VEA: alla ricerca della verità mai saputa

vea

Perché in fondo è proprio questo: sapere chi siamo davvero. Ma l’abbiamo mai capito? Probabilmente è il viaggio di una vita ed è ancora più probabile che una vita non basta. Valeria Angelotti, in arte VEA, affronta questa chiave di lettura in questo nuovo bellissimo disco dal titolo “Sei chi non sei” già arricchito dal video del singolo “Esplosa” ma che oggi torna in scena con un altro estratto: “L’esatta combinazione”. E anche in questo caso, come ormai ci ha spesso abituato la cantautrice ormai torinese d’adozione, la qualità delle idee è ben accolta da una resa sempre efficace. Come i suoni che davvero accarezzano tutto il disco scansando lo spettro del già sentito ma vestendo il tutto di grandissima personalità. Cose semplici… le piccole grandi bellezze della nuova musica italiana.

 

Nuovo video e nuova voce a questo disco di VEA. Alla fine dei conti, chi sei?

Bella domanda! Forse non ho ancora finito i conti e non posso rispondere. Le canzoni più che definire interrogano, quindi la ricerca è ancora in atto. Ma, soprattutto, spero che interroghi tante altre identità e che la domanda possa essere a risposta multipla.

 

E restando sul tema: quanto VEA somiglia a Valeria Angelotti?

Moltissimo, ma Valeria Angelotti suona troppo “brava ragazza” dalla vita meno movimentata rispetto a quella di VEA. Diciamo che VEA è il lato blu di Valeria e Valeria è il lato grigio di VEA, senza dare al grigio una connotazione negativa o spenta…

 

Perché l’idea della morte? Che rapporto hai con la morte? Certamente qui l’allegoria è scherzosa… ma forse dietro le righe c’è altro vero?

La morte è un evento della vita con cui ho fatto i conti molto presto. Ho perso il mio primo amore quando eravamo molto giovani e da quel momento non sono più stata la stessa. Ma questo dolore di sottofondo che mi accompagna da metà della mia esistenza,  ha generato una consapevolezza che non so spiegare…magari è ciò che mi ha permesso di giocare con la mia morte e renderla un momento divertente. Forse nel video si può cogliere tra le righe la sensazione di leggerezza che provi quando molli gli ormeggi: ci sono delle parti di noi che muoiono per sempre, perchè ci trasformiamo e, quando ne sei consapevole, percepisci un senso di sollievo paragonabile alla pace che immaginiamo accompagnare la fine della vita…

 

E con il mare? Che bello se ovunque ci fosse il mare… noi che a Napoli lo abbiamo sempre a due passi…

Ho imparato a nuotare tardissimo, a 17 anni. Fino a pochi anni fa, per me il mare era soltanto la rottura di palle della spiaggia affollata. Poi un giorno tutto questo è cambiato, ci siamo parlati, scendendo nelle profondità reciproche…per questo ci sono ben due canzoni in tema nel disco. Prima non è mai successo e adesso devo frenarmi dal citarlo continuamente!

 

La bella canzone d’autore oggi sembra davvero essere sempre messa in secondo piano. Le grandi hit sono altre e non certo si parla di qualità (troppo spesso). Cosa ne pensi? Perché noi pensiamo che dischi come questo dovrebbero stare al posto di molti altri famosi…

Grazie davvero per la grande considerazione, è emozionante. Questo è un discorso molto lungo, perchè bisognerebbe intanto capire cosa possiamo definire canzone d’autore oggi e che cosa vuol dire “bella”. Però non giriamoci troppo intorno: a mio avviso, in generale, c’è davvero scarso interesse per la musica. Chi ascolta i dischi senza metterli su come mero sottofondo di qualsiasi altra cosa che scorre? Chi scende di casa ad ascoltare gli artisti della sua città con curiosità e passione? Siamo pochi. Certo è che se dai vertici ci dessero una mano…non sarebbe male! Il motto potrebbe essere: + Cristina Donà – finto reggaeton.

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