Dado per brodo: tanti miti da sfatare

Dado per brodo

Il dado per brodo è un ingrediente comune in molte cucine del mondo. Si tratta di un cubo solido di aromi concentrati, sale e altri ingredienti, che viene utilizzato per dare sapore a molte preparazioni,  tra cui zuppe e alle salse.

Il dado è stato inventato alla fine del XIX secolo dal chimico tedesco Justus von Liebig. Liebig era noto per le sue ricerche sulla chimica dei cibi e sulla nutrizione umana, e fu lui a scoprire che la carne e le verdure contengono dei composti chimici noti come “umami”, che sono responsabili del sapore ricco e complesso di molti alimenti.

Per crearlo, Liebig ha utilizzato una tecnica chiamata estrazione, in cui ha estratto i composti di umami dalla carne e dalle verdure utilizzando una soluzione salina. Successivamente, ha essiccato questa soluzione in un cubo solido, che poteva essere conservato per lunghi periodi di tempo senza deteriorarsi.

Oggi, il dado per brodo è disponibile in molte varietà diverse, tra cui quella senza glutine e vegana, confezionato singolarmente o venduto in barattoli, Grazie alla sua comodità e alla sua capacità di esaltare il sapore dei piatti, il dado per brodo è diventato un ingrediente essenziale in molte cucine del mondo. Ingrediente essenziale quanto controverso.

Vediamo quindi i pro e i contro di questo ingrediente.

Il glutammato: amico o nemico?

Il glutammato è il principale componente dei dadi per brodo, spesso demonizzato per la sua origine chimica. In realtà, si tratta di un amminoacido naturale presente in molti alimenti vegetali, come pomodori e funghi. Inoltre, numerosi studi scientifici dimostrano che il glutammato non è dannoso per la salute, non causa allergie o intolleranze e non ha effetti collaterali. Al contrario, il glutammato può migliorare il sapore dei cibi grazie al suo gusto “umami”, la quinta categoria di sapori individuata dal chimico giapponese Kikunae Ike nel 1908.

Grassi, coloranti e sali: i miti da sfatare sul Dado per brodo

Un altro mito diffuso sui dadi per brodo è che contengano grassi e coloranti artificiali. In realtà, la maggior parte dei dadi è composta principalmente da sale e una piccola quantità di grassi e lievito, che conferisce il sapore “di dado”. Inoltre, i grassi contenuti nei dadi sono così pochi che la loro incidenza sul nostro organismo è del tutto trascurabile. Ciò che invece è vero è che i dadi sono molto salati e una singola porzione può coprire fino al 40% del fabbisogno giornaliero di sale. Tuttavia, ci sono produttori d’eccellenza (come ad esempio Alpenpur) che offrono dadi per brodo con sale marino, ortaggi  biologici (addirittura al 75%) e glutenfree.

Carne: quanto ce n’è nei dadi?

Che i dadi per brodo di carne contengano una quantità relativamente bassa di carne, invece, è vero, dato che varia dallo 0,5% al 6% a seconda del produttore. La carne utilizzata non è, tra l’altro, di grande qualità, in quanto i dadi vengono prodotti con scarti e tagli meno pregiati. Per quanto riguarda i dadi vegetali, la percentuale di verdure non supera mai quasi il 6%. 

Conclusioni

In conclusione, i dadi per brodo non fanno male, non in assoluto, e sono decisamente comodi. Se si sceglie di utilizzarli, però, è importante leggere bene la loro etichetta (consiglio che vale per qualsiasi alimento in commercio) e preferire quelli con ingredienti naturali. Inoltre, è importante limitarne il consumo a quantità ragionevoli e prestare attenzione alla quantità di sale assunta. 

Fonte immagine per articolo sui Dadi per brodo: Pixabay

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