«I classici sono la riserva del futuro», affermava lo scrittore Giuseppe Pontiggia. Il futuro, proprio quello in cui viviamo, presi dai nostri impegni quotidiani, trafelati a lavoro, o immersi nei nostri pensieri. Ma c’è anche un tempo per fermarsi, di voltarsi indietro e come l’Angelus Novus di cui parlava Walter Benjamin rifacendosi al famoso dipinto di Paul Klee, afferrare il più possibile, a mani tese, avidi di tenere fra le dita le vite dei grandi del passato, di imparare le loro parole, di tenerle a mente il più possibile, rendendoli vivi ancora e ancora. In questa sospensione tra due tempi, il presente, un’epoca nella quale chi recita versi viene accusato di delirio. Ma quanta ricchezza da quel senno perduto. Un’epoca in cui, questo Angelo redentore descritto da Benjamin ha le ali impigliate nel turbinio del progresso, quello che porterà nell’oblio tutte le rovine della memoria.
C’è uno spiraglio sull’oblio però, ancora di salvezza al passato che incessantemente ci chiede a gran voce di essere ascoltato. Questo spiraglio sono le parole, quelle stesse da sempre usate, e proprio per questo ponte tra noi e quel tempo lontano forse soltanto cronologicamente. Ed è all’importanza della parola, dell’espressione e della mano tesa al passato che è stata dedicata la Notte nazione del Liceo Classico, tenutasi ieri, 13 gennaio, presso il Liceo Quinto Orazio Flacco di Portici.
La serata del Flacco, articolata in attività organizzate dalla preside Iolanda Giovidelli in collaborazione con docenti e alunni, ha visto la scuola brulicare di vita e di personalità provenienti da tutta Italia, tra i quali i docenti universitari di letteratura latina Enrico Ariemma, Università di Salerno, Mario Lentano, Università di Siena e Roberto Danese, Università di Urbino, con le loro interessanti relazioni sul rapporto che intercorre inesorabilmente tra il mondo antico e il nostro.
Alunni di oggi, alunni di ieri per la Notte nazionale del liceo classico al Quinto Orazio Flacco di Portici
Dopo la prima fase di dibattito, dalle 19.30 sono iniziate le attività degli alunni di oggi e di quelli di ieri. Infatti, oltre ai ragazzi che ancora riempiono le aule scolastiche, a mettersi in gioco sono stati gli ex alunni della scuola. Il liceo classico Flacco di Portici ha indetto un Certame di traduzione dal latino per coloro che, per quanto presi dalla loro frenetica vita, hanno voluto riaprire quei dizionari polverosi. E così si sono ritrovati anche vecchi amici dei banchi di scuola, ancora legati dalla passione che aveva segnato la loro adolescenza.
Intanto gli alunni di oggi, tra le aule nelle quali sono soliti ascoltare le lezioni, hanno allestito il palcoscenico per le loro presentazioni, mostrando i frutti di una lunga preparazione in collaborazione dei loro amati docenti. Gli ospiti tra le varie aule, hanno riscoperto il mondo di cultura in cui gli alunni si sono immersi. Tra le prime rappresentazioni, quella scritta e organizzata dal rappresentate di istituto Davide Sabbatino, con il supporto della professoressa di Filosofia Maddalena Alini, dal titolo Les Autres. A partire dall’analisi dei quadri di Magritte, Caravaggio, Salvador Dalì e Matisse, si sono cercati di comprendere i vari rapporti che intercorrono con l’altro, nascosto sotto le spoglie dell’ignoto, dell’inganno, dell’analogia per arrivare infine a una agognata compassione. Gli alunni hanno mostrato le diverse trasfigurazioni dell’io con la rappresentazione di quadri viventi, nonché nella reinterpretazione di passi di Sartre, dalla Nausea a A porte chiuse, per approdare all’estrema consapevolezza che “L’enfer c’est les autres”, l’inferno sono gli altri. Davide, appassionato di filosofia, afferma: «C’è un’energia nel mettere in atto quello che scrivi che ti ripaga da tutta la fatica. Un gruppo di persone con cui sei cresciuto che ti aiuta a realizzare quello a cui hai tanto pensato, quello che hai scritto». Parole curate, soppesate, in grado di scavare dentro e di riportare a galla il peso della riflessione.
Reinterpretare il mito
Dopo questa prima rappresentazione dei ragazzi del liceo classico Quinto Orazio Flacco, la «manifestazione ricca e piena», utilizzando le parole della preside Giovidelli, ha visto gli alunni tuffarsi in un passato ancora più lontano, reinterpretando con pepli e sontuosi banchetti, i miti del passato, da quello delle Amazzoni, a quello di Europa ed Er, proseguendo nella tragica storia di Orfeo ed Euridice, per poi divertirsi alla Cena di Trimalcione. Innovativo anche il cortometraggio realizzato dagli alunni con il supporto della professoressa di Lettere classiche Lucia Menichelli, Come ti spaccio l’eroina, un video in cui gli alunni, travestiti da persone comuni, hanno descritto le vite delle grandi eroine come Antigone, Medea, Ecuba, interpretate dalle loro compagne di classe, mostrando il loro profilo psicologico sottoforma di video tutorial di make up. Antonio Colonna, della classe VB realizzatrice dell’evento ha affermato: «Noi ragazzi abbiamo scelto le eroine tratte dalle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide, reinterpretandole in chiave moderna e un po’ ironica». Ma le risate non sono finite qui, perché in prima serata si è tenuta nell’auditorium della scuola la rappresentazione musicale L’inferno in 6 minuti, brillante e ironica lettura di alcuni canti della Commedia di Dante Alighieri, decantati dai talentuosi ragazzi della IIIB.
A concludere la serata, la commovente lettura di un inno a Omero dell’alunno Danilo Maglio, un elogio all’immortalità agognata da Achille, e a quella che ancora la cultura permette di dare ai grandi della parola che hanno ispirato gli appassionati ragazzi del Flacco di Portici.