Il cartone della pizza è un oggetto così quotidiano che spesso lo diamo per scontato. Il suo smaltimento, in particolare, è una fonte costante di dubbi: carta, umido o indifferenziato? Ma oltre a capire dove buttarlo alla fine di una serata, vi siete mai chiesti quali siano le sue origini o chi dobbiamo ringraziare per questa geniale invenzione che protegge la nostra pizza?
In questa guida completa risponderemo a entrambe le domande. Non solo vi spiegheremo in modo definitivo come smaltire correttamente ogni parte del cartone, sfatando i miti più comuni, ma vi porteremo anche indietro nel tempo per scoprirne l’affascinante storia e le innovazioni che lo hanno reso l’icona che è oggi. Preparatevi a diventare veri guru del cartone della pizza, dal suo corretto riciclo fino alla sua invenzione.
Come e dove buttare il cartone della pizza (in breve)
- Cartone pulito o con poco unto: appiattiscilo e gettalo nella raccolta di carta e cartone.
- Cartone sporco o intriso di cibo: rimuovi i residui di cibo solidi e gettali nell’umido/organico. la parte del cartone molto sporca o intrisa va nell’umido/organico (se compostabile e consentito dal comune) oppure nell’indifferenziato/secco non riciclabile.
- Importante: verifica sempre le regole specifiche del tuo Comune per la raccolta differenziata.
Indice dei contenuti:
Dove buttare i cartoni della pizza: la guida definitiva alla raccolta differenziata (con le regole di CONAI e Comieco)
Questa è la domanda che genera più incertezza: “Il cartone della pizza va nella carta anche se è unto?”. La risposta, secondo le direttive del CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e del Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), è sì, nella maggior parte dei casi!
In Italia, si stima che ogni anno vengano consumati quasi 800 milioni di cartoni per pizza, un volume enorme che sottolinea l’importanza di un corretto smaltimento per il riciclo.
Sfatiamo un mito: non è vero che ogni traccia di unto impedisce il riciclo del cartone!
La chiave è la presenza di residui di cibo e l’essere intriso di liquidi/oli.
Ecco come procedere per una raccolta differenziata corretta:
- Cartone pulito o con poco unto:
Regola generale: se il cartone della pizza è pulito o presenta solo leggere tracce di unto, senza residui di cibo attaccati (come spesso accade per il coperchio o i bordi), va gettato nella raccolta della CARTA e del cartone, come un normale imballaggio di carta. le leggere macchie d’olio non compromettono significativamente il processo di riciclo.
Cosa fare: appiattisci il cartone per ridurre l’ingombro e facilitare la raccolta.
- Parti sporche/intrise di cibo:
Quando: se una parte del cartone è visibilmente intrisa di pomodoro, formaggio fuso o altri residui di cibo liquidi/solidi, quella parte deve essere separata.
Cosa fare: rimuovi tutti i residui di cibo (es. mozzarella, croste, condimenti) e gettali nell’UMIDO/ORGANICO. la parte del cartone molto sporca o intrisa (es. il fondo dove poggia la pizza) va ridotta di ingombro e inserita nell’UMIDO/ORGANICO (se il cartone è esplicitamente certificato compostabile e il tuo comune lo prevede) oppure nell’INDIFFERENZIATO/SECCO NON RICICLABILE (se il cartone non è compostabile o se il tuo comune non accetta cartoni sporchi nell’umido).
Consigli fondamentali per un riciclo efficace:
- Controlla sempre il tuo Comune! Le regole di raccolta differenziata possono variare leggermente da un comune all’altro in Italia, in base alle infrastrutture di riciclo disponibili. Consulta sempre il sito web del tuo comune o l’app dedicata per le linee guida più aggiornate e precise.
- Separa il “pulito” dallo “sporco”: se il coperchio è pulito e il fondo è molto sporco, strappa la parte pulita e mettila nella carta, gettando solo la parte irrecuperabile nell’umido o indifferenziato.
Domande frequenti sul cartone della pizza
Ecco alcune delle domande più comuni riguardo ai cartoni della pizza:
- Quali materiali sono usati per il cartone della pizza? Principalmente si usa il cartone ondulato a micro-onda, realizzato al 100% con fibre vegetali vergini, spesso carta Kraft. alcune varianti innovative possono includere bioplastiche o fibre vegetali riciclate per prodotti compostabili.
- I cartoni della pizza sono biodegradabili? Sì, essendo fatti di cellulosa, i cartoni della pizza sono biodegradabili. il loro deterioramento è influenzato dalla presenza di residui di cibo e oli, che ne rallentano il processo. per questo, se sporchi, è preferibile smaltirli nell’umido (se previsto dal comune) o nell’indifferenziato piuttosto che nel riciclo della carta, per non contaminare il flusso del riciclo cartaceo.
- Si possono riutilizzare i cartoni della pizza? Il riutilizzo diretto come contenitore alimentare non è raccomandato per motivi igienici (presenza di unto e residui di cibo) e per il rischio di proliferazione batterica. le parti pulite possono essere riutilizzate per piccoli lavoretti di bricolage, come protezione per superfici durante la pittura o per la raccolta temporanea di altri rifiuti secchi.
- Perché il cartone della pizza diventa molle? Il cartone diventa molle a causa dell’umidità e del vapore rilasciati dalla pizza calda. il vapore acqueo condensa all’interno della scatola, impregnando le fibre del cartone e facendogli perdere rigidità. anche l’unto della pizza contribuisce a indebolire la struttura del cartone.
- Posso mettere il cartone della pizza nel compost domestico? Generalmente no, a meno che il cartone non sia esplicitamente certificato come compostabile e privo di residui significativi di cibo grasso. l’olio e i residui alimentari possono attrarre parassiti, rallentare il processo di compostaggio casalingo e creare cattivi odori. è sempre meglio seguire le indicazioni della raccolta differenziata comunale.
Ma che cos’è il cartone della pizza e perché è importante?
Il cartone della pizza è una scatola piegabile, generalmente in cartone ondulato, progettata per contenere e trasportare pizze calde da asporto. La sua importanza va oltre il semplice contenimento: deve essere resistente, economico, impilabile, garantire isolamento termico e permettere la regolazione dell’umidità per mantenere la pizza calda e croccante. La carta utilizzata deve essere al 100% di fibre vegetali vergini e certificata per il contatto con gli alimenti, in conformità con le normative igienico-sanitarie vigenti.
Il materiale più comune è il cartone ondulato a micro-onda, apprezzato per la sua capacità di trattenere il calore e resistere all’umidità, sebbene possa diventare molle se la pizza è eccessivamente calda o unta. Esistono anche varianti in carta Kraft e carta vegetale, che offrono durabilità e capacità di assorbimento del calore superiori.
Chi ha inventato il cartone della pizza: una storia di innovazione pratica
La storia del cartone della pizza come lo conosciamo oggi è relativamente recente e legata all’esigenza di un trasporto efficiente. Sebbene non ci sia un “inventore” unico e definitivo del concetto di scatola per pizza in generale, il cartone ondulato quadrato per l’asporto della pizza è stato brevettato da Sergio Boscolo nel 1985. Nello stesso anno, Boscolo fondò la Trebox, un’azienda specializzata nella produzione su larga scala di questo prodotto che ha rivoluzionato il settore.
Va notato che già nel 1966, Tom Monaghan, fondatore di Domino’s Pizza, lavorò con un’azienda di imballaggi per progettare una scatola di cartone ondulato adatta alla consegna a domicilio, contribuendo a standardizzare il design che oggi vediamo ovunque.
Il “salvapizza”: l’innovazione del piccolo treppiede
Un altro accessorio iconico legato al cartone della pizza è il “salvapizza” (o “pizza saver”), il piccolo treppiede in plastica posizionato al centro della pizza per evitare che il coperchio tocchi i condimenti e rovini la farcitura. Questo ingegnoso oggetto fu brevettato da Carmela Vitale nel 1985, dopo averlo ideato nel 1983.
Curiosità: nel 2012, anche Apple ha brevettato una propria versione di contenitore per pizza di forma rotonda, con fori per la circolazione dell’aria e appoggi per stabilizzare la pizza, pensato per i propri dipendenti.
Dimensioni e tipi di cartoni per pizza
I cartoni della pizza sono disponibili in diverse dimensioni per adattarsi ai vari formati di pizza, dalla classica tonda a quelle più grandi o speciali. Le dimensioni standard variano generalmente da 10 pollici (circa 25 cm) fino a 18 pollici (circa 45 cm) o più per pizze extra-large o da catering. Esistono anche scatole specifiche per la pinsa romana, la pizza al metro o tranci. La scelta della dimensione corretta è importante per evitare che la pizza si muova o che i bordi vengano schiacciati durante il trasporto.
Materiali innovativi e sostenibilità per il cartone della pizza
La crescente attenzione alla sostenibilità ha spinto la ricerca di soluzioni più ecologiche per gli imballaggi della pizza. Oltre al cartone in pura cellulosa (che è già un materiale riciclabile e biodegradabile se smaltito correttamente), si stanno ricercando alternative come:
- Contenitori compostabili in pura cellulosa o bioplastica, che possono essere smaltiti nell’umido, a condizione che siano certificati (es. con il logo “compostabile” o “OK Compost”) e che il sistema di raccolta locale sia predisposto per accettarli.
- Materiali riciclati dagli scarti di produzione, come la “BetterBox” della Carlsberg, realizzata con gli scarti della produzione della birra, che è compostabile al 100% e rappresenta un esempio di economia circolare.
Queste innovazioni mirano a ridurre ulteriormente l’impatto ambientale di uno degli imballaggi usa e getta più diffusi al mondo.
L’arrivo di una pizza a casa è una gioia per tutta la famiglia, e per completare questa esperienza in modo responsabile, è fondamentale saper smaltire correttamente il suo cartone. Questo imballaggio è un elemento essenziale nella catena di distribuzione della pizza da asporto e un prodotto di packaging in continua evoluzione. Ha un ruolo significativo nella gestione ambientale dei rifiuti. Conoscere la sua storia e le corrette modalità di smaltimento, basandosi sulle linee guida ufficiali e le best practice del settore fornite da enti come CONAI e Comieco, ci rende consumatori più informati e responsabili, contribuendo a un futuro più sostenibile.