Totalitarismi in America Latina: 4 violente dittature

Totalitarismi in America Latina

Nei due decenni tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta, diversi Paesi in America Latina hanno sperimentato cambiamenti autoritari attraverso colpi di stato orchestrati dalle forze militari. L’obiettivo dei totalitarismi in America Latina era eliminare i regimi democratici che avevano difficoltà a radicarsi in questa regione del continente.

Gli oppositori di tali governi subivano torture, esecuzioni senza processo e sparizioni. Pur presentando variazioni nelle loro caratteristiche e modalità, i diversi totalitarismi in America Latina collaboravano segretamente nel cosiddetto Plan Condor, mirato a contrastare le forze politiche di sinistra. Durante questa operazione, le dittature richiedevano l’arresto, l’estradizione o addirittura l’eliminazione dei dissidenti nei territori controllati da altri regimi, con i militari a volte collaboranti nei sequestri e nelle pratiche di tortura.

Vediamo di seguito come si sono sviluppati i diversi totalitarismi in America Latina.

Cuba

Quando parliamo di  Rivoluzione cubana facciamo riferimento al momento in cui il Movimento del 26 luglio ha rovesciato il dittatore cubano Fulgencio Batista, portando al potere Fidel Castro e combattendo contro i totalitarismi in America Latina. Questo evento ha segnato anche l’inizio di un processo per costruire una società più ugualitaria basata su idee di Marx, avviato dal nuovo governo cubano nel 1959.

Durante la giovane storia indipendente di Cuba, gli Stati Uniti hanno dimostrato un forte interesse. Il regime di Fulgencio Batista era favorevole agli USA, proteggendo i loro interessi economici, ma la guerriglia ha cambiato questo equilibrio. Gli attacchi hanno danneggiato gli interessi americani sull’isola, portando a un cambiamento di opinione negli Stati Uniti sulla brutalità del regime. Nonostante il sostegno degli USA, Batista ha fallito nel sedare la rivolta. L’embargo sulle armi imposto dagli USA nel 1958 ha colpito duramente Batista, nonostante le rassicurazioni temporanee.

Fidel Castro, con un approccio propagandistico e interviste ai media americani (essenziali nella lotta ai Totalitarismi in America Latina), ha cercato di presentarsi come un democratico amico degli USA. Anche se i servizi segreti avevano dossier su di lui, la sua vera natura è rimasta enigmatica e, nonostante le preoccupazioni riguardo a Raúl, hanno concluso che Castro non rappresentasse un pericolo comunista, grazie anche alle sue abilità politiche e mediatiche.

Argentina

Nel 1972 in Argentina, il regime militare cercò un accordo con l’ex dittatore Juan Perón a causa di problemi economici interni e di disordini causati dalla guerriglia marxista. Dopo l’elezione trionfale di Perón nel 1973, l’ordine e l’economia non migliorarono. Alla morte di Perón nel 1974, sua moglie Isabel prese il suo posto. Nel 1976, i militari deposero Isabel Perón e iniziarono una serie di governi militari, caratterizzati dalla “guerra sporca”. Il dittatore Jorge Rafael Videla generò la tragedia dei desaparecidos, con la scomparsa di oppositori e il rapimento dei loro figli. Andava allora avanti la lotta contro i totalitarismi in America Latina.

Le Madres de Plaza de Mayo, guidate da Azucena Villaflor, iniziarono a manifestare pacificamente per cercare la verità sui loro cari scomparsi. Nel 1981, Videla fu detronizzato da un colpo di stato guidato da Roberto Eduardo Viola. L’Argentina fu governata da diversi dittatori fino al 1983 quando il governo militare cedette il potere civile dopo la sconfitta nella guerra delle Falkland (Malvinas) contro la Gran Bretagna.

Negli anni successivi, ci sono stati processi per giustizia contro i dittatori argentini, inclusi Videla e Bignone, condannati per crimini contro l’umanità. Nonostante le sentenze, nessuno dei condannati ha mostrato pentimento. La ricerca della verità e della giustizia continua per le Madres e le Abuelas de Plaza de Mayo, mentre l’Argentina affronta ancora ferite aperte.

Cile

Nel 1964, le elezioni videro Salvador Allende Gossens del Frente de Acción Popular, sostenitore di riforme economiche radicali, contro Eduardo Frei del Partito democratico cristiano, propugnatore di riforme più moderate. Frei, sostenuto dagli Stati Uniti, vinse con il 56% dei voti. Nel 1970, Allende trionfò, diventando il primo Capo di Stato marxista democraticamente eletto dell’emisfero occidentale. Tuttavia, la sua nazionalizzazione delle compagnie di rame statunitensi portò a sanzioni dagli USA, innescando manifestazioni contro le sue politiche.

L’11 settembre 1973, la Marina e l’aeronautica cilena attaccarono il Palazzo presidenziale, dando prosieguo alla lotta ai totalitarismi in America Latina. Allende morì nell’assedio e la giunta militare di Augusto Pinochet prese il controllo. Pinochet avviò una campagna brutale contro gli oppositori, causando migliaia di morti, imprigionamenti e esili. Governò con fermezza fino al 1988, quando perse un referendum sulla sua permanenza al potere. Le elezioni del 1989 portarono al potere Patricio Aylwin.

Nel 1998, Pinochet venne arrestato a Londra per crimini contro l’umanità e tortura, in seguito a un mandato emesso da un giudice spagnolo. Tornato in Cile, fu arrestato nuovamente nel 2000, ma evitò un processo completo. Morì nel 2006.

Paraguay

Per 35 anni, la dittatura di Alfredo Stroessner dominò il Paraguay, iniziando e finendo con un colpo di stato. Represse brutalmente l’opposizione ma guadagnò sostegno dai più poveri grazie a un sistema di assistenza pubblica avanzato. Pur modernizzando infrastrutture come strade e investimenti, il suo regime era caratterizzato da una dura repressione del dissenso, tipico dei totalitarismi in America Latina.

Purificò il proprio partito eliminando le possibili minacce al suo potere, imprigionando gli oppositori e mandando all’esilio i giovani del partito. Organizzò elezioni fittizie, mantenne il controllo con violenza e incarcerazioni di massa, incluso il fenomeno dei desaparecidos.

La stessa fazione dissidente che lo aveva aiutato a salire al potere, lo spodestò nel 1989. Andrés Rodríguez, il suo consuocero, lo esiliò in Brasile dove morì nel 2006. Solo nel 2016 è iniziato il processo di identificazione dei desaparecidos, e nel 2019 sono state scoperte ossa umane nella sua residenza estiva, utilizzata come centro di tortura.

Fonte immagine dell’articolo sui totalitarismi in America Latina: Freepik

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