AND project: giovani artisti al quadrato

AND project

And Project

Quando un gruppo di giovani artisti, vestendo i panni di curatori, realizzano insieme un progetto c’è la forte possibilità che venga fuori qualcosa di nuovo: &ndproject  (AND project). Benvenuti a Napoli, dove si è tenuto, il 10 febbraio scorso, “FIVE Ws”, il primo di un ciclo di cinque eventi artistici, in un appartamento storico del centro.

Protagonisti dell’ opening sono quattro artisti: Antonio Maestà, Marta Orlando, Vittoria Piscitelli, Anna Sobczak. Il progetto &nd (AND), curato da Federica Romano, Fabrizio Monsellato, Nicola Piscopo e Salvatore Ricci, si basa sull’ idea di realizzare una piattaforma mobile, in spazi pubblici e privati, finalizzata alla promozione di giovani artisti.

“Who?”, la prima delle “Five ws”, è una delle domande che i curatori pongono al fruitore dell’opera da promuovere, rivelando le risposte ad ognuno dei cinque incontri che saranno proposti.

Attenzione nel salire le scale strette del civico 143 di Via Santa Lucia, potreste ritrovarvi a fare un salto nel futuro ed essere catapultati in un evento senza precedenti.

Una doppia intervista, una al curatore e l’altra ad un’ artista ci offrono la possibilità di comprendere come da un’idea innovativa nasce un progetto vincente.

AND project: identità rivelate da giovani artisti

Nicola Piscopo, artista e curatore, ci svela l’ identità del progetto &nd:

Quando e come nasce &nd (AND project) ?

Il progetto è nato diversi mesi fa, con l’ intento di creare una rete con altri artisti e con la volontà di realizzare l’ identità di &nd attraverso un concept che segue la regola cognitiva delle “Five Ws”: “Who?”, “What?”, “When?”, “Where?”, “ Why?”, mettendo in risalto i punti critici che una ricerca comporta, analizzandoli singolarmente.

Qual è il filo che lega gli artisti di questo primo ciclo?

Il filo conduttore è la casa, intesa sia come luogo in cui si consumano le dinamiche familiari e identitarie del trascorrere del tempo in chiave soggettiva, attraverso l’ avvicendamento delle generazioni, sia come rifugio illusorio dal caos della città e dai rapporti economici tra gli individui. La casa diventa un unico blocco sintetizzato ed al contempo scomposto in una reazione a catena di significati politici ed esistenziali, che accoglie i mutamenti del nostro paese.

L’ ospite della casa, fruitore delle opere, dove può trovare risposta alla prima domanda del ciclo di eventi per l’ appunto,Who?

Le risposta è facile da trovare se si interrogano gli artisti presenti ogni sera, sulle opere da loro prodotte.

Vittoria Piscitelli, artista napoletana, di rara intelligenza e di indiscutibile bellezza, ci apre con un’ intervista le porte del suo universo artistico, offrendoci la possibilità di raccogliere più di una risposta.

Come sono stati scelti i tuoi lavori per &nd? (AND project)

I miei lavori per questa prima collettiva sono stati scelti in quanto concepiti in un’ idea d’ intimità domestica. Le indagini iconografiche dei miei lavori o il formato, sono sempre stati una ricerca sui rapporti affettivi nella famiglia.

Tra i lavori presenti in sala, tre sono di tua produzione. Oltre l’ opera cosa c’ è?

Si, infatti, per anni ho lavorato con la carta realizzando collage, ma ho anche prodotto dipinti. Mi sono dedicata anche alla tecnica del ricamo, come “Ti guardo sempre”, un’opera di recente realizzazione, su un piccolo tovagliolo ed è quello che apre la mente sulla mia ricerca di questo periodo. Con il ricamo, ho ricercato con pazienza la sofferenza, il dolore. Il ricamo richiede tempo ed attesa. Sul piano concettuale, è quella lentezza nelle relazioni che volevo recuperare; attese che non ci sono nel collage, proprio perché quest’ ultimo è una tecnica immediata, espressiva.

Nelle tue opere c’ è anche del dadaismo?

Si, nell’arte contemporanea tutto è potenzialmente dadaismo, anche questa operazione progettuale in questa casa è dadaismo. Il dada è vivo, il dada non è mai morto.

Il primo ciclo di eventi pone una domanda, “Who?”. La risposta è nelle opere?

Nella natura di questo “Who?”c’ è una scommessa, vale a dire non conoscere l’artista dietro le opere. Ma tra tutte le domande interessanti del progetto quella che più mi sta a cuore, ora come ora, ed è “what?”

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