Dalla Maschera di Agamennone ad Atena: meraviglie del Museo Archeologico Nazionale di Atene

Nel cuore della capitale greca sorge il Museo Archeologico Nazionale di Atene, una delle istituzioni culturali più prestigiose al mondo. Fondato nel 1889, il museo nacque con l’intento di raccogliere in un unico luogo le testimonianze più significative delle civiltà che hanno fiorito nel territorio greco. Oggi le sue collezioni raccontano una storia che attraversa millenni, dalla preistoria fino all’epoca ellenistica, e offrono al visitatore la possibilità di compiere un autentico viaggio alle origini dell’arte e del pensiero occidentale.

Passeggiando tra le sue sale, ci si trova di fronte a opere che non sono solo capolavori artistici, ma vere e proprie finestre aperte su mondi scomparsi. Alcune di esse, in particolare, hanno assunto un valore simbolico universale.

La Maschera di Agamennone

La maschera di Agamennone

Scoperta da Heinrich Schliemann nel 1876 a Micene, questa maschera funeraria in oro, datata al XVI secolo a.C., è forse il reperto più famoso del museo. Pur non appartenendo davvero all’eroe omerico Agamennone, è diventata l’emblema della civiltà micenea e della sua raffinatezza artistica. Il volto stilizzato, con baffi e barba, sembra voler restituire dignità e potere al defunto.

Il Poseidone di Capo Artemisio

Il Poseidone (o Zeus) di capo Artemisio

Recuperata dal mare al largo di Eubea, questa statua in bronzo del V secolo a.C. raffigura una divinità nell’atto di scagliare un’arma. Gli studiosi discutono ancora se si tratti di Zeus, con il fulmine, o di Poseidone, con il tridente. In ogni caso, l’opera colpisce per l’equilibrio tra tensione muscolare e armonia delle proporzioni, sintesi perfetta dello stile classico.

Il Cavaliere di Artemision

Il cavaliere di Artemision

Risalente al II secolo a.C., questo bronzo ellenistico raffigura un giovane fantino su un cavallo lanciato al galoppo. La scena trasmette un’impressione di movimento e potenza senza precedenti nella statuaria antica. La sproporzione tra le dimensioni del cavallo e del cavaliere non diminuisce l’effetto: anzi, ne accentua il pathos e il dinamismo.

Il Kouros di Capo Sunio

Il kouros di capo Sunio

Tra le testimonianze dell’arte arcaica spicca questo kouros, statua marmorea di un giovane nudo risalente al 600 a.C. Con la sua rigidità formale e il tipico “sorriso arcaico”, rappresenta un ideale di bellezza e vigore, ma anche una funzione religiosa, legata al culto e alla memoria.

Gli affreschi di Akrotiri

Gli affreschi di Akrotiri (Santorini)

Le sale dedicate alla civiltà minoica custodiscono i celeberrimi affreschi provenienti dall’insediamento di Akrotiri, sepolto da un’eruzione vulcanica nel II millennio a.C. Raffigurano paesaggi marini, animali e scene di vita quotidiana con colori vivaci e uno stile sorprendentemente moderno. Sono una delle testimonianze pittoriche più antiche e raffinate d’Europa.

L'Atena Varvakeion

L’Atena Varvakeion

Questa piccola ma preziosa copia romana riproduce fedelmente la Atena Parthenos di Fidia, la colossale statua crisoelefantina che un tempo dominava il Partenone. Grazie ad essa possiamo immaginare l’aspetto dell’originale perduto: Atena in piedi, armata, con la Nike nella mano destra e lo scudo decorato con scene mitiche.

L'Atena Lenormant

L’Atena Lenormant

Dulcis in fundo, l’Atena Lenormant, un’altra copia marmorea della Parthenos, di dimensioni ridotte ma ricca di dettagli. Insieme alla Varvakeion, costituisce una fonte insostituibile per ricostruire l’iconografia di una delle opere più importanti dell’antichità e il ruolo centrale della dea nella vita religiosa e politica di Atene.

Il Museo Archeologico Nazionale di Atene non è solo una raccolta di reperti o di opere: è un luogo in cui la memoria del passato si fa esperienza viva. Ogni sala racconta storie di uomini e dèi, di battaglie e riti, di arte e quotidianità. Visitandolo, si comprende come la Grecia antica non sia un capitolo chiuso della storia, ma un patrimonio che continua a parlare al presente, ricordandoci le radici comuni della nostra cultura.

Fonte immagini: archivio personale.

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