I sistemi di controllo sociale in Cina

I sistemi di controllo sociale in Cina.

Il Sistema di Credito Sociale è il grande fratello cinese capace di assegnare premi e punizioni ai propri cittadini in base ai loro comportamenti

Con un’estensione di circa dieci milioni di chilometri quadrati e con una popolazione di un miliardo e trecentomila individui, il controllo sociale dei suoi cittadini non è la mansione più facile per il governo cinese. La burocrazia, da sempre apparato amico dei governi comunisti, rappresenta l’unico strumento da dispiegare in modo capillarizzato, capace di raggiungere anche i villaggi più lontani, ma alcune delle pratiche di controllo, hanno origini molto più antiche della storia comunista cinese.

L’hukou

L’hukou, per esempio, è un sistema di registrazione della residenza che risale al quattordicesimo secolo ma che è stato perfezionato nella forma attuale nel 1958. Se la ratio storica dell’hukou era quella di un registro per l’imposizione fiscale, l’obbiettivo con il quale la legislazione è stata ridisegnata nel secolo scorso, è quello di garantire un’opportuna distribuzione dei cittadini, evitando un sovraffollamento delle aree urbane. Con il tempo il sistema si è trasformato in uno strumento di controllo degli spostamenti, impedendo agli abitanti delle zone rurali di recarsi nelle città, da sempre luoghi dove il partito faticava a mantenere il controllo. In cambio della residenza lontana dalle città, il governo garantiva servizi di welfare, come educazione gratuita e assistenza sanitaria. Con l’esplosione dell’economia cinese, la necessità di migrare per cercare fortuna in zone più industrializzate ha prevalso su quei servizi, creando a tutti gli effetti delle caste: da un lato i mingong, i migranti, senza protezioni e welfare, dall’altro lato i cittadini nativi delle zone urbane, più ricchi e spalleggiati dall’assistenza statale.

Per di più, il governo cinese a partire dagli anni Ottanta, ha digitalizzato i registri dell’hukou, rendendo più “efficiente” il controllo degli spostamenti e tracciando possibili minacce alla sicurezza nazionale. Un vero e proprio occhio occulto del partito, capace di raggiungere anche le province più lontane.

Il CNGrid

Altro esempio di strumento di controllo è il “China National Grid project” (CNGrid). Questa volta la storia e la tradizione non c’entrano nulla, ma è tutta farina del sacco del partito comunista. Avviato nel 2004 come pilota nel distretto Dongcheng di Pechino e poi esteso nel 2015 in tutta la Cina, il progetto prevede la suddivisione del territorio in microaree, ognuna assegnata a dei controllori. Il controllore ha il compito, dietro compenso, di riportare alle autorità possibili minacce o accadimenti che minano la sicurezza della nazione. È possibile riconoscerli per la banda rossa che portano intorno al braccio e nelle zone più rurali, di solito sono tassisti.

Socialmente i controllori non vengono ben visti dalla popolazione, che li reputa delle “spie” del governo centrale. Tutto ciò produce un’aria di diffidenza all’interno delle comunità, che vedono la loro privacy minacciata anche dalle telecamere per la videosorveglianza, connesse al CNGrid.

Il Sistema di Credito Sociale

Se tutto questo non bastasse, in Cina si è deciso di andare ancora più affondo con il controllo sociale, attraverso la creazione di un vero e proprio grande fratello. Proprio per combattere la diffidenza diffusa nella comunità cinese, il governo ha deciso di rendere pubblica una serie di comportamenti negativi dei propri cittadini, assegnando loro un punteggio. Il sistema, chiamato Sistema di Credito Sociale, è stato ideato nel 2014 ed entrerà a pieno regime nel 2020. Fino ad allora, il governa sperimenterà il sistema permettendo a dei “volontari” di partecipare.

Secondo la “Pianificazione della Creazione del Sistema di Credito Sociale”, l’obbiettivo del sistema è proprio quello di rendere consapevoli i cittadini delle conseguenze delle proprie azioni. Davanti ad una comunità sempre più vittima di frodi e truffe, il partito si pone come guida, disegnando con precisione un “corridoio” di giustezza comportamentale, al di fuori del quale, il cittadino trova solo svantaggi e soprattutto la gogna mediatica.

Funzionamento, premi e punizioni

Il Sistema di Credito Sociale è in realtà un complesso di più sistemi attualmente gestito da alcune multinazionali in collaborazione con il governo. Tra i vari gestori troviamo China Rapid Finance, partner di Tencent (la compagnia dietro WeChat) e Sesame Group, provider di servizi finanziari affiliato con Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce. Proprio Alibaba ha rivelato quali sono le categorie comportamentali che determinano il punteggio dell’individuo nel suo sistema, senza però divulgare il complesso algoritmo dietro. Le categorie sono: la storia creditizia, la capacità di onorare i contratti stipulati, caratteristiche personali, comportamenti e preferenze e relazioni interpersonali. Secondo la prima categoria, una persona incline a indebitarsi e a pagare con scarsa puntualità i debiti riceve un punteggio più basso rispetto a che paga con precisione. La seconda categoria premia, per esempio, la capacità di pagare regolarmente le bollette e di rispettare quindi gli impegni contrattuali. Il terzo fattore si fonda sulla “veridicità” delle informazioni personali, come indirizzo e numero di telefono. Con la quarta, le cose si fanno interessanti. Un cittadino cinese che è solito giocare ai videogiochi online per molto tempo avrà un punteggio più basso rispetto a chi, per esempio compra online solo pannolini per il figlio. Gli algoritmi infatti leggono, l’essere genitori come segno di serietà e responsabilità, premiandoli con un punteggio più alto. Anche l’ultima categoria non scherza. Comunicare sui social la propria passione per il partito, essere gentili e infusori di energia positiva faranno alzare il proprio score. Alibaba ha affermato che postare contenuti “negativi” non influenzerà lo score ma questo non possiamo saperlo con certezza data la segretezza dell’algoritmo.

I tipi di punizione per chi ha una condotta sbagliata variano. Si va dal vedersi rallentata la propria connessione internet, all’esclusione da hotel e viaggi aerei (in realtà metodi già sperimentati in passato dal governo cinese). In aggiunta, il proprio nome finisce su una blacklist accessibile pubblicamente da tutti. Le ricompense invece prevedono accesso facilitato al credito o la richiesta di un minor numero di documenti quando si viaggia o si noleggia qualcosa. Fino al 2020, i cittadini non riceveranno questo tipo di punizioni, almeno non tramite il sistema di Alibaba, ma verranno per lo più premiati per comportamenti positivi.

Mai più offline

La creazione di database o l’uso di dang’an online (ovvero gli storici archivi dove il partito conserva tutte le informazioni dei suoi cittadini) devono farci riflettere su una cosa importante. La dicotomia offline/online sta finendo. Un tempo separati, i due mondi ora si fondono, rendendo impossibile rinunciare ad una vita sempre connessa. Se è vero che Sistema di Credito Sociale cinese non guarda solo ai comportamenti online, c’è da sottolineare come non venga contemplato l’oblio digitale. Il comportamento offline, se non supportato dalla navigazione online, potrebbe essere insufficiente a garantire l’integrità di punteggio del cittadino. Inoltre, di questi tempi è facile incontrare persone che si comportano in modo aggressivo online per poi rimangiarsi tutto lontani dallo schermo del pc, in Cina questo non sarà possibile. L’unificazione dei due mondi comporterà anche l’unificazione delle nostre personalità, estremamente frammentate e incoerenti.

Mentre l’Occidente si scandalizza e grida alla distopia, tutto questo sembra piacere, per ora, ai cinesi. Quando nel 2016 l’ente del turismo cinese postò la blacklist con i nomi dei soggetti a cui era negato l’accesso ai voli, la notizia fu accolta con entusiasmo sui social cinesi. La cosa preoccupante è che ad apprezzare questa prigione, questo panopticon virtuale, sono proprio i cinesi più istruiti provenienti dalle zone urbane. È questa fascia di popolazione, stanca di truffe e raggiri, a credere che riceverà i maggiori benefici dal sistema, soprattutto per quel che riguarda prestiti e agevolazioni finanziarie.

Sarà da vedere, quando il sistema entrerà a pieno regime, se oltre a parlare dei benefici, inizieranno ad accorgersi anche delle punizioni.

 

Fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/cctv-sicurezza-macchina-fotografica-1144371/

A proposito di Massimiliano Masciarelli

Mi annoia quello che siamo ma mi affascina quello che saremo. Porgo l'orecchio al futuro e resto in ascolto. Il più delle volte sento solo rumore bianco. Le altre, scrivo.

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