“Apice” di Valeria Laureano, il racconto di storie perdute attraverso la fotografia

Apice Valeria Laureano

Apice, antico borgo del beneventano, in parte abbandonato in seguito al sisma che colpì l’Irpinia nel 1962 e poi interamente distrutto da quello del 1980, ricostruito e narrato attraverso la mostra fotografica ideata ed elaborata da Valeria Laureano, giovane e talentuosa artista fotografa napoletana. Un racconto denso di nostalgia, fatto di sguardi, paesaggi, volti e luoghi scoloriti dal tempo, che prende vita con le foto ritrovate degli abitanti e i negativi prodotti dalla fotografa e impressi su lastre di vetro. Incerta l’origine del nome del borgo: secondo alcuni riconducibile a Marco Apicio incaricato dal senato di Roma di distribuire alcune terre del Sannio, secondo altri derivato invece dalla parola latina “apex”, ad indicare la sua collocazione in cima ad una collina. Ad ogni modo, di Apice vecchia non resta più nulla, se non la possibilità di rivivere quell’atmosfera perduta nel suggestivo viaggio di immagini proposto dall’artista.

Valeria Laureano: l’importanza del ricordo e della memoria

Appassionata di fotografia fin da bambina, Valeria Laureano, dopo una laurea in arti visive, musica e spettacolo conseguita al DAMS di Fisciano, frequenta un Master triennale di fotografia presso la Scuola Romana di Fotografia di Roma, diretta da Angelo Caligaris. Il ricordo e la memoria sono i suoi temi ispiratori, poiché le permettono, in realtà, di viaggiare dentro se stessa. L’artista racconta di essere sempre stata affascinata dai borghi antichi, dalla loro storia e dalle loro leggende. Guidata dall’esigenza di scoprire quanto il passato ha sepolto, Valeria durante le sue ricerche ad Apice, si imbatte in un negozio di bare sul cui retro ritrova lastre di vetro, negativi medio formato, negativi 35mm: i ritratti degli abitanti di allora sembrano riprendere vita e trasmettere la loro eternità. Accostando a questi reperti negativi di luoghi e paesaggi realizzati da lei stessa, l’artista si accorge che quel vecchio villaggio sembra rianimarsi davanti ai suoi occhi, pur sempre con quel velo di malinconia che sovrasta il paese. Decide così di provare a ricostruire la narrazione di quella quotidianità sepolta in un’esposizione aperta alle più varie interpretazioni. Interessante è la possibilità di ripercorrere, sempre secondo la personale chiave di lettura di ciascuno, le storie di ogni singolo personaggio osservando orizzontalmente le immagini, oppure la possibilità di catalogare le fotografie se osservate in senso verticale. Questa molteplice leggibilità restituisce ciclicità e un senso di rinascita a quei volti e a quei luoghi abbandonati.

Il progetto “Apice” ai Magazzini Fotografici di Napoli

Il progetto, dopo aver riscosso grande successo all’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo (Brasile), è stato inaugurato venerdì 8 giugno 2018 alle 19 a Magazzini Fotografici, in via San Giovanni in Porta 32 a Napoli, per concludersi il 21 luglio. Curatrice e consulente dell’esposizione è Roberta Fuorvia, coordinatrice italiana della prima edizione di European tour organizzato da Photo Workshop New York. Da aprile 2016 si occupa dell’organizzazione delle mostre per Magazzini Fotografici di Yvonne De Rosa, la quale spiega l’idea di allestire questo spazio con la l’intenzione di condividere la passione per la fotografia: “La fotografia è tutto, la ‘cultura visuale’ è il futuro. Ma è anche vero, che “la fotografia mostra un punto di vista, non è la verità”.

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