Magma Vivo: Napoli incontra il Giappone

Magma Vivo: Napoli incontra il Giappone

Magma Vivo: inaugurato il nuovo progetto al MANN

Il 29 ottobre è stato inaugurato al MANN un nuovo progetto artistico, Magma Vivo, della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Napoli in collaborazione con L’Università di NapoliL’Orientale, l’ISMEOAssociazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, il Parco Archeologico  dei Campi Flegrei, il MANN e l’Altro Giappone e con i partner importanti della Camera di Commercio Italiana a Tokyo, Fonderia Nolana, Berni spa, Le Associazioni Aporema onlus, Napoli è donna, Tempio Macellum e la Scuola di Fotografia e Didattica dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di NapoliMagma Vivo è stato strutturato in una serie di workshop tra gli studenti e tre artiste contemporanee giapponesi, Noriko Ambe, Aoki Noe e Yoshiko Shimada dai quali sono state create delle installazioni di arte contemporanea site in alcuni luoghi della tradizione napoletana, ovvero il Parco Archeologico di Cuma e il Tempio di Serapide di Pozzuoli.

Magma Vivo: un’arte senza confini

Da sempre il MANN si ripropone l’obiettivo di stimolare la conoscenza dell’arte nipponica, in particolare sul suolo napoletano. Basti pensare alla mostra artistica Pompeii sviluppatasi in diverse città giapponesi con alcuni prestiti importanti del MANN. E perciò non poteva che ospitare al suo interno Magma Vivo,  un’occasione per fare aprire Napoli con la sua arte al Giappone con i suoi modi di intendere l’arte al giorno d’oggi, creando un momento di incontro davvero interessante, dal momento che se da un lato il Giappone e Napoli presentano due suoli quasi simili per il loro essere dominati da un’importante presenza vulcanica, dall’altro lato hanno certe impronte artistiche diverse ma che si prestano a dialogare tra di loro. Pertanto, Noriko Ambe, Aoki Noe e Yoshiko Shimada, tutt’e tre esponenti fondamentali dell’attuale arte giapponese, con Magma Vivo hanno importato i loro modi di approcciarsi all’arte secondo un linguaggio che coniuga la matericità della scultura alla spiritualità, intendendo l’arte come contatto con il divino. E da questa apertura di frontiere eccezionale tra l’arte giapponese e l’arte napoletana, sono nate una serie di sculture che si possono ammirare in luoghi meravigliosi di Napoli, come Cuma e Pozzuoli.

In particolare: Noriko Ambe ha lavorato insieme al suo gruppo di giovani scultori per Magma Vivo con il materiale cartaceo. Hanno realizzato una serie di dettagliati ritagli in carta esposti al Parco Archeologico di Cuma, in prossimità del Tempio di Apollo, e attraverso questi ricami cartacei hanno individuato un certo contatto con le divinità, come se fossero delle profezie offerte al loro ascolto. Poi, quelli che altrimenti sarebbero diventati gli scarti di tali ritagli di carta sono stati raccolti in una bottiglia,  in onore proprio degli auspici della Sibilla. Sempre nello stesso luogo, ma questa volta al Tempio di Apollo, Yoshiko Shimada ha sfruttato il valore della performance per coniugare la sacralità di quel luogo con la storia più recente. Come se fossero tante Sibille, le artiste che hanno affiancato Shimada in Magma Vivo hanno tramutato in profezie da fare avverare le richieste urgenti di promuovere l’eguaglianza tra gli esseri umani e il rispetto dei diritti di ciascuno, coniugando l’arte alla socialità ed alla politica. Spostandosi, poi, al Tempio di Serapide di Pozzuoli, Aoki Noe ha lavorato insieme ai suoi giovani artisti con il ferro. Attraverso questo materiale, infatti, hanno saputo trasformare le idee in forme eteree, cangianti a seconda dell’interpretazione. In questo modo, hanno restituito l’idea del progetto Magma Vivo di un’arte aperta, che esplora i confini senza chiudersi in forme rigide.

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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