Next Generation Tax: patrimoniale sulle grandi ricchezze

Next Generation Tax

Disuguaglianze in continuo aumento da anni e mancanza di investimenti sul welfare: queste le motivazioni alla base della proposta di legge di iniziativa popolare Next Generation Tax (formalmente Istituzione di un’imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni). Per il comitato promotore si tratta di “Una tassa per ridurre le tasse al ceto medio e ai tanti che sono in difficoltà e a vantaggio delle giovani generazioni, consapevoli che la più grande ricchezza è il futuro”. Ma di cosa si tratta in dettaglio?

NG Tax: cos’è una proposta di legge di iniziativa popolare

Anzitutto la Next Generation Tax è una proposta di legge di iniziativa popolare, cioè un progetto di legge redatto da cittadini e proposto al Parlamento a seguito della raccolta di almeno 50.000 firme di cittadini iscritti alle liste elettorali. La raccolta firme ha inizio con la presentazione del progetto di legge alla cancelleria della Corte di Cassazione. A partire dalla vidimazione del primo foglio di raccolta firme si hanno sei mesi per la presentazione delle firme. Considerata la situazione pandemica, la validità delle firme che scadrebbero durante lo stato di emergenza è prolungata di sei mesi a partire dalla fine dello stato di emergenza

Il progetto di legge della NG Tax è stato presentato alla Cassazione l’11 giugno 2021 (GU Serie Generale, n° 139 del 12-06-2021, atto 21A03651). L’elenco di tutti i progetti di legge di iniziativa popolare che hanno superato la quota di firme necessaria e sono stati portati in Parlamento è consultabile online.

Next Generation Tax: la proposta

I punti principali della NG Tax sono:

  • Abolizione di tutte le imposte patrimoniali esistenti: verrebbero eliminate l’Imposta Municipale Unica (IMU) e l’imposta di bollo sui conti correnti bancari e di deposito titoli. I Comuni verrebbero compensati delle mancate entrate tramite il Fondo di solidarietà comunale.

  • Imposta progressiva sui grandi patrimoni: verrebbe istituita una tassa unica e progressiva sui patrimoni oltre il mezzo milione di euro (per gli immobili si considera il valore catastale già utilizzato per l’IMU, non il valore di mercato).

  • Patrimoniale ad aliquota progressiva:

    • 0,2% per un’imponibile tra 500.000 euro ed 1 milione di euro

    • 0.5% per un’imponibile tra 1 milione di euro e 5 milioni di euro

    • 1% per un’imponibile tra 5 milioni di euro e 10 milioni di euro

    • 1.5% per un’imponibile tra 10 milioni di euro e 50 milioni di euro

    • 2% per un’imponibile oltre i 50 milioni di euro

  • Fondi per il welfare: le entrate della Next Generation Tax confluirebbero in un apposito fondo di spesa, il Fondo Articolo 3, da destinare ad interventi su “tutela della salute, welfare, diritti sociali, famiglia, istruzione scolastica, istruzione universitaria e post-universitaria, diritto all’abitazione ed assetto urbanistico”. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) dovrebbe documentare alle Commissioni Parlamentari le spese relative a questo fondo.

Il testo completo della proposta è consultabile qui. È possibile firmare agli appositi banchetti oppure gratuitamente online tramite SPID o firma digitale qualificata.

NG Tax: i dati

Come sostenuto dai promotori della legge, è innegabile che le disuguaglianze in Italia siano aumentate negli anni, e la pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione. Secondo il rapporto Oxfam Italia 2021 e dati della Banca d’Italia da questo citati, dall’inizio della pandemia oltre il 97% degli intervistati ha visto il proprio reddito invariato od in diminuzione. Solamente il 3% ha visto un aumento del proprio reddito.

Un altro dato è il coefficiente di Gini, utilizzato per valutare la disuguaglianza nelle distribuzioni di reddito o ricchezza. È compreso tra zero (uguaglianza perfetta, tutti hanno la stessa ricchezza) e cento (disuguaglianza perfetta, una persona detiene tutta la ricchezza). Secondo il Global wealth report 2021 di Credit Suisse, in Italia dal 2000 al 2020 è salito da 60.1 a 66.5.

Secondo il Global wealth databook 2021, sempre di Credit Suisse, ad oggi in Italia l’1% più ricco della popolazione detiene il 22.2% della ricchezza nazionale. Allargandosi al 5% più ricco della popolazione, questo detiene il 40.4% della ricchezza nazionale. Secondo un’analisi de Il Corriere, per rientrare nell’1% più ricco della popolazione occorre un patrimonio minimo di 1.15 milioni di euro. All’opposto, tornando al rapporto Oxfam, il 60% più povero della popolazione detiene solamente il 13.3% della ricchezza nazionale.

Immagine articolo: a cura del comitato promotore

Francesco Di Nucci

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