Ddl eco-vandali: la legge contro chi imbratta i monumenti

Ddl eco-vandali: la legge contro chi imbratta i monumenti

Il 18 gennaio 2024 è stato approvato dalla Camera il ddl eco-vandali contro gli attivisti che distruggono, deturpano o imbrattano beni culturali o paesaggistici. Il disegno di legge contiene una serie di norme più severe che vanno dalle sanzioni amministrative alla reclusione.

Il ddl eco-vandali è stato presentato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ed è passato in Senato lo scorso 12 luglio 2023 con 85 sì, 53 no e 5 astenuti. Il disegno di legge punta a rafforzare le misure in materia di tutela del decoro, come anche le sanzioni previste dal codice penale per chi imbratta beni culturali o ambientali. Il 18 gennaio 2024 è diventato legge con l’approvazione di tutto il centrodestra, il no delle opposizioni e l’astensione dei deputati di Azione e Italia Viva.

«Ringrazio il Parlamento per il lavoro svolto, prima il Senato e oggi la Camera, per essere finalmente riusciti a raggiungere questo fondamentale traguardo. Oggi è una bella giornata per la cultura italiana e, in particolare, per il patrimonio artistico e architettonico della Nazione. Con l’approvazione definitiva a Montecitorio diventa legge il ddl eco-vandali, da me fortemente voluto, che stabilisce un principio cardine: d’ora in poi, chi arrecherà dei danni al patrimonio culturale e paesaggistico sarà costretto a pagare di tasca propria il costo delle spese per il ripristino integrale delle opere», ha affermato il ministro San Giuliano. «È bene poi ricordare, ancora una volta, che colpire l’arte significa danneggiare anche la natura, perché in virtù dell’antropizzazione del paesaggio alcuni luoghi o monumenti sono diventati parte integrante delle nostre città. Compito dello Stato, come sancisce l’articolo 9 della Costituzione, è quello di preservare questa risorsa unica e preziosa che abbiamo il dovere di proteggere e custodire per le future generazioni», ha concluso.

Il ddl eco-vandali arriva dopo molteplici azioni di protesta degli attivisti per il clima, in particolare del collettivo Ultima Generazione. Esso si era già fatto notare tra il 2022 e il 2023, rendendosi colpevole di innumerevoli azioni tra le quali i blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare e l’imbrattamento con la vernice della facciata di Palazzo Madama, sede del Senato. Nonostante gli arresti che ne sono derivati, il collettivo non si è dato per vinto, continuando la propria attività di protesta. Le ultime azioni dimostrative hanno previsto lo sversamento di liquido nero nella fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna e il lancio di vernice arancione contro Palazzo Vecchio a Firenze. In quest’ultima occasione gli attivisti sono stati fermati dai vigili urbani, aiutati dal sindaco Dario Nardella, il quale si trovava lì per un sopralluogo ed ha assistito alla scena. Duro è stato il suo attacco: «Sono dei barbari. Non è così che si protesta, dovrebbero difenderla la civiltà».

Cosa prevede il ddl eco-vandali?

L’articolo 1 del ddl eco-vandali stabilisce che chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda in tutto o in parte inservibili, oppure non fruibili, beni culturali o paesaggistici propri o altrui, venga punito con una sanzione amministrativa che va da 20.000 a 60.000 euro. Sono invece previste sanzioni da 10.000 a 40.000 euro per chi deturpa o imbratta beni culturali a un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità oppure a un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico. I proventi delle multe verranno riassegnati al Ministero della Cultura affinché vengano impiegati prioritariamente per il ripristino dei beni. È prevista la possibilità per il trasgressore di pagare una sanzione ridotta entro trenta giorni dalla notifica del verbale di accertamento, ma tale opzione non è concessa qualora il trasgressore abbia già usufruito di questa facoltà nei cinque anni precedenti.

L’articolo 2 prevede una modifica al primo comma dell’articolo 518-duodecies del codice penale, in cui dopo le parole «o in parte inservibili o» sono inserite le seguenti: «ove previsto»

L’articolo 3 del ddl eco-vandali prevede invece la modifica dell’articolo 635 del codice penale. Il terzo comma è sostituito dal seguente: «Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro».

Infine, l’articolo 4 va a modificare l’articolo 639 del codice penale come segue:

a) al primo comma, l’espressione «multa fino a euro 103» è sostituita da «multa fino a euro 309»;

b) al secondo comma è stato aggiunto: «Se il fatto è commesso su teche, custodie e altre strutture adibite all’esposizione, protezione e conservazione di beni culturali esposti in musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro»;

c) dopo il terzo comma è inserito il seguente: «Chiunque, fuori dei casi preveduti dall’articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con le pene di cui ai commi precedenti, raddoppiate».

L’approvazione del ddl eco-vandali ha suscitato non poche polemiche al governo. Sono tanti i politici che affermano che le modalità di protesta degli attivisti per il cambiamento climatico non possono essere accettate poiché non sono giuste e provocano ancora maggiore inquinamento. Tanti altri pensano invece che le pene non siano ben proporzionate a proteste che non risultano arrecare danni permanenti (utilizzando vernice lavabile, per esempio) e che abbiano al contrario il solo scopo di intimorire e limitare la libertà di manifestazione del pensiero e del dissenso, come affermato dalla deputata M5S Carmela Auriemma.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Ilaria Panaro

Laureata in lingue e letterature europee, il mio amore per la parola scritta ha guidato ogni passo della mia formazione e carriera. Appassionata di letteratura, mi sono dedicata allo studio delle lingue alla scoperta delle sfumature culturali che permeano le letterature e le culture. Questa passione si riflette anche nel tempo libero poiché sono solita immergermi in opere letterarie di vario genere e periodo. La mia vita è una fusione tra l'amore per le lingue, la dedizione alla letteratura e la gioia della lettura e scrittura.

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