Le 11 regole di Orwell per una perfetta tazza di tè

come si beve il te

Bere del , in Inghilterra come in Russia, è qualcosa di molto serio, che assomiglia a un vero e proprio rito. Per noi italiani, abituati a consumare tè a buon mercato, magari in filtri pronti per l’infuso, durante una veloce colazione o in ufficio, appare un’impresa davvero titanica credere che ci sia chi, alle cinque in punto o attorno ai preziosi samovar alimentati a carbone, si ritrovi a bere, con atteggiamento quasi religioso, una tazza fumante di questa squisita bevanda. Ignoriamo, in effetti, che la condivisione di un simil momento assuma, per un inglese fedele a secoli di tradizione e durante il freddo pietroburghese, un significato profondo: ossia, dichiarare il bene che si vuole all’altro, il rispetto che si nutre nei suoi confronti, la fiducia che si ripone in lui.

Ancor più strano, per i non addetti, sarà leggere che esistono tantissime tipologie di tè – alcune più economiche, altre che costano, invece, un occhio della testa – e delle attrezzature necessarie (come il colino, per raccogliere le foglie, il termometro, per misurare la temperatura dell’acqua, e la teiera) per preparare una infusione a regola d’arte.

Se quanto detto non è ancora sufficiente, un utile aiuto ci viene offerto dallo scrittore inglese George Orwell, grande amante dell’antica bevanda e autore di capolavori come La Fattoria degli animali e 1984, che pubblicò nel 1946, sul quotidiano Evening Standard, ben undici regole d’oro per assaporare una perfetta tazza di tè.

Come si beve il tè: le undici regole d’oro di George Orwell

1) Si dovrebbe usare il tè indiano o di Ceylon. Quello cinese ha delle virtù che, al giorno d’oggi, non vanno disprezzate – è economico, e lo si può bere senza latte – ma non è molto stimolante. Non ci si sente più saggi, coraggiosi o positivi dopo averlo bevuto. Chiunque utilizzi la confortante frase “una bella tazza di tè” si riferisce sempre a quello indiano.

2) Il tè deve essere preparato in piccole quantità, cioè in una teiera. Preparato in un vaso è sempre insipido, mentre quello dell’esercito, che viene fatto in un calderone, ha il sapore del grasso e della calce. La teiera deve essere di porcellana o terracotta. Le teiere d’argento o di metallo Britannia producono tè di qualità inferiore. Le pentole smaltate sono ancora peggiori; stranamente, una teiera di peltro (una rarità, al giorno d’oggi) non è poi così male.

3) La teiera deve essere riscaldata in anticipo. Si consiglia di farlo posizionandola sul piano di cottura piuttosto che versandoci acqua calda, come invece si fa solitamente.

4) Il tè deve essere forte. Per una teiera da un litro, se hai intenzione di riempirla fino all’orlo, sono necessari sei cucchiaini. In tempo di crisi, ciò non si può fare tutti i giorni, ma sono convinto che una tazza di tè forte sia migliore di venti deboli. Tutti i veri amanti del tè lo preferiscono forte, e ancor di più con il passare degli anni – un fatto risaputo circa la quantità extra concessa alle persone più anziane.

5) Il tè deve essere messo direttamente nella teiera. Nessun filtro, sacchetti di mussola o altri mezzi che lo imprigionano. In alcuni paesi, le teiere sono dotate di piccoli retini sotto il beccuccio che raccolgono le foglie vaganti, dato che si suppone siano dannose per la salute. In realtà, si possono ingerire le foglie in quantità considerevoli senza avere effetti negativi; inoltre, se il tè non è sufficientemente libero nella teiera, l’infusione non avviene correttamente.

6) Si deve portare la teiera al bollitore e non viceversa. Al momento dell’impatto con il tè, l’acqua dovrebbe essere bollente. Perciò, deve essere tenuta sulla fiamma mentre si versa. Alcune persone dicono che si dovrebbe usare solo l’acqua appena portata a ebollizione, ma non ho mai notato alcuna differenza.

7) Dopo averlo preparato, si dovrebbe mescolare, o meglio, dare una buona scossa alla teiera, dopodiché lasciare che le foglie si depositino.

8) Si dovrebbe bere da una buona tazza da colazione – cioè, in una tazza cilindrica e non nel tipo piatto e poco profondo. La tazza della colazione ne contiene di più; con l’altro tipo, inoltre, il tè è sempre mezzo freddo prima che uno abbia iniziato a berlo.

9) Prima di versare il latte, è meglio togliere la schiuma. Il latte troppo cremoso dà al tè un gusto stucchevole.

10) Bisognerebbe versare prima il tè nella tazza. Questo è uno dei punti più controversi; infatti fra tutte le famiglie inglesi ci sono probabilmente due scuole di pensiero sull’argomento. La scuola prima-il-latte può avere argomenti abbastanza forti, ma io sostengo che la mia tesi sia indiscutibile. Mettendo prima il tè e mescolando mentre si versa, si può regolare esattamente la quantità di latte, mentre è possibile mettere troppo latte se uno fa il contrario.

11) Il tè – a meno che non lo si beva alla maniera dei russi – deve essere bevuto senza zucchero. So bene di essere in minoranza su questo punto. Ma come puoi definirti un vero amante del tè se ne distruggi il sapore aggiungendovi lo zucchero? Sarebbe ugualmente ragionevole mettere pepe o sale. Deve essere amaro, proprio come la birra. Se lo addolcisci, non assaporerai il tè, ma semplicemente lo zucchero; potresti fare una bevanda molto simile sciogliendo lo zucchero in semplice acqua calda.

Alcune persone risponderanno che a loro non piace il tè in sé, che lo bevono solo per riscaldarsi e svegliarsi, e hanno bisogno dello zucchero per modificarne il gusto. A queste persone fuorviate direi: prova a berlo senza zucchero per, diciamo, due settimane e sarà molto difficile tornare indietro, zuccherandolo di nuovo.

A proposito di Davide Traglia

Davide Traglia. Nato a Formia il 18 maggio 1998, laureato in Lettere Moderne, studente di Filologia Moderna presso l'Università 'Federico II' di Napoli. Scrivo per Eroica Fenice dal 2018. Collaboro/Ho collaborato con testate come Tpi, The Vision, Linkiesta, Youmanist, La Stampa Tuttogreen. TPI, Eroica Fenice e The Vision.

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