cee Lo Green omaggia il rock and roll di Elvis Presley nel film di Baz Luhrmann.

Il potere della musica è quello di oltrepassare i confini storici del suo tempo per divenire immortale, così un artista può influenzarne un altro o un’intera generazione. Molto spesso capita che ciò avviene all’interno dello stesso genere musicale (per esempio nel rock, dove i Black Sabbath influenzarono i Nirvana, oppure nel pop con Madonna e Lady Gaga) o tra generi diversi (l’ispirazione del cantante pop Michael Jackson è stata la musica funk di James Brown). Lo scorso giugno è uscito nelle sale cinematografiche il film Elvis, diretto dal regista australiano Baz Luhrmann (il quale aveva diretto Romeo+Juliet, Moulin Rouge! Australia e Il Grande Gatsby), un autore che ama mescolare la musica e lo stile barocco nelle sue pellicole.

Il film, che vede Austin Butler e Tom Hanks nei panni di Elvis Prisley e del Colonello Tom Parker, è presente nell’elenco degli Oscar del 2023 e  vanta anche di una colonna sonora molto ricca. Oltre alle canzoni di Elvis, ci sono quelle eseguite da altri artisti contemporanei. La  più interessante è The King and I, un brano rap di Eminem e Cee Lo Green dove omaggiano il rock and roll degli anni Cinquanta.

Butler e  Luhrmann, in diverse dichiarazioni riportate dalla rivista culturale EW, hanno sottolineato come Elvis possa essere considerato un modello per molti artisti di oggi, nonché un’ispirazione musicale per i generi attuali. La musica di Presley era il rock and roll, un genere degli Stati Uniti meridionali che combinava i ritmi dei bianchi (il country dei cowboy) e la musica nera (lo swing, il blues e il jazz degli ex-schiavi di colore). Il ragazzo di Memphis era anche un’icona di ribellione giovanile contro i costumi dell’epoca (il film pone l’accento anche su questa questione), esisteva già negli anni Cinquanta un “Elvis punk” prima della nascita di tale sottocultura in Inghilterra  (avvenuta negli anni Settanta). Un ragazzo ribelle accusato di muovere il bacino (da qui il soprannome “Elvis the Pelvis”) e di imitare i movimenti degli afroamericani,  in un’America dove era ancora presenta la segregazione razziale. Insomma, Elvis fu accusato di essere un bianco che rubava la musica della comunità nera.

Esattamente quaranta anni dopo, un altro artista bianco (stavolta originario di Detroit) portò alla ribalta la musica dei ghetti. Si tratta di Marshall Bruce Mathers  III, conosciuto con il nome d’arte di Eminem.

The King and I: cosa accomuna il cantante di rock and roll del Tennessee con il rapper di Detroit?

Con The King and I, il ragazzo di Memphis incontra quello di Detroit, un dialogo generazionale che descrive l’America degli ultimi due secoli. Eminem ed Elvis hanno molto in comune.

Ambedue sono bianchi e sono cresciuti nei quartieri poveri delle loro città, i ghetti dove la stragrande maggioranza degli abitanti è di etnia afroamericana. Proprio la musica nera ha ispirato i due futuri artisti. Elvis amava il blues e il soul, aveva uno stretto legame con il musicista soul B.B. King ed era ispirato  dalla cantante gospel Sister Rosetta Tharpe; invece, Eminem si è nutrito di musica hip-hop dei bassifondi (nata dall’evoluzione dei ritmi R&B, funk e blues nelle metropoli) e ha lanciato sulla scena mondiale alcuni rapper, tra cui 50 Cent (Marshall Mathers  appare brevemente nel videoclip di In da Club).

Anche Cee Lo Green, rapper afroamericano che ha collaborato con Eminem per questo pezzo, ha descritto  Elvis come suo modello tramite un post su Instagram. Il rapper reputa quello di Luhrmann il miglior film biopic e musical che abbia mai visto dai tempi di Bohemian Rhapsody; inoltre, lo stesso Ceelo Green afferma di essere fiero di aver contribuito alla colonna sonora con The King and I, perché il film omaggia le sue radici del Profondo Sud.

Una vicenda che unisce due personalità artistiche originarie di epoche e realtà diverse. L’America di Elvis era quella tra gli anni Cinquanta e Settanta, un paese in pieno fermento, a causa di grandi rivoluzioni sociali (il fenomeno degli hippies, i Black Panthers, lo scontro tra Malcom X e Martin Luther King), culturali ed economiche (l’imminente fine del Sogno americano) e politiche (la Guerra in Corea, in Vietnam e il disgelo con l’URSS). Invece, Eminem raccontò l’America dopo il 1989: la finta sicurezza degli anni Novanta dopo la fine della Guerra Fredda, la questione sociale mai affrontata e risolta, l’inutile conflitto in Afghanistan e Iraq (il musicista attaccò più volte il presidente Bush durante un suo freestyle) e l’arrivo della pandemia di Covid-19.

Nonostante le epoche diverse, il “re del rock and roll” e il “re della musica rap” condividono le stesse origini, la stessa passione per la musica afroamericana e la stessa volontà di battersi per i diritti. The King and I è un esempio del potere della musica e di come essa possa superare le barriere spazio-temporali e generazionali; anche le nuove generazioni (tra le quali Eminem vanta moltissimi fan) possono ascoltare e apprezzare il leggendario musicista di Memphis.

Fonte immagine di copertina: foto di Wikipedia Commons 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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