Via Col Vento, rimosso dal catalogo HBO: il caso

Via col vento

La HBO rimuove dal suo catalogo Via Col Vento dopo le accuse di razzismo mosse al colossal del 1939.

Vento di Tempesta

Sono davvero in pochi (sciagurati!), a non aver mai visto Via Col Vento. Il film di Victor Fleming, con uno straordinario Clark Gable e una superba (e a tratti odiosa) Vivien Leigh è ancora oggi un’icona del cinema mondiale. Rhett Butler e Rossella O’Hara sono due figure che difficilmente si faranno dimenticare: la loro storia d’amore/odio, fatta di tragedie, di lotte e risentimenti è sicuramente una delle migliori espressioni di quel cinema Hollywoodiano che, si può dire con trasparenza, non esiste più.
Il saccheggiatore dei Premi Oscar del 1940 ( ben 8 premi vinti su 13 nomination, più due premi speciali) non ha mai smesso di appassionare i suoi spettatori, che ancora oggi si lasciano trasportare nel 1861 e rivivono le passioni, i dolori e le tensioni dei diversi protagonisti. Non a caso, parliamo di uno dei maggiori successi commerciali di sempre, inflazione permettendo.

Eppure, anche Via Col Vento non è intoccabile, anzi. Proprio perché esponente maggiore dei tanti lavori prodotti dalla Mecca del Cinema, è stato spesso oggetto di critiche. Mai però si era arrivati a quanto successo negli ultimi giorni. In seguito infatti alle forti contestazioni e al momento sociale sicuramente difficile dopo il caso di George Floyd, l’America vive inevitabilmente una crisi profonda che scuote l’intero Occidente, e che nelle sue scosse sismiche non risparmia nemmeno gli edifici più solidi.

Numerose infatti sono state le accuse promosse nei confronti dell’opera. Il film, ambientato come già ricordato nel 1861, ripercorrendo le intere vicende della guerra civile americana, non può che essere specchio di evidenti stereotipi razzisti, con episodi espliciti e con atteggiamenti che a tutto fanno pensare tranne che a posizioni paritarie per la popolazione di colore. Tale motivazioni hanno spinto la HBO a rimuovere dal catalogo la tormentata storia d’amore di Via Col Vento, non senza qualche riserva.
Da segnalare, poi, che anche altri lavori sono entrati nel mirino dei contestatori: la serie ‘Cops’, il reality show che elogia la polizia mostrando i suoi inseguimenti e il blocco dei sospettati, è stato cancellato dopo 33 stagioni a seguito delle numerose critiche.

Via Col Vento: dalla trama al caso

Rivolgendoci ancora a quei pochi (che non saranno però più perdonati dopo la lettura del presente articolo) che non hanno ancora visto Via Col Vento, risulta difficile sintetizzare gli intrecci che ruotano intorno alla bella Rossella O’Hara, ma ci proveremo, senza rivelare troppo delle tre ore (quasi quattro) di film.
Partendo dal 1861, alle porte dell’imminente scontro americano, Via Col Vento narra le vicende di un’incantevole e fin troppo vivace ragazza del Sud, Rossella O’Hara, figlia di buona famiglia, e delle vicende amorose che segneranno la sua vita. Innamorata perdutamente di Ashley Wilkes (Leslie Howard), rimarrà profondamente delusa dalla notizia delle nozze di quest’ultimo con Melania Hamilton (Olivia de Havilland), nonostante le promesse d’amore del giovane ragazzo. Complice un fortuito incontro con Rhett Butler (Clark Gable), e l’imminente Guerra di Secessione, la vita di Rossella cambierà di colpo. Si ritroverà infatti a dover badare alla donna tanto odiata, soffrirà la fame, sentirà per prima gli effetti della sconfitta del Sud, sarà coinvolta in matrimoni e il suo lato di fanciulla viziata sarà presto un ricordo.

Venendo però a quel che più ci è caro raccontare, è innegabile come si diceva in partenza, che il film risenta non solo della sua ambientazione, ma anche degli anni in cui è stato prodotto. Il 1939, seppur lontano dal 1861 raccontato, non è poi quel florido periodo di parificazione di diritti che potremmo immaginare. La narrazione è dunque compromessa e falsata, poco sensibile a tematiche che oggi risultano impossibili da nascondere, e nessun “Francamente me ne infischio” del buon Clark può essere purtroppo utilizzato.

Rossella è una ragazza del Sud. Di una ricca famiglia del Sud. E ricche sono le scene in cui sono presenti i “servi negri”: dai domestici tuttofare, agli aratori dei campi, a giovani bambine che rinfrescano fanciulle bianche. Il che non sarebbe criticabile, in quanto realmente accaduto, se si fornisse una giusta visione. Le scelte di regia e sceneggiatura infatti, non sono certo state benevole sul tema. I personaggi di colore sono infatti caratterizzati da atteggiamenti spesso goffi, ironici, insomma si comportano da stupidi. E sono spesso stupidi felici di esserlo. Nessun cenno di spiccato malcontento, nessuna reazione, nessun malumore; amano e accettano la loro posizione. Il tutto è poi peggiorato, dicevamo, da alcuni aspetti più che discutibili: sia in lingua originale che nel doppiato italiano, tali personaggi hanno accenti forzati, linguaggio volgare e sgrammaticato: caricature stereotipate che, certamente, prestano il fianco a più di una critica.

Rossella O’Hara : “Io la frusto quella Prissy!

La scena che più crea indignazione è quella della giovane schiava Prissy, che in un momento carico di tensione e molto emotivo, riceve in ricompensa uno schiaffo dalla sua padrona. Più e più volte poi, Rossella minaccia di frustare o vendere la povera (e ancora una volta, dipinta fin troppo ingenuamente) ragazzina. Probabilmente è questo episodio che più di tutti ha dato il via alle pesanti critiche che affliggono il film e che hanno portato alla scelta presa dalla HBO.

Eppure, qualcosa di positivo si potrebbe trarre. Pensiamo al personaggio di Mami: l’esperta serva domestica che serve da generazioni la famiglia O’Hara, personaggio utilizzato (come abbiamo già sottolineato) in chiave “comica”. Ebbene, la prestazione di Hattie McDaniel valse la vittoria agli Oscar per il premio “Miglior attrice non protagonista”. Un premio storico: la McDaniel fu infatti la prima attrice afroamericana ad essere mai stata premiata con un Academy Award. Ma anche lì, si parla di vittoria a metà, se consideriamo che l’albergo che ospitava la cerimonia degli Oscar, l’Ambassador, uno dei più opulenti della città, aveva una regola ferrea: i neri non potevano stare coi bianchi. Fu la prima volta che le veniva concesso di ricevere un applauso pubblicamente, per la sua interpretazione. Non era stata invitata neppure alla prima del film, ad Atlanta: le leggi razziali non lo permettevano.

Via Col Vento, nonostante tutto?

Si.
Lecito è l’interrogativo che viene a crearsi. Si, Via Col Vento contiene stereotipi, è un film che può risultare offensivo, e che tocca inevitabilmente la sensibilità di molti. Ma è un film del ’39, ambientato nel 1861. Con questo non si cerca di giustificare certe visioni, solo gli sciocchi potrebbero lanciarsi in tale compito, ma di contestualizzare il tutto. “Contestualizzare” è forse una delle parole più utilizzate delle ultime settimane, gli episodi di cronaca collegati alle recenti proteste (si pensi alle più recenti nei confronti di Statue e Monumenti Storici) sono tutti connessi dalla stessa parola. Oltre questo, bisogna poi sottolineare un altro aspetto forse fin troppo taciuto: non solo quel che Via Col Vento nasconde, ma ciò che mostra.
Oltre all’intreccio amoroso infatti, è impossibile non notare come l’intera tematica della Guerra Civile risulti splendidamente affrontata dal regista. Più e più volte i personaggi si ritrovano dibattuti tra l’esigenza interiore di rispettare l’onore e la consapevolezza delle atrocità di ciò a cui vanno incontro. Espressione di ciò sono non solo le profonde riflessioni delle due figure maschili principali (Gable & Howard), ma la toccante scena nella piazza centrale di Atlanta. Mogli, madri, padri, fratelli, scalpitano e si battono per un giornale, nella speranza di non trovare il marito, il figlio o il fratello nella lunga lista dei caduti in battaglia.
La fame che Rossella e la sua famiglia provano, il desiderio di rivalsa, l’avarizia che ne nasce, la disperazione, sono pennellate indelebili che fanno di Via Col Vento una tela di inestimabile valore.

La soluzione della HBO su Via Col Vento

La nuova proposta dell’emittente sembra essere un ottimo punto di incontro tra le fazioni che come sempre nascono in difesa o accusa del film. Impossibile cancellarlo, come è impossibile cancellare la storia. Da tutto però, si può imparare e prender spunto per il futuro. Ed è per questo che la HBO sembra aver pensato ad un reinserimento del titolo nel catalogo, accompagnato però da un’introduzione che spieghi il contesto storico del momento, le dinamiche e le ragioni che hanno portato a determinate scelte, opinabili o meno. In questo modo, si spera, il nuovo spirito dell’opera sarà quello di una guida, un monito, e non un capo d’accusa.

Quel che certo è che, a più di 80 anni, Via Col Vento continua ad essere protagonista nel mondo della settima arte.

[Fonte Immagine: Coming Soon]

A proposito di Leonardo Falato

Studente di Giurisprudenza presso l'Università di Napoli Federico II. Classe '98, amante del cinema e della buona musica. Apprezza tutto ciò che di singolare e romantico il mondo ha da offrire, dai film di Woody Allen al piede destro di Dries Mertens.

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