14 aprile: la prima esposizione universale del Novecento

14 aprile

Il 14 aprile del 1900 fu inaugurata a Parigi la prima Esposizione Universale del Novecento, l’Exposition de Paris, che registrò ben 50 milioni di visitatori. Successivamente, solo le Esposizioni di Osaka, nel 1970, e di Shangai, nel 2010, riscossero maggiore successo.

Ad aprire l’evento – che si tenne dal 14 aprile al 10 novembre – fu il Ministro del Commercio francese Alexandre Millerand, che presentò 83.047 espositori, di cui 44.694 stranieri.
L’obiettivo dell’Esposizione del 1900 fu “Il Bilancio di un Secolo”: suggellare il secolo trascorso e festeggiare quello appena iniziato, cavalcando l’onda del fervore e della fiducia nel progresso dell’epoca.

In occasione dell’Esposizione del 14 aprile, furono costruiti molti dei più celebri monumenti parigini: la Gare de Lyon, la Gare d’Orsay (attuale Museo d’Orsay), il Ponte Alessandro III, La Ruche, il Grand Palais e il Petit Palais, entrambi con il lavoro dell’architetto Charles Girault. Poco più di un anno prima era stata inaugurata la Torre Eiffel, uno dei simboli nazionalistici più conosciuti al mondo. A stupire i visitatori, però, fu soprattutto la gigantesca ruota panoramica che, con i suoi 100 metri d’altezza, detenne il record per quasi un secolo (sebbene fu demolita nel 1920).

I turisti, inoltre, poterono godere della prima linea della Metropolitana (ancora oggi chiamata ligne 1): i lavori iniziarono nel 1897 e finirono nel 1900, in tempo per l’Expo. In un primo momento, sembrò prevalere la soluzione della ferrovia sopraelevata, con costi minori, costruzione più rapida e meno rischi per le fondamenta dei palazzi. Tuttavia, i viadotti avrebbero “tagliato” facciate di palazzi e monumenti, oltre che tolto luce naturale alle strade e alle case, per cui vennero realizzate delle gallerie sotterranee  poco profonde, le cui linee seguono fedelmente il percorso delle strade.

L’Esposizione del 14 aprile aveva inizio a Place de la Concorde e si estendeva sulle rive della Senna sino a Champ de Mars e al Trocadero, per poi proseguire con gli altri 104 ettari del Bois de Vincenne, la sezione interamente dedicata alle automobili, alle piccole imprese e ai giochi Olimpici (che si tennero a Parigi nello stesso anno). Fu proprio al Bois de Vincenne che la Lohner-Porsche riscosse enorme clamore tra gli appassionati dell’auto e tra il pubblico in generale. Le ruote anteriori, infatti, erano trainate da ruote con motore elettrico incorporato. Un’idea che Ferdinand Porsche, appena 25enne, aveva sviluppato come ingegnere capo della casa K.u.K. La presentazione all’Expo di Parigi rese Porsche famoso e Lohner produsse circa 300 di questi veicoli. Sempre nello stesso padiglione, fu presentato il primo motore diesel, alimentato da olio di arachidi, brevettato dal francese Rudolf Diesel, che solo trent’anni più tardi trovò applicazione nel settore automobilistico. Il maggiore riconoscimento, però, venne assegnato alla prima scala mobile commerciale, realizzata dall’inventore americano Charles Seeberger per la Otis Elevator Company (società costruttrice del primo ascensore).

Il 14 aprile del 1900, inoltre, sancì il trionfo del cinematografo dei fratelli Lumière, che avevano acquistato i diritti su una precedente invenzione di Léon Bouly e a cui dobbiamo il primo spettacolo cinematografico pubblico, una proiezione di fotografie presentata al Grand Café del Boulevard des Capucines di Parigi, il 28 dicembre 1895. Dall’altro lato, il Telegraphone dell’ingegnere danese Valdemar Poulsen, un registratore magnetico a filo, il cui funzionamento fu dimostrato registrando la voce dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria: tutt’oggi è considerata la più antica registrazione audio magnetica esistente.

L’Esposizione non celebrò solo il passato, ma guardava anche al futuro dell’arte e diventò vetrina di una nuova corrente artistica, la nascente Art nouveau, con mobili moderni, arazzi e oggetti d’arte caratterizzati da linee curve e ornamenti di tipo vegetale o floreale. Principale fonte d’ispirazione furono le immagini orientali e le stampe giapponesi. La tendenza si affermò, poi, nel campo delle arti figurative e in architettura. Tra i manufatti artistici riscosse enorme successo la matryoshka, ideata dall’industriale e collezionista d’arte Savva Mamontov: una piccola bambola di legno vestita secondo la tradizione contadina russa.
 

Fonte immagine: Wikipedia [Lucien Baylac (1851–1913) – This image is available from the United States Library of Congress‘s Prints and Photographs division]

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