I nuovi diritti della tecnologia: da omo-genitorialità a etica

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Il dibattito sull’omo-genitorialità in Italia e le pratiche di concepimento

Si sta discutendo molto sulla questione omo-genitorialità in Italia, sul riconoscimento dei genitori di famiglie omosessuali, sulle nuove pratiche di adozione o di concepimento. L’Italia vive dinamiche complesse e variegate e fatica a inserirsi nel dibattito imperante con preparazione e discernimento e rientra nei nuovi “diritti” della tecnologia. È chiaro che non si possono negare le famiglie arcobaleno con figli già riconosciute né permettere che figure di genitori già registrate vengano discusse. Quello dell’Italia non deve assolutamente essere un processo retroattivo, una tendenza impropria a toccare qualcosa di ampiamente legittimo e formulato, altrimenti il rischio è il caos. Non si può compromettere la stabilità di una famiglia solo perché è venuto in mente dopo che forse quella famiglia non è tale. In primis perché le persone vanno tutelate e se si è fatta una registrazione formale non ci può essere ritrattazione che tenga. 

I nuovi diritti della tecnologia

Sulle nuove registrazioni la questione è spinosa perché parte soprattutto da un quesito etico, più che meramente politico. Possono due gay avere un figlio oggi nel 2023? La tecnologia ha spalancato le porte ai nuovi diritti, i diritti cioè scaturiti da interrogativi mai posti prima, o meglio da risposte mai date prima. Oggi nel 2023, attraverso gli strumenti della tecnologia, è possibile che due uomini o due donne abbiano un figlio. È un fatto. La modernizzazione ha permesso che questo sia reale, non una speculazione né un’utopia ma un fatto, un punto di non ritorno. Sono stati avvicinati degli orizzonti apparentemente lontani, invece plausibili. Davanti a questa presa di coscienza non è ammissibile una posizione di chiusura o di totale negazione. Sarebbe come non vivere nel presente o viverci da alienati, arroccati dietro pensieri anacronistici.

Etica e tecnologia: il vaso di Pandora scoperchiato

Se la tecnologia lo permette, scoperchiando il vaso di Pandora in un percorso inarrestabile, si schianta inevitabilmente col postulato etico. Anche l’etica, però, vacilla e soccombe a numerose provocazioni della sua natura. La pratica della maternità surrogata su un piano morale è una pratica non condivisibile, eppure esistente perché frutto di un processo tecnologico incurante dei limiti auto imposti dall’uomo. La grande sfida a cui è chiamato l’uomo è quella di mediare tra i nuovi diritti della tecnologia e l’etica, come si è sempre fatto. Aprirsi alle discussioni odierne (le macchine hanno aperto il quesito sul finis vitae e quello sull’aborto assistito) evitando ripiegamenti di ignoranza o atteggiamenti di totale via libera su qualsiasi verso, senza giudizio.
Il vaso di Pandora è stato aperto e non ci sarà punto di ritorno. Si può solo trovare un compromesso, stando nella realtà delle cose, con senso critico e con un profondo spirito di discernimento.

A proposito di Rita Salomone

Scrivo cose e parlo tanto. Mi piace Forrest Gump (anche se sono nata quattro anni dopo il film) e nel tempo libero studio filologia a Napoli. Bella storia la vita come scatola di cioccolatini.

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