Varanasi – EP post-punk dei Varanasi: Intervista

Varanasi

Il 15 novembre 2019 è uscito l’EP Varanasi della band omonima, composta dagli ex Japan Suicide: Stefano Bellerba (voce, chitarra), Matteo Bussotti (batteria), Matteo Luciani (basso), Leonardo Mori (tastiere, synth), Saverio Paiella (chitarre). È stato registrato presso la Distilleria – produzioni musicali, con la produzione di Maurizio Baggio. Quattro i brani inclusi: La Grande Onda, Mishima, Rosemary’s Baby, 1978. Di questi Rosemary’s Baby è un inedito, gli altri sono brani già editi e nuovamente registrati. Nell’album si alternano sonorità diverse, cupe e lente in La Grande Onda, esclusivamente strumentale, ritmate e quasi sognanti in Mishima e Rosemary’s Baby per finire con quelle cupe e synth di 1978. Contributi con sfumature diverse, seppur legati al post-punk che contraddistingue la band e che rendono interessante l’ascolto dell’EP. In occasione dell’uscita del disco abbiamo intervistato i Varanasi.

Come è avvenuto il passaggio da Japan Suicide a Varanasi?

Come Japan Suicide abbiamo pubblicato quattro album in dieci anni di attività; soprattutto dal 2015 con “We die in such a place” abbiamo cominciato a suonare con continuità all’estero e ad avere soddisfazioni in termini di riconoscimento. Allo stesso tempo ci siamo mossi in un genere piuttosto definito, cercando la nostra “voce”, e pensiamo di aver in un certo senso dato un contributo compiuto con quella che consideriamo una sorta di trilogia: We die in such a place, Santa Sangre (con alcune contaminazioni psichedeliche) e Ki. Il cambiamento riflette sia una curiosità musicale verso altre direzioni che pensiamo avrebbero stonato nei Japan Suicide, oltre al passaggio all’italiano, e sia un’esigenza più pratica per quanto riguarda la vita e la gestione di una band.

Video dal canale YouTube ufficiale dei Varanasi

Perché la scelta di fare un album con un inedito (Rosemary’s Baby) e tre pezzi già editi e nuovamente registrati (La Grande Onda, Mishima, 1978) e non con soli inediti?

L’ep è stato pubblicato come prova di transizione. Oltre a Rosemary’s Baby avevamo altri brani sui quali non eravamo del tutto convinti e che poi abbiamo anche scartato per il nuovo disco sul quale stiamo lavorando. Mentre per esempio 1978 è un brano che ci è molto caro, e insieme con gli altri due che abbiamo tratto dal recente Ki, forma un buon compendio della nostra musica.

Come mai questi titoli per i brani (un libro horror, una xilografia giapponese, un discusso personaggio nipponico e un anno importante nella storia italiana recente)? Quali i temi dei brani?

Rosemary’s Baby è una storia che affronta la paura della perdita e del cambiamento, sul piano personale e in parte sociale. Il titolo è stata una coincidenza fortuita nata dal cantato improvvisato, ma rispecchia il lato negativo del testo e l’ambiguità del desiderio di voltare pagina e l’ossessione che ti trattiene dal farlo. Il cambiamento e la novità sono tanto inevitabili quanto spesso spaventosi. A Mishima è dedicato il nostro ultimo lavoro come Japan Suicide, la sua figura è parecchio complessa e racchiude in sé il conflitto tra la modernità e la tradizione, tanto nell’arte quanto nella sua vita, anche politica. Un altro grosso conflitto, tra individuo e società, è rappresentato simbolicamente nella data 1978, che oltre agli eventi italiani si interroga su come come concepiamo la vita insieme in termini di società. E come si vede è un tema eterno, la “storia” non è affatto finita.

C’è un filo conduttore che lega i brani tra loro?

A livello testuale il filo conduttore può essere come detto il conflitto nelle sue varie forme, sebbene non vi sia stata una scelta a monte in tal senso. Mentre ci abbiamo pensato a livello musicale, mettendo assieme dei brani che dessero una buona sintesi della nostra produzione passata e un indizio di quella futura.

Francesco Di Nucci

Fonte immagine: agenzia stampa Volumeup

Altri articoli da non perdere
Concerto del Primo Maggio a Roma: cosa sapere sulla nuova edizione

L’attesa è ormai finita: il concerto musicale più atteso dai cittadini romani (e non solo) è ormai qui. Torna in Scopri di più

Canzoni dei Black Eyed Peas: 3 da ascoltare
canzoni dei Black Eyed Peas da ascoltare

Sei alla ricerca di brani hip hop alternative da aggiungere alla tua playlist? Ecco 3 canzoni dei Black Eyed Peas Scopri di più

Clio and Maurice: voce e violino al servizio della modernità
Clio and Maurice

Clio and Maurice sono un duo voce e violino composto dalla cantante soul Clio Colombo e dal violinista Martin Ni Scopri di più

Canzoni di Lea Michele: 4 da ascoltare
Canzoni di Lea Michele

Lea Michele Sarfati è un’attrice, cantautrice e ballerina statunitense, celebre per il suo ruolo nella serie tv Glee dove ha Scopri di più

Agnese Contini dialoga sul suo nuovo brano Desert Earth
Agnese Contini

Agnese Contini, con il suo brano Desert Earth, intende offrire una riflessione che pone l'accento sui disastri ambientali che stanno Scopri di più

Ferruccio Quercetti debutta come solista: Almost Mine
Ferruccio Quercetti debutta come solista: Almost Mine

Recensione del concept album di Ferruccio Quercetti, Almost Mine: The Unexpected Rise and Sudden Demise of Fernando (Part 1) Ferruccio Scopri di più

A proposito di Francesco Di Nucci

Studente, appassionato di musica e libri.

Vedi tutti gli articoli di Francesco Di Nucci

Commenta