16 febbraio 1959: Fidel Castro è primo ministro di Cuba

16 febbraio 1959: Fidel Castro è primo ministro di Cuba

Il 16 febbraio 1959 Fidel Castro diventa primo ministro di Cuba dopo la caduta del regime di Fulgencio Batista.

In qualsiasi modo la si pensi, Fidel Castro è stato uno dei protagonisti del Novecento, tra i più longevi leader politici del XX secolo, e la cui ascesa al potere, il 16 febbraio 1959, segnò le sorti della storia.

I retroscena: cosa accade prima del 16 febbraio 1959?

Dal Cinquecento in poi, Cuba si era ritrovata sotto il dominio dell’Impero spagnolo, fino a quando gli Stati Uniti – nella fase più intensiva di ampliamento delle proprie politiche di sviluppo e di espansione dal punto di vista internazionale – decisero di concentrare i propri interessi su L’Avana e, in particolare, sul Mar dei Caraibi, dando il via alla guerra ispano-americana. La guerra durò pochi anni e trasformò Cuba, nel 20 maggio del 1902, in un protettorato americano. Di fatto, divenne una colonia poiché gli Stati Uniti avevano pieno diritto di intervenire nelle questioni interne, in quelle finanziarie e nelle relazioni internazionali.

Dopo trent’anni di protettorato americano, il sergente Fulgencio Batista si pose a capo di una rivolta militare che rovesciò il governo di Carlos Manuel de Céspedes y Quesada, istaurando un dominio che durò per i 25 anni successivi, sia grazie al pieno sostegno degli USA, sia grazie a una serie di Presidenti da lui manovrati. Nel 1952, dichiarò illegale il Partito Comunista Cubano e creò un ufficio, il BRAC, affinché reprimesse tutte le attività comuniste. 

L’ascesa al potere di Fidel Castro il 16 febbraio 1959

Nel frattempo, un giovane avvocato, Fidel Castro, dopo aver trascorso un periodo di reclusione a causa di un tentativo di insurrezione contro la dittatura militare di Batista, e rilasciato per amnistia nel 1955, riorganizzò – insieme al combattente e medico Ernesto Guevara de la Sierna, detto il “Che” e a Camilo Cienfuegos – la lotta in Messico. Formatosi all’università in ambienti antimperialisti e convinto che gli Stati Uniti avessero privato Cuba della sua indipendenza, Fidel Castro credeva fortemente che l’azione di forza fosse l’unica soluzione possibile. Diede, così, il via alla cosiddetta rivoluzione castrista che, dopo il primo attacco fallito alla caserma Moncada del 26 luglio 1953, riuscì tre anni dopo, grazie al Movimiento 26 de Julio.

Insieme a quasi un centinaio di volontari, Fidel Castro sbarcò a Cuba per affrontare l’esercito nazionale. La prima mossa strategica fu ritirarsi sui monti della Sierra Maestra al fine di acquisire maggiori consensi tra la popolazione e il tempo per la costruzione di un piccolo esercito. La battaglia decisiva fu quella di Santa Clara, il 30 dicembre del 1958. La notte seguente, Batista fu costretto alla fuga e l’esercito rivoluzionario entrò nella capitale, senza incorrere in una vera e propria resistenza. Josè Mirò Cardana divenne Primo Ministro e pose Castro a capo delle Forze armate, ma soltanto per pochi giorni. Il 16 febbraio 1959, Fidel Castro diede inizio al primo Governo Rivoluzionario del primo Stato socialista dell’emisfero occidentale e mantenne il suo ruolo fino al 1976.

Immediatamente, di fronte a uno scenario di estrema povertà, avviò profonde trasformazioni a Cuba e, rifacendosi al modello socialista, collettivizzò l’agricoltura e nazionalizzò l’industria, introdusse leggi contro ogni tipo di discriminazione razziale e sessuale, portò l’elettricità nelle campagne, contribuì a una crescita dell’occupazione e migliorò il sistema dell’educazione e della sanità pubblica, costruendo scuole e ospedali.

Tutto ciò gli procurò una forte ostilità da parte degli Stati Uniti che, in seguito agli accordi che Castro firmò con l’Unione Sovietica per l’acquisto di petrolio, iniziarono una vera e propria guerra contro Cuba: interruppero le relazioni diplomatiche con il governo cubano, tentarono un fallimentare attacco per spodestare il governo castrista (il celebre sbarco nella Baia dei Porci sostenuto da Eisenhower e dalla CIA), attuarono un embargo commerciale, economico e finanziario, sulla spinta di John Fitzgerald Kennedy, che condannò Cuba a un lunghissimo isolamento internazionale. 

Gli avvenimenti successivi

Il 2 dicembre del 1961, in un celebre discorso alla nazione, Fidel Castro annunciò che Cuba avrebbe adottato il comunismo e, conseguentemente, nacque il Partito comunista cubano, di cui lo stesso Castro divenne il primo segretario.

Con il tempo, Fidel Castro si guadagnò l’appellativo di Lìder Màximo e, secondo Fabián Escalante, ex capo del dipartimento di sicurezza dello stato cubano, sopravvisse a ben 634 tentativi di omicidio.

Il 18 febbraio del 2008, a causa di problemi di salute, annunciò con una dichiarazione pubblica la sua uscita dalla scena politica sostenendo l’ascesa del fratello Raul Castro, a cui affidò tutti i suoi poteri. Si concluse così un’epoca, iniziata ufficialmente il 16 febbraio del 1959, della durata di circa mezzo secolo, durante la quale si era scontrato e confrontato con tutti i principali protagonisti del Novecento.

Si è spento il 26 novembre del 2016, alle ore 4.29, nella sua casa a L’Havana. 

Fonte immagine: Pixabay

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