La difficile vita di chi è Migrante e Rifugiato

La difficile vita di chi è Migrante e Rifugiato

La difficile vita di chi è Migrante o Rifugiato si fa sempre più complessa. Oggigiorno, ancor più di prima, trattare questa tematica estremamente delicata, non è semplice: si registrano sempre più casi drammatici. 

Indire la Giornata Mondiale per ricordare la dignità- che a volte, purtroppo, viene calpestata- di chi conduce la difficile vita del Migrante e del Rifugiato è indubbiamente un’iniziativa necessaria per riconoscere i diritti di chi migra, le loro sofferenze. Il 25 Settembre si ha l’obbligo morale di ricordare, anno dopo anno, che ogni persona dovrebbe sentirsi al sicuro ovunque si trovi. 

La causa principale delle migrazioni è legata a condizioni socio-politiche, economiche e sanitarie ingestibili, che costringono sempre più individui a muoversi e cercare vita altrove. Questo processo porta ad una serie di ingiuste discriminazioni da parte dei Paesi ospitanti verso chi si sposta con la sola speranza di continuare a vivere. A volte l’altro non viene accettato perché considerato di troppoLa difficile vita del Migrante e del Rifugiato serve per mettere in luce la quaestio di unione e fratellanza, nel momento in cui questa giornata vuole forse sottolineare che siamo tutti figli di un’unica umanità. 

Qual è la situazione in Europa? Rifacciamoci anche ai dati dell’UNICEF.

Il fenomeno in questione è sicuramente tra gli argomenti più attuali degli ultimi tempi. Dal 2015, più di 2,5 milioni di individui hanno attraversato il Mediterraneo. I motivi sono i più svariati ma ogni persona è mossa da disperazione perché non vi è altra soluzione. C’è chi scappa dalla povertà, dalla violenza e chi si allontana dalle guerre con la speranza di trovare altrove una vita migliore

Gli arrivi in Europa sono aumentati nell’ultimo anno: oltre 269.900, di cui circa 64,500 minori. Queste persone fuggono spesso dal Medioriente, dal Nord Africa, dall’Africa Sub-Sahariana, dall’Asia Centrale e Meridionale. Questa è, senza dubbio, una situazione drammatica. Ultimamente essa è accentuata ed aggravata dalla maggioranza di donne e bambini vittime della guerra tra Russia e Ucraina. Si tratta infatti dell’emergenza dei rifugiati ucraini. 

Ci sono sicuramente paesi più accoglienti di altri nei confronti dei richiedenti asilo e questa differenza perché esiste ancora? Perché non accogliere liberamente e aiutare senza freni chi ha bisogno?

Liberi di scegliere se migrare o restare è stato il tema scelto da Papa Francesco nel 2023  per celebrare la Giornata Mondiale e sottolineare la difficile vita del Migrante e del Rifugiato e questa libertà viene sottolineata per aprire le menti e di conseguenza far aprire le porte! Non ci possono più essere morti, solo perché, liberamente, determinati individui hanno scelto di fuggire da una condizione invivibile che Paesi più agiati non possono neanche minimamente immaginare. L’inclusione è la chiave e la riflessione più lunga che corona questa giornata. Gli individui che si spostano sono liberi di scegliere anche se ingabbiati da situazioni economiche, socio-politiche che invece negano loro la libertà. Scegliendo di spostarsi mettono in atto una coraggiosa scelta in un mondo in cui, soprattutto in questo momento, il cambiamento fa paura. Loro, invece, si affidano ad esso con fiducia.  Spesso vivono di stenti nei Paesi d’arrivo, altri riescono a rifarsi una vita attraverso un lavoro grazie all’organizzazione volta all’accoglienza solidale e concreta presente nel luogo in cui si trovano. 

La difficile vita del Migrante e del Rifugiato è una realtà che va osservata: la Giornata Mondiale non è necessaria solamente a ricordare e volgere, dunque, lo sguardo al passato rispetto agli accaduti. Essa è importante perché, attraverso la memoria, è possibile proiettarsi in maniera migliore verso il futuro. 

Fonte immagine: Pixabay

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