5 marzo 1981: Ricomincio da tre di Troisi al cinema

5 marzo 1981

5 marzo 1981: il debutto cinematografico di Massimo Troisi

Il 5 marzo del 1981 uscì al cinema il film Ricomincio da tre, scritto da Massimo Troisi e Anna Pavignano, diretto da Troisi stesso e interpretato da un cast comprendente, tra vari, quest’ultimo e Lello Arena. Dopo avere vissuto il teatro con il celebre trio La Smorfia – con Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo Decaro -, il film è stato il primo debutto cinematografico dell’attore partenopeo segnando un momento, che può essere benissimo definito rivoluzionario, nel cinema italiano.

Il racconto di Troisi: la vita

Troisi aveva la straordinaria capacità di raccontare la vita, che fosse cavalcando le tavole di legno del teatro o attraverso una macchina da presa cinematografica. Anzi, probabilmente soprattutto al cinema Troisi trovò una sua propria dimensione avviando, come si diceva poco sopra, un percorso artistico che non si stenta a chiamare una piccola rivoluzione. Infatti, se il cinema ha il pregio di proiettare lo spettatore in una dimensione collettiva e sentita come vicina alla propria realtà, intima o concreta, Massimo Troisi seppe sfruttare questo potenziale e il suo film Ricomincio da tre, debuttato il 5 marzo 1981, ne è una chiara dimostrazione.

Con quei suoi gesti plateali ma mai lasciati al caso, capaci di condensare in un solo movimento tutta una poetica; con quel suo linguaggio dialettale, certo, ma capace di farsi comprendere, portando il napoletano quasi a uno status universale privo finalmente di pregiudizi; con una sceneggiatura schietta, che va dritta al punto senza retoriche di troppo, sincera e vera perché sentita da tutti, con tutto questo in Ricomincio da tre Troisi raccontava la vita. E l’aspetto più sorprendente è che quel 5 marzo 1981 ha colto la vita del suo tempo, con tutti i tabù e le questione sociali che si stavano ormai tentando di sradicare, ma riuscendo a imporsi anche nell’animo delle generazioni future.

Ancora oggi, guardare un film come Ricomincio da tre, uscito nelle sale il 5 marzo 1981, ha la capacità di essere profondamente attuale. Il film intende un certo sentire comune che, per quanto sia trasposto sullo schermo con ironia efficace, non è mai banale e rappresenta in senso lato un’intimità sempreverde.

Innanzitutto, in Ricomincio da tre si parla di discriminazione: alla volontà del giovane protagonista Gaetano di viaggiare per spensierata curiosità da Napoli, corrisponde la domanda insistente <<Ah, emigrato?>>, presupponendo un certo pregiudizio che Troisi smascherava con la sua comicità sottile e puntuale. Non è da poco, se si pensa a quanto ancora oggi si fatichi ancora a raggiungere ideali di accettazione e inclusività in maniera pulita e non preclusa, soprattutto per chi proviene dal “fatidico Meridione” e la grandezza di Troisi, palese da Ricomincio da tre fino a tutti i suoi film posteriori a quel 5 marzo 1981, risiedeva anche in questa scelta che da politica si fa arte e, quindi, messaggio estendibile a tutti.

Ma non solo: nel film il nostro artista affrontava anche tematiche come il senso di inadeguatezza, la talvolta mancata forza necessaria per fronteggiare un sistema oppressivo con le sue insistenze, le sue competitive aspettative che, poi, non sono altro che vacue e tossiche. Non è anche questo un qualcosa che riguarda i tempi odierni, dopo tutte le molteplici notizie, per esempio, di studenti scomparsi perché convinti di non avercela fatta?

Allora, Ricomincio da tre è dal 5 marzo 1981 una boccata d’aria fresca nel senso più genuino possibile: è un film che riguarda ciascuno e che avvicina tutti. In quella comicità, in quei gesti accompagnatori di un linguaggio franco ma non per questo ovvio, risiede una luce di autenticità.

Fonte immagine: Flickr

 

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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