Amy Winehouse: 40 anni oggi e una leggenda ancora viva

Amy Winehouse

«Quando stava male Amy scriveva, e scriveva poesie, era una poetessa. Molti incominciano dalla melodia, lei invece scriveva la poesia, poi si sedeva sul pavimento della sua cucina con una bottiglia di vodka e la sua chitarra e la musicava. Quando provano dolore, le persone tendono a indossare una maschera, il che può essere anche sano, ma Amy non era altro che sé stessa. Lei dava la sua anima, il suo cuore». Tyler James, autore del libro “La Mia Amy”

Un pensiero un po’ malinconico è quello che va oggi ad Amy Winehouse, la cantante soul e jazz che resterà a lungo nell’iconografia pop con il suo lungo eyeliner e la pettinatura cotonata “beehive” (poiché ricorda un alveare).

E forse quella pettinatura rappresentava quella corona troppo pesante che portava in testa, che le cingeva i pensieri. Amy era un cuore tormentato dall’immensa sensibilità, e dal desiderio di comprensione e amore, in una società che faticava ad ammettere la sua irrequietezza e tendeva sempre al giudizio.

Una giovanissima Amy Winehouse firma il suo primo contratto con una casa discografica a 19 anni, nel 2002, dopo che il suo migliore amico Tyler James invia una demo ad un talent scout. Sembra assurdo pensare che Frank, il suo album di esordio, sia stato composto e cantato da una ventenne: la voce forte e inconfondibile, una malinconia di chi ha già subito parecchie delusioni, gli influssi jazz e r&b della musica che ascoltava da ragazzina. Frank è una validissima e toccante opera prima, oltre che una bellissima performance canora, ma la perfezione sarà raggiunta dall’artista tre anni dopo, con Back to Black.

Ne ricordiamo la tracklist:

  • Rehab
  • You know I’m no good
  • Me & Mr Jones
  • Just Friends
  • Back to Black
  • Love is a Losing Game
  • Tears Dry on Their Own
  • Wake Up Alone
  • Some Unholy War
  • He Can Only Hold Her

Ogni traccia di Back to Black di Amy Winehouse è stata in grado di attirare l’attenzione del pubblico nella sua originalità. «Dopo aver ascoltato grandi cantautori come James Taylor e Carole King, ho sentito che non c’era niente di nuovo che rappresentasse davvero me e il modo in cui mi sentivo. Così ho iniziato a scrivere le mie cose» disse la stessa Amy, e il suo estro fu proprio in grado di ricordare le sonorità del Motown e dei girl group anni ‘60, risultando però sempre originale e personale, proponendo sempre qualcosa di nuovo.

La voce corposa e il timbro caldo sono coronati dalle splendide produzioni di Mark Ronson e Salaam Remi. La dimensione di Back to Black rimane molto intima: Amy diede di sé stessa più di quanto viene chiesto oggi agli artisti musicali per fare successo.

Purtroppo, come evidente nel testo di Rehab, gli anni di Back to Black rappresentano l’ascesa di Amy Winehouse come cantante, ma al contempo la sua irrimediabile caduta in una spirale di sofferenze. I problemi con le droghe e soprattutto con l’alcol, la relazione tossica con il proprio ex marito, i disturbi alimentari e l’autolesionismo sono ben noti all’opinione pubblica. Amy si ritrovò in un punto delicato della sua esistenza con le luci dei riflettori sempre più puntate addosso.

Il 18 giugno del 2011 a Belgrado, Amy Winehouse si presentò sul palco nonostante fosse devastata: durante il concerto la cantante si gratta, si siede, smette di cantare, ha gli occhi spenti di chi, nonostante il successo, non ha ricevuto abbastanza amore dalle persone più significative della sua vita. Era l’ultima performance pubblica di Amy.

Eppure, la cantante era molto ammirata nella scena musicale, e molti artisti dichiararono di desiderare una collaborazione con la sua incredibile voce, tra cui Rihanna e Jay-Z. Grazie a diversi artisti, Amy ha trovato il modo di rivivere.

Uno di questi è il rapper Nas: i due si conobbero grazie al produttore in comune Salaam Remi, e strinsero una forte amicizia. La canzone di Amy Winehouse Me and Mr. Jones si chiamava originariamente Fuckery, ma la cantante decise di cambiarne il titolo aggiungendo il soprannome di Nas, “Mr. Jones”. L’amico è anche presente nell’album postumo Lioness: Hidden Treasures, nel brano Like Smoke. Nas, dal canto suo, pubblicò nel 2012 la canzone Cherry Wine nel suo album del 2012 Life is good, con una bellissima traccia vocale di Amy Winehouse.

Nas ha sempre dichiarato che «Amy era un’artista pura: a lei non importava della fama, dei soldi, era pura» e di non poter credere che non sia più a questo mondo, perché «era piena di vita». Il rapper ricorda anche che lavorare con lei era molto divertente, «perché trovava sempre il modo di farti ridere, – e che – la musica era una cosa che le riusciva davvero facilmente».

Un altro grande tributo venne fatto per Amy Winehouse dalla musicista e poetessa Patti Smith. La poesia si intitola This is the girl, ed è divenuta una canzone nell’album Banga della sacerdotessa del rock.

Il testo di This is the girl

This is the girl
For whom all tears fall
This is the girl
Who was having a ball
Just a dark smear masking the eyes
Spirited away, hurrying inside
This is the girl
That crossed the bind
This is the song about smothering vine
Twisted as laurels to crown her head
Raised as a reef upon her bed

This is the girl
This the blind that turned in wine
This is the wine of the house, it is said
This is the girl who yearned to be heard
So much for cradling a smouldering bird

Traduzione di This is the girl, la poesia di Patti Smith per Amy Winehouse

Questa è la ragazza
Per la quale cadono tutte le lacrime
Questa è la ragazza
Che se la stava spassando
Solo uno sbaffo scuro a mascherare gli occhi
Vivaci, sfuggenti
Questa è la ragazza
Che ha oltrepassato l’imbarazzo
Questa è la canzone sulla vite soffocante
Contorta come l’alloro che incorona la sua testa
Sollevata come uno scoglio sopra il suo letto

Questa è la ragazza
Questo è il cieco trasformato in vino
Questo è il vino della casa, si dice
Questa è la ragazza che desiderava essere ascoltata
Ci vuole così tanto per cullare un uccello in cova

Per una conoscenza ancor più intima e personale della cantante, vale la pena guardare il documentario meritevole di un Oscar Amy – The Girl Behind The Name, in cui il regista Asif Kapadia ha delicatamente raccolto clip e testimonianze inedite per onorare la vita di Amy Winehouse. Siamo sicuri che avrebbe prodotto tanta altra meravigliosa musica nel suo personalissimo ed intimo stile; e sappiamo che molti specularono sulla sua esistenza come sulla sua morte. Di personalità come Winehouse non ne nascono spesso e in un groviglio di risentimento e nostalgia, bisogna sempre celebrare il suo passaggio per questo pianeta.

Fonte Immagine: Wikimedia Commons

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