Disturbi comportamentali: come è possibile riconoscere i principali “malfunzionamenti” della psiche umana? Quali comportamenti adottare?
La psiche umana rappresenta uno degli argomenti più stimolanti e affascinanti in cui capita più spesso di imbattersi, così come tutto ciò che riguarda il suo funzionamento…e malfunzionamento. E il disturbo comportamentale si annovera tra quei problemi della psiche che modificano il comportamento dell’individuo al punto da non renderlo conforme alla società a cui appartiene.
Tuttavia, prima di scendere nel dettaglio su cosa sia effettivamente e su come si manifesti, è necessario fare una digressione su cosa sia il disturbo psicologico e cosa la personalità, che ne viene automaticamente influenzata.
Per definire cosa sia la personalità è opportuno distinguere tra temperamento e carattere, che ne sono le componenti caratterizzanti. Con temperamento, intendiamo l’insieme delle tendenze innate e geneticamente trasmesse che ci permettono di reagire agli stimoli esterni; mentre il carattere è il risultato dell’interazione dell’uomo con l’ambiente circostante. L’insieme di queste due componenti genera la personalità dell’individuo, la quale può essere generalmente soggetta a dei disturbi che vengono definiti come una disfunzione dannosa della psiche dalle correlazioni neurobiologiche. Solitamente, i disturbi causano danno all’individuo e possono essere caratterizzati da deficit e/o incapacità di adattamento.
Tra questi, il disturbo comportamentale può manifestarsi nei primi anni di vita oppure nelle prime fasi dell’adolescenza, ma -in entrambi i casi- comprendono tre categorie principali: Disturbo da deficit dell’attenzione/Iperattività (ADHD); Disturbo oppositivo/provocatorio (DOP); Disturbo della condotta (DC). Tutti e tre hanno in comune una parziale o totale incapacità di controllare le proprie emozioni in funzione di esigenze esterne.
DISTURBO DA DEFICIT DELL’ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ
Il bambino affetto da ADHD, manifesta spesso disattenzione e non è in grado di concentrarsi in maniera appropriata sull’attività che si trova a svolgere. Spesso accompagnata da frequente iperattività che trova riscontro in un’eccessiva attività motoria, in momenti poco opportuni. Il tutto, spesso, è contornato da un’attiva impulsività che porta il bambino a non riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni prima di compierle. Tale tendenza spesso nasce da un’incapacità di ritardare una gratificazione o dal desiderio di ottenere un soddisfacimento immediato.
Emergendo, in particolar modo, uno dei tre aspetti, riscontreremo un disturbo “prevalentemente iperattivo-impulsivo” con una tendenza a essere continuamente in movimento o in stati di agitazione, oppure a parlare in maniera eccessiva. A ciò si aggiunge una sviluppata incapacità di attendere il proprio turno in qualsiasi circostanza. Si riscontra un disturbo “prevalentemente disattento”, invece, quando il bambino presenta minori problemi dal punto di vista comportamentale, ma maggiore incapacità nel prestare attenzione. Tra i sintomi si riscontrano la facilità ad annoiarsi o focalizzare la propria attenzione su un’attività per lungo periodo di tempo, la facilità a distrarsi per mezzo di stimoli esterni o difficoltà nel seguire le istruzioni.
Per far fronte a questo disturbo comportamentale, è consigliabile organizzare una routine affinché il bambino sappia sempre cosa aspettarsi nel corso della giornata. Mettere in atto rituali semplici e immediati che possano far fronte al suo disturbo, impostando delle regole chiare e sempre ben visibili, a cui associare eventuali ricompense o punizioni in caso di mancato rispetto di quest’ultime. Risulta consigliabile, inoltre, evitare che il bambino persista in stati di inattività, che potrebbero peggiorare i suoi sintomi, al punto da creare degenerazioni nei suoi comportamenti. Soprattutto, è importante lo svolgimento di un’attività fisica quotidiana che permetta al bambino di incanalare la sua eccessiva energia.
DISTURBO OPPOSITIVO – PROVOCATORIO
Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) agisce sul modo in cui il bambino si relaziona agli altri, scatenando spesso attacchi di rabbia immotivati o frutti di motivi futili. Il bambino affetto da questo tipo di disturbo comportamentale trova difficile rispettare regole o richieste, e reagisce in maniera irritata quando i suoi desideri non vengono accolti. A ciò si aggiunge un atteggiamento prevalentemente vittimistico che lo porta a essere perennemente rancoroso e vendicativo per le ingiustizie che crede di aver subito. Due sono gli elementi contribuitivi al disturbo oppositivo-provocatorio: fattori individuali e contestuali. Tra i fattori individuali riscontriamo il temperamento del bambino e degli individui a cui si relaziona ed eventuali fattori biologici, connotati da un disfunzionamento nel sistema di controllo dei comportamenti aggressivi. Tra i fattori contestuali, invece, rientra un’eccessiva rigidità nel sistema educativo usato nei confronti del bambino, la quale può scatenare reazioni esageratamente aggressive.
Può, pertanto, essere d’aiuto modificare il proprio atteggiamento nei confronti del bambino affetto da questo disturbo comportamentale, adottando un comportamento più conciliante e comprensivo per evitare attacchi d’ira. Inoltre, è suggerito indicare al bambino un modello comportamentale positivo da seguire, preferibilmente della sua stessa età. Stimolato dal desiderio di conformarsi, infatti, il bambino potrebbe riuscire a gestire le sue emozioni. Risulta comunque consigliabile l’aiuto di un terapeuta.
DISTURBO DELLA CONDOTTA
Il disturbo della condotta si presenta come un’evoluzione cronica del disturbo oppositivo-provocatorio, in quanto il bambino/adolescente che ne è affetto, viola in maniera ripetitiva le regole imposte dalla società. Questo disturbo comportamentale rileva un atteggiamento prevalentemente aggressivo con ricorsi ad armi oppure oggetti, nel tentativo di provocare danni fisici. A questo, si aggiunge una particolare tendenza al dire bugie e al raggirare gli altri.
Il disturbo comportamentale di questi bambini è generato prevalentemente da aspetti cognitivi, per cui i soggetti tendono a compiere errori di valutazione in merito ai propri comportamenti, ritenendo il comportamento aggressivo la soluzione più corretta. Questo li porta, generalmente, ad avere poca empatia, bassa autostima e una sovrastima della rabbia. Questi atteggiamenti possono peggiorare per mezzo di fattori biologici (come deficit nei meccanismi di autoregolazione dei propri istinti); contestuali (nelle relazioni bambino-adulto); ambientali (per uno svantaggio socio-economico o culturale).
In questi casi, è consigliabile suggerire soluzioni migliori per far fronte ai problemi che il bambino si trova ad affrontare: ponendolo nell’ottica di avere un’alternativa che vada al di là della violenza. Inoltre, bisogna far sì che il bambino prenda coscienza dei propri stati emotivi, così da riuscire a scegliere, di volta in volta, l’atteggiamento più adeguato.
Tuttavia, i disturbi del comportamento non sono semplici da risolvere e spesso non basta essere consapevoli del problema per trovare una soluzione. Per questo motivo, risulta consigliabile chiedere comunque aiuto a un terapeuta per far fronte ai disturbi del bambino e trovare la soluzione migliore per gestire i risvolti non previsti.
Fonte immagine: https://study.com/academy/lesson/anger-bipolar-disorder.html