6 giugno 1944: scatta il D-Day in Normandia

6 giugno 1944

Il 6 giugno 1944 è una data simbolo della Seconda Guerra Mondiale, punto di svolta strategico che contribuirà, da lì a un anno, a porre fine al conflitto. Il D-Day per eccellenza, lo sbarco in Normandia, fu una delle più grandi invasioni anfibie della storia, realizzata dalle forze alleate contro gli imperi nazifascisti. Nelle prime ore del mattino, le truppe aviotrasportate si posizionarono nella parte settentrionale della Francia, aprendo la strada alle forze terrestri che sbarcarono su cinque spiagge della Normandia. La reazione nemica fu brutale: migliaia di soldati statunitensi, britannici, canadesi, francesi e polacchi caddero in poche ore come pedine su uno scacchiere lungo 80 km, fatto di sabbia e sangue. Il 6 giugno del 1944 si fa film, con scene abilmente narrate da Steven Spielberg in “Salvate il soldato Ryan” (1998). Dopo essersi attestati sulle spiagge, le truppe alleate avanzarono all’interno della Francia occupata, direzione Parigi

Il successo strategico-militare dello sbarco in Normandia rappresentò la conseguenza quasi logica della serie di vittorie ottenute sul campo dal fronte alleato tra la seconda metà del 1942 e gli inizi del 1943. Nel giugno ’42 il Giappone registrò la prima sconfitta nelle Midway, lasciando spazio a una lenta e costante ripresa statunitense e all’ottimismo nell’opinione pubblica americana, che già pregustava la vittoria del conflitto. In Africa, il vento cambiò a favore degli Alleati con la vittoria nella battaglia di El Alamein. Questa, unitamente agli sbarchi in Marocco e in Algeria (Operazione Torch), provocò prima la ritirata delle truppe nazi-fasciste in Tunisia e poi la conclusione della campagna africana nel maggio del 1943.

Qualche mese prima, Churchill e Roosevelt si incontrarono a Casablanca per delineare le strategie future: i britannici esclusero per quell’anno l’apertura di un varco in Normandia, puntando a liberare prima il Mediterraneo per consolidare la loro influenza nell’area, soprattutto in Nord Africa. Nel 1943, con la vittoria del conflitto mondiale all’orizzonte, le forze alleate iniziarono infatti a pensare al futuro geopolitico e ai nuovi equilibri di forza che si sarebbero creati da lì a poco. Alleggerire subito il fronte orientale avrebbe significato sia accorciare i tempi del conflitto sia aumentare le probabilità di una controffensiva sovietica, con conseguente allargamento della propria sfera di influenza. Un “sacrificio” che né Winston Churchill né Theodore Roosevelt erano disposti a compiere all’alba della Guerra fredda. 

Consolidata la posizione in Nord Africa e preso coscienza dell’inevitabile influenza sovietica nei Paesi baltici e in Polonia fino alla “Linea Curzon”, Churchill e Roosevelt accontentarono la richiesta di Stalin e durante la Conferenza di Teheran (1943) confermarono lo sbarco in Normandia per la primavera successiva. In poche settimane, la Francia fu liberata e a capo del governo provvisorio venne posto Charles De Gaulle. 

Foto immagine in evidenza dell’articolo “6 giugno 1944: scatta il D-Day in Normandia”: Wired

A proposito di Salvatore Toscano

Salvatore Toscano nasce ad Aversa nel 2001. Diplomatosi al Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “S. Cantone” intraprende gli studi presso la facoltà di scienze politiche, coltivando sempre la sua passione per la scrittura. All’amore per quest’ultima affianca quello per l’arte e la storia.

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