Vita e opere di Sofocle: il drammaturgo greco

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Sofocle è stato un drammaturgo greco ed è considerato uno dei maggiori autori della tragedia greca, assieme ad Eschilo ed Euripide. La vita di Sofocle è ricca di successi e le sue opere hanno ottenuto un’enorme fama, nonostante la maggior parte di esse non ci sia pervenuta.

Andiamo quindi ad analizzare la vita e le opere di Sofocle

Sofocle nasce ad Atene nel 496 a.C. da padre ricco proprietario di schiavi, ciò gli permise sin da piccolo di ricevere una formazione culturale importante, tanto da raggiungere un’importante vittoria già in giovane età, sottraendo inaspettatamente la vittoria ad Eschilo, considerato all’epoca il maggiore drammaturgo. Le vittorie di Sofocle sono state numerose, considerando che a lui vengono attribuite ben 123 tragedie, ma solo sette opere sono arrivate ai giorni nostri. La sua vita è stata caratterizzata dall’amicizia con Pericle, un oratore e militare attivo nello scenario militare dell’epoca, quello tra le due guerre persiane e la guerra del Peloponneso. Questo importante rapporto ha influenzato pesantemente la vita del drammaturgo, tanto che rivestirà il ruolo di stratega nella guerra contro Samo. Ciò gli permetterà di godere di una grande stima da parte dei suoi concittadini, infatti verrà designato come custode del simulacro del dio Asclepio. La sua vita sentimentale vede come protagoniste due donne: sua moglie Nicostrata e la sua amante Teoris, dalle quali avrà due figli, rispettivamente Iofonte e Aristone. Sofocle muore nel 406 a.C. e poco tempo dopo verrà rappresentata a teatro l’ultima di una lunga serie di opere, cioè l’Edipo a Colono.

A questo punto continuiamo il nostro breve viaggio alla scoperta della vita e delle opere di Sofocle, definendo innanzitutto quali sono le 7 opere del drammaturgo a noi pervenute: Aiace, Antigone, Trachinie, Edipo re, Elettra, Filottete, Edipo a Colono. Di seguito andiamo ad analizzare la trama di tre di queste, dalle quali emergono gli aspetti fondamentali della società greca ai tempi di Sofocle cioè la vergogna, la vendetta e la difesa dell’onore.

1. Aiace

Questa tragedia è una delle opere di Sofocle simbolo dell’espressione della cultura della vergogna, una cultura ben radicata nei greci antichi e ricorrente nella stragrande maggioranza delle tragedie greche. Il dramma si apre con l’ira di Aiace, re di Salamina, convinto di essere colui al quale spettassero di diritto le armi di Achille dopo la sua morte. Qui ritorna l’elemento della perdita dell’onore per Aiace, alla base di una società della vergogna, come quella greca dell’epoca, tanto che l’unico modo per riottenerlo sarebbe stato il suicidio. Nonostante tutti i tentativi di impedire ciò da parte di sua moglie e suo fratello Teucro, Aiace si toglierà la vita. Il dramma termina con la scelta, poi presa in senso positivo, se dare o meno onorevole sepoltura al re di Salamina.

2. Antigone

Come nell’Aiace, anche nell’Antigone ritorna l’elemento delle onoranze funebri che rendono onore al defunto. Antigone è sorella di Eteocle e Polinice, figli di Edipo. Durante l’attacco da parte di Polinice a Tebe, dopo essere stato esiliato dal fratello, i due perderanno la vita in battaglia. Polinice verrà considerato non degno di sepoltura, a differenza del fratello, proprio perché ha attaccato Tebe e quindi considerato traditore dallo zio Creonte. Qui ritroviamo il dramma di Antigone, la quale si batterà affinché anche Polinice riceva le onoranze funebri e per questo sarà arrestata e imprigionata assieme a sua sorella e poi condannata a morte da Creonte. Alla fine della tragedia, dopo un oracolo premonitore, quest’ultimo si pentirà della decisione presa ma sarà troppo tardi: Antigone si era già suicidata. Ciò porta a una successione di eventi negativi per Creonte, proprio come gli era stato preannunciato dall’oracolo: suo figlio si toglierà la vita per il dolore della perdita di Antigone, sua promessa sposa, e sua moglie farà lo stesso dopo aver appreso della morte del figlio.

3. Elettra

La tragedia Elettra è un’opera di Sofocle ambientata a Micene, nel palazzo di Agamennone, e inizia con il ritorno a casa di Oreste, fratello di Elettra e figlio di Agamennone, per vendicare la morte del padre che era stato ucciso per mano di sua moglie Clitennestra e del suo amante. Anche in questo dramma ritornano gli elementi della vendetta e della difesa dell’onore, in questo caso di Agamennone. Incaricato dal dio Apollo, Oreste innanzitutto, sotto mentite spoglie, informa tutti della sua morte. Sarà la gioia di sua madre, dopo aver appreso la notizia, a spingere Oreste alla sua vendetta. Dopo aver rivelato la sua identità a sua sorella Elettra e avere avuto conferma della sua sincerità, i due concordano il piano per uccidere la loro madre e il suo amante che verrà messo in atto poco dopo senza pietà.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

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