Santa Maria la Nova, la riqualificazione inizia dal Chiostro

Santa Maria la Nova, in fase di restauro

Il Complesso monumentale Santa Maria la Nova si muove sempre di più verso la riqualificazione con l’obiettivo di diventare uno dei luoghi di cultura in cui non soltanto i turisti ma gli stessi cittadini possono interagire con la storia, l’arte e perché no? La leggenda! Negli ultimi anni, il complesso ha attirato molti turisti grazie alla scoperta – vera o presunta è ancora da confermare – delle spoglie del Principe Vlad, il famoso Dracula, reso immortale dal romanzo di Bram Stoker. Ma Santa Maria la Nova è molto, molto di più! Un complesso monumentale che conta sedici cappelle, appartenenti alle nobili famiglie di Napoli, chiostri affrescati e adesso anche un nuovo progetto di riqualificazione che celebra il connubio tra arte e impresa e che è stato presentato nel corso della conferenza stampa, tenutasi il 10 aprile 2024.  

Santa Maria la Nova, alcuni momenti della conferenza
Santa Maria la Nova, alcuni momenti della conferenza

All’origine del progetto c’è un sogno. Il sogno di Francesca Pagliari, giunta in rappresentanza di San Martino Alberghi Srl, responsabile della incredibile trasformazione del vecchio convento Santa Lucia al Monte nel meraviglioso Art Hotel San Francesco al Monte, ormai considerato l’emblema dell’incontro efficace tra tradizione e innovazione ed uno dei più quotati – e premiati – hotel di Napoli. L’azienda conta ormai tre lustri di attività dell’impresa turistico recettiva e il San Francesco al Monte ha rappresentato il primo step del sogno di Francesca Pagliari, che ci ha raccontato la sua visione: «Come famiglia e realtà imprenditoriale  abbiamo avvertito la responsabilità di offrire la possibilità di usufruire di queste strutture alla collettività. Lo stesso progetto portato a termine per il San Francesco al monte è stato pensato quindi per il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova. Abbiamo già ottenuto dalla sovrintendenza il cambio di destinazione d’uso e alla riqualificazione di tutto il complesso che resterà tale, recuperando tutto quanto c’è di bello e artistico, in collaborazione con l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, mentre nell’ala più moderna dell’edificio, è in progetto la realizzazione di una trentina di camere. Cinque sono già disponibili 5 piccole camere che hanno già trasformato il complesso in un Bed e Museum, con la possibilità di dormire letteralmente all’interno del museo! Abbiamo avuto una grande dimostrazione di fiducia da parte dell’ordine dei Francescano a cui appartiene il convento, restaurato la facciata. Questo connubio vuole essere anche una spinta verso un’idea di Napoli che punta più alla scoperta dei tesori della città e non ad un turismo “mordi e fuggi”».  

La conferenza, moderata dalla giornalista Donatella Bernabò, ha visto inoltre gli interventi del Prof. Giuseppe Reale, direttore del Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova, che ha spiegato la collaborazione che va avanti ormai da diversi anni con il Suor Orsola Benincasa: «Con l’università abbiamo già realizzato il restauro del paliotto d’argento nella cappella di Santa Maria delle Grazie e ora ci siamo spostati nel chiostro di San Giacomo della Marca. In questa fase di ulteriore rilancio. Come museo, la nostra intenzione è quella di esprimere un concetto del tutto nuovo: abbandonare l’idea dei musei come luoghi intoccabili e renderli organismi vivi e collegati con la città e con la vita delle persone. Inoltre, grazie alle borse di Studio, stanziate dalla San Martino Alberghi Srl vogliamo dare alle generazioni che la possibilità  di studiare e curare in prima persona tesori storici come questo complesso».

L’importanza del lavoro sul campo è stata evidenziata dal Prof. Lucio D’Alessandro, Magnifico Rettore dell’Università degli studi Suor Orsola Benincasa. La possibilità che le studentesse e gli studenti hanno di toccare con mano, letteralmente, lavorando in prima linea sui restauri, è importante ai fini accademici quanto lo studio stesso e consente una maggiore esperienza nell’inserimento del mondo del lavoro. In Italia sono solo dieci le facoltà che conferiscono l’abilitazione al restauro e a Napoli l’Uni SOB è l’unica ad avere un corso di studi nel settore, pur non essendo statale. La Prof.ssa Paola Villani e il Prof. Pasquale Rossi hanno sottolineato l’aspetto importante dell’inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro e di quanto sia importante e piuttosto selettiva la scelta delle candidate e dei candidati, in questo momento consistente in un gruppo di giovani restauratrici, studentesse e tesiste. Le giovani, sotto la guida della Prof.ssa Chiara Scippa, Tutor del settore PFP1 nel restauro delle superfici decorate, lavoreranno per i prossimi 120 giorni – tempo stimato per il completamento della prima parte dei restauri – alle tre pitture murali del  XVII secolo:  La Deposizione di Cristo  posta sulla controfacciata di ingresso al chiostro e attribuita a Simone Papa detto “il moderno”; un riquadro decorativo posto sulla parete laterale dell’edificio; il ritratto raffigurante Franciscus Quinionius

Santa Maria la Nova, alcune delle studentesse imoegnate nel restauro
Santa Maria la Nova, alcune delle studentesse impegnate nel restauro

La professoressa Scippa ha inoltre ricordato, insieme al prof. Giorgio Trojsi, che attraverso l’attenta analisi mediante sofisticati macchinari, ha potuto constatare lo stato degli affreschi e il livello di danni provocati soprattutto da una componente dovuta all’inquinamento, visto che un tempo il chiostro del Complesso di Santa Maria la Nova era un parcheggio. L’impatto ambientale è attentamente valutato non soltanto nella fase di “diagnostica” di un’opera d’arte ma anche nella fase di lavorazione successiva. A proposito dell’impatto ambientale, la prof.ssa Scippa ha sottolineato l’importanza dell’uso di materiali Green ed eco compatibili. Si tratta di un altro traguardo importante per un futuro sostenibile e un’ulteriore dimostrazione che migliorare si può, incrociando la bellezza e l’impresa a vantaggio delle future generazioni. 

Si ringrazia dipunto Studio per l’invito 

Foto di Adelaide Ciancio.

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