Boss delle pizze: un’influencer del food tutta campana

Boss delle pizze: un'influencer del food tutta campana

Quale lavoro si cela nel “dietro le quinte” di questa figura professionale digitale, oggigiorno in forte ascesa? Lo chiediamo alla boss delle pizze.

Tra le nuove competenze del brulicante mondo dei blog tematici, si sta ritagliando una fetta – è proprio il caso di dirlo – sempre maggiore, quella del foodblogger, ovvero quella figura che, nutrendo passione per il mondo del cibo e della cucina, decide di aprire un blog tematico e trattare dell’argomento, adoperando i social media per relazionarsi con i propri utenti. Ebbene, Eroica Fenice ha avuto il piacere di intervistare “la boss delle pizze” Ersilia Cacace, nota foodblogger e giornalista partenopea di spiccata bravura, che annovera migliaia di followers su Instagram, dove cura una pagina in primo luogo dedicata alla pizza, ma nella quale ampio spazio è dedicato anche ad altri piatti della tradizione campana.

Food e web: il binomio perfetto

A quando risale la tua “comparsa” sul web?

Risale alla mia iscrizione su Facebook alla fine del 2008: allora giravo già con una fotocamera (molto ancestrale!) in borsa e amavo fotografare i piatti che assaggiavo in giro per locali e pizzerie, che scovavo tramite Tripadvisor e che poi pubblicavo sul mio profilo privato. Finché nel 2015 ho aperto una pagina chiamata “Gran tour della pizza”, dove pubblicavo maggiormente pizze, perché è sempre stato il mio piatto preferito da quando ero piccola.

Come hai iniziato la tua attività di foodblogger come “La boss delle pizze”?

Nasce nel 2017 con la creazione della mia pagina Instagram “La boss delle pizze”, che, essendo stata notata fin da subito, mi ha consentito di ricevere i primi inviti nei locali e nei campionati in veste di giudice di gara. Il nome mi è stato scherzosamente attribuito da mio cognato per la mole di inviti che avevo iniziato a ricevere – in quel periodo era molto in voga il programma “Il boss delle cerimonie” – e io ho deciso di adottarlo, anche perché l’idea piacque fin da subito ai miei followers.

Quando hai deciso di intraprendere un’attività lavorando con una pagina dedicata al food?

Non è stata una decisione, perché mi ero da poco laureata in Lettere Classiche e avevo deciso di proseguire gli studi della Magistrale; parallelamente avevo iniziato a collaborare con il giornale “L’occhio di Salerno” – diventato nel 2017 “L’occhio”, coprendo tutte le cinque province campane – al fine di realizzare il mio sogno, coltivato da tempo, di conseguire il patentino da giornalista. Da quel momento, il comparto food mi ha attirata potentemente a sé, attraverso numerose collaborazioni con ristoranti, pizzerie e pub, nonché inviti a partecipare a importanti tornei sia campani che non, unitamente alla richiesta di una gestione social delle loro pagine; sicché ho deciso di allontanarmi mio malgrado dall’università, dato l’aumento degli impegni lavorativi. Si trattava di un settore che mi interessava molto, quindi mi sono facilmente lasciata trascinare al suo interno.

Qual è il tuo rapporto con i social media?

Non ne sono dipendente, ma sono il canale principale attraverso cui passa il mio lavoro, poiché rappresentano una vera e propria vetrina. I social erano nati per creare interazione tra le persone: io li ho trasformati in veri e propri canali professionali, pubblicando le foto dei locali che provo, postando gli articoli che scrivo sul mio blog e per altri blog con cui collaboro, come “La buona tavola magazine” e “Scout menu”. La mia pagina “La boss delle pizze” ha quasi quattro anni e poco più di 23 mila followers, mentre “Campania foodgirl”, aperta sul finire del 2019, oggi conta 36 mila followers, essendo una pagina non di nicchia, ma focalizzata sul food a tutto tondo. Oltre al canale Linkedin e alle due pagine Facebook, ho anche un piccolo progetto di aprire un canale Youtube, ma non voglio ancora svelare come sarà impostato… Ho, infine, una pagina Tiktok, ma avendo io un’utenza più matura, non la gestisco attivamente.  

La tua è un’attività molto sfaccettata. Secondo te, in cosa consiste l’essere foodblogger?

In origine il foodblogger era colui che preparava quel cibo, ma l’avvento di Instagram ha fatto sì che questa parola fosse abusata. Per me il foodblogger è una persona che deve avere un portale improntato sul cibo ma che abbia una filosofia: questo e ciò che ho cercato di fare anche grazie al mio art director e webmaster Fabio De Bellis, che ringrazio, che ha curato dettagliatamente l’aspetto grafico. Per professionalizzarmi sempre più ho conseguito ad aprile 2020 il patentino da giornalista. Inoltre, cerco da autodidatta di continuare a istruirmi, avvicinandomi al mondo del vino e della birra e approfondendo il discorso slow food, poiché soprattutto in Campania abbiamo tanti presidi, che tutelano e valorizzano i tanti prodotti che custodiamo, non solo biologici, ma coltivati a km zero, dai sapori particolari, unici e speciali.

Aspirazioni e progetti della boss delle pizze

Quali progetti hai in mente per il futuro?

Attualmente, sto ricevendo diverse proposte di collaborazione per preaperture o sponsorizzazioni. Per il futuro ho intenzione di selezionare le attività a cui mi dedico, perché la gestione social richiede tanto lavoro; voglio quindi diventare sempre più professionale, dedicandomi a quelle attività per cui valga davvero la pena, magari anche poco conosciute. Inoltre, voglio man mano rivolgermi a un target più giovane, avvicinandomi al mondo del “foodporn”.

Se dovessi dedicare un piatto ad Eroica Fenice, quale sarebbe?

Ad Eroica Fenice, per il significato profondo che il nome della testata evoca, andrei sicuramente a rispolverare dalle sue ceneri un vecchio piatto della tradizione napoletana, ovvero la ciambotta, che molti non conoscono e che io stessa ho scoperto da pochi anni.

È un caso che l’idea sia nata nell’ambito della ristorazione partenopea?

Non è un caso, non solo perché Napoli è la mia città e sono molto legata alle sue tradizioni, ma anche perché Napoli è una grande cucina a cielo aperto: girando per il suo centro storico, ad ogni angolo si respira odore di fritto, di babà, di pizza, quindi la ristorazione partenopea offre spunti di qualsiasi tipo.

Pizza gourmet: che cosa pensi delle trasformazioni che questo piatto sta conoscendo negli ultimi anni, soprattutto in area casertana?

La pizza si è evoluta in questo settore da circa una decina d’anni e l’evoluzione è partita proprio dall’ambito casertano, quando diversi pizzaioli si sono avvicinati alla pizza gourmet, soprattutto in relazione agli ingredienti che vanno a costituire il topping, ad esempio presidi slow food o abbinamenti che ricordano dei veri e propri piatti stellati. Benché mi piaccia provare tutte le novità riguardanti la pizza gourmet, nonché aspetti più americani e “foodporn” della pizza, io sono una sostenitrice della pizza classica, pertanto la pizza perfetta per me è quella che presenta meno ingredienti possibili, di natura tradizionale e verace: una classica margherita o marinara mi renderanno sempre felice!

Infine, perché hai scelto proprio la pizza quale piatto principe del tuo blog/pagina?

La pizza rappresenta l’amore più grande della mia vita e sicuramente l’invenzione più bella che sia mai esistita: la adoro da quando ho memoria, quindi spesso in passato ho fantasticato sul creare qualcosa che ruotasse intorno ad essa, ma mai avrei creduto di arrivare al punto in cui sono oggi. Se quattro anni fa mi avessero detto che sarei diventata “famosa”, una influencer, una blogger, una giudice di gara ai campionati di pizza io avrei riso, anche perché ero molto più chiusa e timida all’epoca e quindi non avrei mai creduto di diventare un personaggio “pubblico”, riconoscibile o comunque presente ad eventi. Sicché, per me già il punto in cui sono ora rappresenta un’enorme soddisfazione; spero, ancora, di migliorare e continuare a seguire questa passione, perché la amo profondamente.

Grazie!

Fonte immagine: Ufficio Stampa.

A proposito di Adele Migliozzi

Laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico, coltivo una grande passione per la scrittura e la comunicazione. Vivo in provincia di Caserta e sono annodata al mio paesello da un profondo legame, dedicandomi con un gruppo di amici alla ricerca, analisi e tutela degli antichi testi dialettali della tradizione locale.

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