Cos’è una baby gang: analisi del fenomeno e dati

Cos’è una baby gang: analisi del fenomeno e dati

Dall’aggressione al Parco Sempione di Milano per una “sfida social”, ai ripetuti atti vandalici nella periferia est di Napoli, la cronaca del 2025 ha riacceso i riflettori su un fenomeno allarmante. Ma alla domanda: «Cos’è una baby gang?» è possibile rispondere in modo semplice: «una banda di giovani responsabili di azioni di microcriminalità».

Il fenomeno delle bande giovanili è un argomento sempre più centrale nel dibattito politico-sociale, in quanto presenta dei dati preoccupanti. Infatti, secondo la più recente indagine La criminalità: tra realtà e percezione (realizzata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale e l’Eurispes), le segnalazioni riferite ai minori denunciati e/o arrestati sono in costante aumento: tra il 2022 e la fine del 2024 si è registrato un incremento di quasi il 16%.

Cos’è una baby gang: definizione del fenomeno

Lo studio Le gang giovanili in Italia (elaborato da Transcrime in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia) illustra  dei dati relativi al fenomeno a livello nazionale.  Secondo lo studio, una baby gang è una banda giovanile composta da meno di 10 individui, in prevalenza maschili, con un’età compresa tra i 15 e i 17 anni.
I dati forniti dai Comandi Provinciali dei Carabinieri e Questure segnalano che i membri della gang si rendono protagonisti di episodi di criminalità come: atti di bullismo, risse, furti, spaccio di stupefacenti, atti vandalici o disturbo della quiete pubblica. Secondo tali dati, i casi di risse, percosse e lesioni rappresentano il 73% delle attività devianti.

Tipologie di baby gang: non sono tutte uguali

È importante capire che il termine “baby gang” racchiude realtà diverse. Gli studi più recenti tendono a classificarle per motivazione e struttura, offrendo un quadro più chiaro del fenomeno.

Tipologia di gruppo Motivazione principale e attività tipiche
Gruppi fluidi da noia Motivazione: ricerca di eccitazione per combattere la noia. attività: piccoli vandalismi, disturbo della quiete, bullismo, risse occasionali.
Bande predatorie Motivazione: profitto economico e affermazione di potere. attività: rapine, furti seriali, estorsioni a coetanei, spaccio.
Gruppi con legami etnici Motivazione: identità e protezione basata sulla comune origine. attività: controllo di una zona, scontri con gruppi rivali, reati vari.

Il concetto di devianza minorile

La teoria della devianza minorile permette di capire cos’è una baby gang a livello sociologico. Il termine devianza indica l’insieme di condotte che un membro, o un gruppo, di una società mette in atto per violare le norme socialmente stabilite. Tra gli atteggiamenti devianti rientrano tanto gli atti di criminalità quanto il semplice rifiuto di una convezione sociale.
Tra gli studiosi si sono sviluppate diverse teorie sull’argomento, tra le quali quella del criminologo Cesare Lombroso che ipotizza un’origine biologica della devianza: i criminali sarebbero quindi identificabili attraverso le loro caratteristiche fisiche e biologiche.
Secondo altre teorie, il fenomeno è tipico delle aree territoriali in cui vi è un’alta disorganizzazione sociale e un limitato influsso delle norme sociali convenzionali.

L’importanza del concetto di gruppo

La prima parola che ci verrebbe in mente se qualcuno dovesse chiederci cos’è una baby gang è il termine banda o gruppo. Ciò accade perché, una delle peculiarità fondamentali delle baby gang è il senso di appartenenza a un gruppo. Sentirsi parte di un gruppo è un valore primario per gli adolescenti: la scoperta di contesti sociali esterni alla famiglia è fondamentale in questa fase della vita.
Altro elemento importante è il concetto di omogeneità: utilizzare lo stesso stile di abbigliamento, ad esempio, è un riferimento che permette di stimare quanto una persona sia realmente appartenente al gruppo. Il ruolo dei social media è diventato fondamentale in questo contesto, amplificando il bisogno di visibilità attraverso la pubblicazione di video che mostrano atti di violenza, spesso nati da futili motivi o da “sfide” online, come evidenziato in numerosi report della Polizia di Stato.
Il senso di appartenenza al gruppo è uno dei motivi che spinge i ragazzi a percorrere la strada dell’illegalità, poiché si lasciano trasportare dagli altri membri, per i quali avere certi atteggiamenti rappresenta la norma.

Le cause del fenomeno

Dopo aver definito che cos’è una baby gang, e dopo aver descritto alcune caratteristiche del fenomeno, si può affrontare uno degli argomenti più spinosi relativi alla questione:  quello riguardante le cause  determinanti la nascita delle giovani bande.
Le cause che motivano la nascita di una gang giovanile sono molteplici: spesso i membri di tali gang vivono in contesti sociali privi di orientamenti socioeducativi o sono ragazzi incapaci di gestire la frustrazione, che decidono di adottare atteggiamenti aggressivi verso una vittima.  
Secondo lo studio Le gang giovanili in Italia queste forme associative sono un tentativo di compensare, da parte dei giovani, la problematicità di rapporti con le famiglie o con le istituzioni scolastiche: la presenza di problematiche all’interno del nucleo familiare è un fattore che spinge i ragazzi a cercare nel gruppo dei modelli di riferimento. Un ulteriore fattore sono le difficoltà connesse al mondo della scuola, come l’abbandono scolastico, bassi livelli di istruzione e l’assenza di ambizioni personali dal punto di vista formativo o lavorativo.

Come contrastare il fenomeno

Oltre a definire che cos’è una baby gang è necessario offrire anche una prospettiva relativa al contrasto di tale fenomeno; infatti, la centralità di tale realtà nel dibattito politico-culturale porta a chiedersi quali siano le giuste misure per contrastarla.
Lo studio Le gang giovanili in Italia ci dice che, riguardo il percorso di riabilitazione e reinserimento sociale dei membri delle gang giovanili che hanno commesso dei reati, nel 50% dei casi i soggetti usufruiscono della sospensione del procedimento con messa alla prova, un istituto fondamentale del processo minorile, come specificato dal Ministero della Giustizia. Il ricorso alla detenzione in Istituti Penali per Minorenni avviene solo nel 3% dei casi.
Tra gli interventi predisposti all’interno dei progetti educativi, le attività di studio o il lavoro rappresentano il 75%, le attività socialmente utili, sportive o di volontariato il 65%, mentre misure più stringenti, legate al rispetto di determinati orari o al divieto di frequentare luoghi o persone, rappresentano solo il 15%.
Un ruolo significativo è ricoperto anche dal percorso psicoterapeutico che è presente al 35% dei casi.

Fonte immagine: Freepik

Articolo aggiornato il: 07/09/2025

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