L’arte di Ajvazovskij: tra romanticismo e realismo

L’arte di Ajvazovskij: tra romanticismo e realismo

L’arte di Ajvazovskij è riconosciuta nel mondo per la capacità dell’artista di integrare elementi del romanticismo e del realismo in modo del tutto armonico. Considerato uno dei più grandi pittori russi del XIX secolo, ebbe una produzione artistica piuttosto prolissa nel corso del tempo: per oltre 60 anni dipinse più di 6000 opere, che equivalgono più o meno a 100 dipinti annuali.

L’elemento del mare: il fulcro della vita e dell’arte di Ajvazovskij

Ivan Konstantinovič Ajvazovskij nacque nel 1817 in una città portuale della Crimea, ovvero Feodosia. Essendo cresciuto nelle vicinanze della costa, Ajvazovskij ebbe vicinanza per gran parte della sua vita la presenza del Mar Nero, e per tale motivo, riuscì ad avere un’insolita intimità con il mare e la sua affascinante profondità. Amatore degli abissi dell’oceano, dipingeva in particolar modo le onde e il loro fine ed ondeggiante movimento: un esempio indiscutibile dell’uso quasi minuzioso di questo elemento è raffigurato in una sua opera molto famosa, chiamata La nona onda (1850). Quest’opera è caratterizzata da onde larghe e dalla superficie dell’acqua dolcemente baciata dai raggi solari, mentre in primo piano notiamo dei marinai afflitti che combattono per la sopravvivenza. L’afflizione è  alleviata dalla speranza celata nella lucentezza del sole nascente nello sfondo, che si appresta e incoraggia i marinai nella loro dolente ricerca di salvezza.

L’arte di Ajvazovskij: tra romanticismo e realismo
Fonte: Wikipedia

Il fattore che contraddistinse l’arte di Ajvazovskij fu contemplato all’interno della sua memoria artistica, altamente geniale che gli permise di dipingere direttamente sulla tela senza prima sperimentare con gli schizzi. Questo spiega anche il motivo per il quale lui ebbe una prolifica attività pittorica.
Se guardiamo il dipinto Tra le onde (1898), potremmo pensare che Ajvazovskij lo avesse dipinto in barca o vicino la costa, ma in realtà lo realizzò attraverso la sua memoria e i suoi ricordi senza il bisogno di enormi preparativi.

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Appoggiato dall’accademia imperiale delle arti di Mosca, per studiare maggiormente l’arte ebbe possibilità di viaggiare, specialmente in Europa, e da avido viaggiatore andò alla disperata ricerca della bellezza e del pericolo del mare, per poi riportare la sua esperienza nelle sue meravigliose tele. Prima dei 30 anni riuscì a visitare la metà dei Paesi europei, con particolare interesse per i musei d’arte italiani, studiati da lui dettagliatamente. In Italia, inoltre, apprezzò molto il Golfo di Napoli, che dipinse nel 1841:

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Quando si pensa all’arte di Ajvazovskij, i panorami paesaggistici possono dare un’impressione idilliaca, e pertanto raggruppare l’intero corpus nel romanticismo. In parte è corretto, poiché egli dipingeva anzitutto il mare attraverso i suoi ricordi e la memoria, che fosse quest’ultimo nella calma e nella quiete o che fosse nel tormento e nell’agitazione. Ma, quando si trattava di edifici o strutture, aveva anche la capacità di rappresentare gli elementi in maniera molto realistica e accurata. Ecco perché è possibile collocarlo sia nel romanticismo che nel realismo: l’idealizzazione dei panorami, insieme all’accuratezza e alla precisione fondono i due movimenti perfettamente, cosicché si possano creare sfumature di diverso tipo all’interno dell’opera.

In giovane età il suo talento venne riconosciuto dal Papa e dall’accademia reale francese, tant’è che i suoi dipinti vennero esposti nelle mostre internazionali in Europa. La sua scalata sociale vide il suo culmine quando venne proclamato artista ufficiale della marina russa, lavoro perfetto per Ajvazovskij perché gli permise di dipingere paesaggi marini e scene di battaglie spesso molto drammatiche, come ad esempio la Battaglia di Navarino, l’incendio di un’ammiraglia turca o diverse battaglie notturne. Anche in questi contesti, le onde furono sempre il suo focus principale. Durante i suoi viaggi il suo interesse si sposta anche verso la scoperta delle culture locali, come possiamo constatare nel dipinto Coffee-house vicino alla moschea Ortaköy a Costantinopoli (1846):

L’arte di Ajvazovskij: tra romanticismo e realismo
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L’artista russo amava dipingere paesaggi in luoghi magici come Costantinopoli o Istanbul, che per lui si caricavano di una sublime combinazione tra tempo, acqua e paesaggio in modo poetico, divenendo un’ispirazione ideale per le sue creazioni pittoriche. Per di più l’arte di Ajvazovskij, se capace di trasformare paesaggi marini in battaglie, è riuscita integrare anche elementi religiosi. Nell’opera Il caos (1841) viene ritratta, come descritto all’inizio nel libro biblico della Genesi, la sagoma di Dio visibile tra le nuvole:

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Oltre a quest’opera, Ajvazovskij dipinse altre scene avente come elemento centrale il mare in uno scenario biblico: ad esempio la storia del passaggio degli  israeliti attraverso il Mar Rosso, o la scena in cui Gesù cammina sull’acqua.

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