Palazzo Zevallos Stigliano: "La collezione di un principe"

Palazzo Zevallos Stigliano: "La collezione di un principe"

Il Palazzo Zevallos Stigliano (via Toledo, Napoli) rivive della sua antica collezione artistica grazie alla mostra Rubens, Van Dyck, Ribera. La collezione di un principe (6 dicembre 2018 / 7 aprile 2019). Attraverso le parole cariche di suggestione di Maria Girardo, Presidente Megaride Art (Agenzia Servizi Culturali), le opere hanno ripreso vita, riallacciando la loro storia e le loro storie.

La Collezione del Palazzo Zevallos Stigliano

Come ha precisato Maria Girardo, nel periodo a ridosso del Seicento grande rilievo per la circolazione delle opere pittoriche ha gradualmente assunto la figura del mercante d’arte. Egli non contribuiva, attraverso compravendite, soltanto allo sviluppo delle scuole pittoriche, ma favoriva la circolazione di opere d’arte fra gli stessi artisti, i quali si arricchivano di esperienze creative lontane nello spazio. Nel caso di Napoli, e in particolare quello legato al Palazzo Zevallos Stigliano, va tenuto presente l’operato dei collezionisti di Anversa (ma di stanza a Napoli) Gaspar de Roomer (1595-1674) e Jan Vandeneynden (1590-1671), i quali raccolsero numerose opere che andarono a costituire una variegata collezione.

Alla scomparsa di Roomer, le sue opere andarono ad arricchire, sotto forma di lascito testamentario, la collezione di Ferdinando Vandeneynden (1626-1674), serbata nel suo palazzo di via Toledo, ovvero il Palazzo Zevallos Stigliano. Alla successiva scomparsa di Vandeneynden, il patrimonio passò alle sue tre figlie, due delle quali, Giovanna ed Elisabetta, sposarono rispettivamente Giuliano Colonna (principe di Stigliano dal 1716) e Carlo Carafa di Belvedere. A tal proposito, Maria Girardo ha segnalato l’importanza del lavoro di Luca Giordano, incaricato nel 1688 di redigere un inventario delle opere della quadreria di Ferdinando Vandeneynden, e grazie a tale documento è stato possibile ricostruire, sul Piano Nobile del Palazzo Zevallos Stigliano, l’intero inestimabile patrimonio dell’antica Collezione.

Da Rubens a Caravaggio: i Maestri del Palazzo Zevallos

Numerosi sono i Mestri in esposizione, e Maria Girardo vi si è soffermata con grande completezza di particolari storico-artistici, al fine di far comprendere a pieno ogni singolo aspetto dell’opera. In particolare, Il banchetto di Erode di Rubens costituisce l’archetipo di una lunga tradizione artistica napoletana, che riprende diversi elementi dalla pittura del Maestro fiammingo. L’opera narra la storia di Erode ed Erodiade, concentrandosi sul momento dell’offerta del capo mozzato di Giovanni Battista. Colpiscono, come ha osservato Maria Girardo tra i vari elementi, la morbida pennellata che caratterizza l’abito rosso di Salomè, che rende perfettamente la delicatezza del velluto; il candore della pelle femminile e la sua sensualità “carnosa”; l’atterrirsi di Erode alla vista del capo mozzato, il cui disgusto va a cozzare, con grande effetto di viva dinamicità, con le espressioni sorridenti delle donne e la curiosità degli altri astanti. Sempre sul tema di Erode sono i dipinti Giovanni Battista ammonisce Erode e il Banchetto di Erode di Mattia Preti, che già risentono dell’influsso dell’arte di Rubens, nonché del chiaroscuro tipico di Caravaggio.

Circa il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio, pur non facente parte della collezione, ma acquistato nel 1973 dall’allora Banca Commerciale Italiana, Maria Girardo ha sottolineato la contemporaneità delle azioni di ogni singolo personaggio. Tra i vari artisti, anche i bolognesi Annibale Carracci e il Guercino erano esposti con le loro opere presso il Palazzo Zevallos Stigliano. Del primo è stato evidenziato, circa la Scena comica con bambino in maschera, la versatilità pittorica, avvicinando l’opera alla più umile Macelleria, rispetto ai consueti loci amoeni rappresentati dell’artista; del secondo, circa il Cristo e la samaritana al pozzo, è stata evidenziata l’impostazione classicista dell’artista. Tra gli altri Maestri in mostra, Andrea Vaccaro, Massimo Stanzione, Aniello Falcone, Ribera, Van Dyck e le nature morte e le scene di caccia e vita quotidiana di Abraham Brueghel, Salvator Rosa e Schönfeld. Infine Maria Girardo si è soffermata sullo stesso Luca Giordano, presente in mostra, e in particolare sui dipinti della Piscina probatica (venduto dal padre di Giordano come un dipinto di Dürer) e la grande Nascita di Venere in cui sono sempre presenti gli elementi riscontrati nell’opera di Rubens circa la sensualità “carnosa” dei morbidi nudi femminili.

Grazie a Maria Girardo si è, così, potuta apprezzare la grande stratificazione artistica che il Palazzo Zevallos Stigliano ha accolto fra le sue mura e che la mostra Rubens, Van Dyck, Ribera. La collezione di un principe è riuscita efficacemente a ricostruire.

Foto: L’Estroverso

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A proposito di Salvatore Di Marzo

Salvatore Di Marzo, laureato con lode alla Federico II di Napoli, è docente di Lettere presso la scuola secondaria. Ha collaborato con la rivista on-line Grado zero (2015-2016) ed è stato redattore presso Teatro.it (2016-2018). Coautore, insieme con Roberta Attanasio, di due sillogi poetiche ("Euritmie", 2015; "I mirti ai lauri sparsi", 2017), alcune poesie sono pubblicate su siti e riviste, tradotte in bielorusso, ucraino e russo. Ha pubblicato saggi e recensioni letterarie presso riviste accademiche e alcuni interventi in cataloghi di mostre. Per Eroica Fenice scrive di arte, di musica, di eventi e riflessioni di vario genere.

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