11 febbraio 1946 é una grande poesia d’amore che Primo Levi dedicò alla moglie, così come tutta la raccolta: “Ad ora incerta”, che si apre con le parole A Lucia.
Si tratta di una delle liriche più belle di sempre, ancora oggi riletta dagli appassionati di lettura, tra emozione e bellezza.
Primo Levi racconta dell’incontro con la moglie, della quale è fortemente innamorato. Lucia è portatrice di luce, risplende nell’animo dell’autore e grazie alle parole che Levi dedica all’amata.
Lucia Morpurgo apparteneva ad una famiglia ebraica piemontese come Primo Levi e i due si conoscevano fin dall’adolescenza. Fu però al ritorno da Auschwitz, esperienza drammatica per l’autore, che la donna diventò di notevole importanza. Una presenza intelligente, sensibile e amorevole quella di Lucia, sposata nel 1947, che diede a Levi la forza di affrontare il trauma subito, quel macigno e quell’orrore sedimentato nel suo cuore, che quasi non lo lasciava respirare. Unico “strumento” per prendere aria, era appunto la poesia che gli dava la possibilità di esprimersi, nonostante il dolore, seppur dinnanzi ai suoi occhi fosse ancora viva la tragedia vissuta nel campo di concentramento.
La scrittura diventava vita e con essa si concretizzavano tutte le nefandezze compiute nei campi di sterminio.
Un mondo sbagliato secondo Levi, che si concretizza nella poesia citata, 11 febbraio 1946 ed in particolar modo nei decasillabi dei versi 6 e 9, dove vengono ripetute le parole “mondo” e “sbaglio”. Una sorta di struttura a chiasmo (“Il mondo era uno sbaglio di Dio”/”io uno sbaglio nel mondo”), che rafforza il significato del componimento, caratterizzato dal tono pacato e tranquillo che contraddistingueva sin da sempre Primo Levi.
La poesia 11 febbraio 1946 è la prova che l’amore può salvare, anche quando dentro sé dilaga un dolore lancinante. L’amore per Lucia, musa ispiratrice e amore di Primo Levi, dava senso a tutto: alle montagne, alle stelle, alla natura, alla quotidianità; quella storia d’amore gli diede la forza per superare il male.
In 11 febbraio 1946 lo scrittore italiano descrive con versi profondamente quando tremendamente toccanti, l’amore per Lucia, creando una delle più belle liriche d’amore della poesia italiana moderna.
Ricordiamo che le poesie di Levi si basano su temi ed argomenti tra loro diversi, ma collegati allo stesso “tema”, quello del dolore inteso come qualcosa di immateriale che però non abbandona mai, come se fosse una persona costantemente presente. Tutti i componimenti sono stati scritti in tempi differenti tra loro: dal 1944 al 1986 e ciò dimostra la longevità poetica di Primo Levi.
11 febbraio 1946 rientra in questo filone narrativo e dimostra quanto l’autore fosse emotivamente compromesso dalla terribile esperienza vissuta in prima persona, alla quale provava costantemente a dare una risposta, senza successo. Come spiegare tanta sofferenza? Consapevole dell’impossibilità di descrivere quanto i suoi occhi avessero visto, tanta… troppa cattiveria, Levi decise di scrivere, di mettere nero su bianco sentimenti, emozioni, suggestioni, belle o brutte.
“Lucia Morpurgo, ogni volta che la leggo, mi manda in estasi e in visibilio”, è quanto scrisse lo scrittore, ed è proprio ciò che accade in 11 febbraio 1946. Si tratta di una lettura che trasmette tantissime emozioni tra loro diverse, multiformi.
Immagine in evidenza: Wikipedia