Il FLIP 2025 al via con un dibattito sulle metamorfosi

Giovedì 26 giugno è iniziato ufficialmente il FLIP 2025, il Festival della Letteratura Indipendente che dal 2021 riunisce a Pomigliano d’Arco scrittori, lettori e appassionati provenienti da tutto il mondo. 

Il filo conduttore del FLIP 2025

La direzione artistica del FLIP ha scelto come tema conduttore della quinta edizione la parola esplorazioniA partire dalla giornata introduttiva del 26 giugno, dedicata agli attraversamenti, l’esplorazione viene declinata su più fronti, come la necessità di trovare una rotta (orientarsi), di ripartire e lasciare ciò che veniva considerato un punto d’approdo (reinventarsio la capacità di vivere il nascosto, l’invisibile (invisibilia). 

Ad inaugurare il FLIP 2025 sono stati Miriam Corongiu, Michele Fornaro e Kevin Del Cuoco. I tre ospiti hanno dato vita nella villa comunale di Pomigliano d’Arco a un dibattito “fatto da lettori per i lettori”, dal titolo: La passione secondo MMK (dalle iniziali dei protagonisti, ndr): le metamorfosi attraverso Ovidio, fiabe antiche, Kafka e LispectorL’idea dell’incontro era di mettere in pratica un esperimento di lettura collettiva antidogmatica, da sviluppare, quindi, lungo un rapporto orizzontale per un dialogo intersezionale, in antitesi alle relazioni verticistiche tipiche degli ambienti accademici. Come suggerito dal titolo e dalla parola chiave, l’incontro ha sviscerato il tema della metamorfosi, della trasformazione. 

Il viaggio all’interno delle metamorfosi 

Miriam Corongiu, contadina e attivista, ha messo a disposizione della platea le sue conoscenze su Ovidio e sul mondo classico, lanciandosi poi in un confronto con Antonio Moresco, scrittore contemporaneo classe 1947. “La metamorfosi implica, tra le altre cose, abbandonarsi al cambiamento”, ha detto Corongiu, sottolineando il lavoro introspettivo condotto da Ovidio più di 2000 anni fa: l’autore romano, infatti, “ci porta dentro l’emotività delle persone trasformate”. Il riferimento è alle Metamorfosi, l’opera-manifesto di Ovidio, consistente in oltre 250 leggende della mitologia antica incentrate sulla trasformazione di personaggi in animali o elementi naturali. 

Moresco riprende il tema del cambiamento, trattandolo attraverso il protagonismo umano. Ci sarebbe infatti una vera e propria responsabilità di cambiare la realtà circostante, per un cambio di paradigma necessario contro la deriva della standardizzazione. A dispetto del pensiero dominante, tale impegno non rappresenterebbe una sfida impossibile, dal momento che “il germe del cambiamento è dentro di noi”, sottolinea Corongiu, aggiungendo che si potrebbe prendere spunto dagli alberi e dalla loro capacità di metamorfosi perenne. 

Sulla dimensione attiva del cambiamento concorda anche Kevin Del Cuoco, che lo definisce “un atto bisognoso di coraggio e di una comunità che lo sostiene”. In questo modo diventa fondamentale l’atto di fiducia che nasce tra due o più persone, capace di fronteggiare una crisi sempre più attuale, quella della presenza/assenza, sia dell’altro sia del proprio sé.  Cuoco cita fiabe antiche e vecchi legami comunitari, camminando lungo un sottile filo che separa il razionale dall’irrazionale. 

Nel corso dell’incontro che ha inaugurato il FLIP 2025, Michele Fornaro ha poi citato un altro autore legato indissolubilmente alle metamorfosi: Franz Kafka. Lo scrittore boemo, nel corso della sua vita, ha affrontato più volte il tema del cambiamento, anche in chiave sociale. Nel Castello, il protagonista K. avverte una stanchezza esistenziale a causa del lavoro e di un sistema che lo respinge, alienandolo con compiti sostanzialmente vuoti di senso. Si rifugia quindi nell’idea dell’evasione, dissociando mente e corpo. Quest’ultimo diventa definitivamente una gabbia nelle Metamorfosi, che inizia col protagonista Gregor Samsa trasformatosi in un insetto gigante. In chiusura, Michele Fornaro avanza poi un parallelismo tra Kafka e Clarice Lispector, una delle voci letterarie più importanti del panorama brasiliano. Le sue opere esplorano il mondo interiore dei personaggi, il linguaggio e l’identità, con una forte carica filosofica ed esistenziale. 

Fonte immagine in evidenza: archivio personale

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A proposito di Salvatore Toscano

Salvatore Toscano nasce ad Aversa nel 2001. Diplomatosi al Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “S. Cantone” intraprende gli studi presso la facoltà di scienze politiche, coltivando sempre la sua passione per la scrittura. All’amore per quest’ultima affianca quello per l’arte e la storia.

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