Bilinguismo e autismo nei bambini: come comportarsi?

Bilinguismo e autismo

Quando parliamo di autismo non stiamo parlando di un solo disturbo, bensì di una molteplicità di essi che fa parte dello spettro autistico, ovvero un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo che riguardano, il più delle volte, l’interazione sociale. Molto spesso i medici e i genitori di bambini autistici riescono a rilevare questa caratteristica grazie al ritardo linguistico. Quest’ultimo si verifica quando il bambino all’età di 15 mesi ancora non riesce a sviluppare la parola. Per anni, un consiglio diffuso è stato quello di eliminare una lingua nei contesti bilingui per non “confondere” il bambino. Oggi, le evidenze scientifiche ci dicono esattamente il contrario.

Bilinguismo e autismo, i consigli medici superati

Il consiglio medico che molte famiglie bilingue con figli autistici hanno ricevuto per anni è stato quello di abbandonare l’utilizzo della lingua parlata in famiglia, per favorire l’uso della lingua che invece è parlata nel contesto dove la famiglia vive. Questo perché alcuni medici credevano che mantenere entrambe le lingue potesse portare ad un sovraccarico cognitivo che avrebbe ritardato ancora di più lo sviluppo linguistico del bambino. La famiglia bilingue, quindi, si ritrovava a dover abbandonare la lingua che meglio conosce per favorire la lingua di contesto, della quale, magari, si ha una conoscenza più superficiale. Questo approccio, come vedremo, poteva generare non pochi problemi. Come conferma anche l’Istituto Superiore di Sanità, la ricerca moderna ha completamente ribaltato questa prospettiva.

Miti da sfatare Evidenze scientifiche
Il bilinguismo causa un sovraccarico cognitivo e confusione Non esiste alcuna prova di sovraccarico; i bambini autistici imparano le lingue allo stesso ritmo dei loro coetanei monolingui
Parlare una sola lingua accelera lo sviluppo linguistico Rimuovere la lingua madre può impoverire la comunicazione emotiva con i genitori e rallentare l’interazione sociale

Lo studio di Kremer-Sadlik: le prime conferme

Uno studio pionieristico del 2005 ha iniziato a far luce sul rapporto tra bilinguismo e autismo. Lo studio analizza 3 famiglie bilingui con bambini autistici; tutte queste famiglie avevano ricevuto il consiglio di abbandonare la lingua materna in favore della lingua di contesto.

La prima famiglia è una famiglia bilingue cinese-inglese con due bambini: uno autistico e uno sano. I genitori, sotto consiglio medico, decidono di abbandonare l’utilizzo del cinese con il figlio autistico e iniziare a parlargli solamente in inglese. Con il secondo figlio, invece, decidono di continuare a parlare in cinese. La conoscenza superficiale dei genitori dell’inglese ha scatenato dei forti momenti di isolamento nel bambino autistico. I genitori, infatti, non riuscendo ad avere conversazioni profonde con il figlio autistico, lo hanno involontariamente escluso, con ripercussioni sulla sua identità culturale in età adulta.

La seconda famiglia, bilingue armeno-inglese, ha deciso di non utilizzare l’armeno con entrambi i figli. Questo ha portato a un’esclusione dei ragazzi dalla comunità armena locale, limitando le loro opportunità di socializzazione in un ambiente culturalmente affine.

La terza famiglia, al contrario, non ha seguito il consiglio medico e ha mantenuto entrambe le lingue. Come risultato, il figlio autistico ha dimostrato di avere un ottimo code switching, passando da una lingua all’altra con naturalezza.

Conclusioni e consigli pratici per le famiglie

Numerosi studi successivi hanno confermato e rafforzato queste prime osservazioni. I bambini bilingui, inclusi quelli nello spettro, mostrano una maggiore flessibilità cognitiva e metalinguistica rispetto ai monolingui. Mantenere il bilinguismo favorisce l’appartenenza a una comunità specifica, aiutando l’integrazione sociale. Di conseguenza, non solo non è necessario abbandonare la lingua madre in caso di autismo, ma farlo potrebbe generare più problemi che benefici.

Ecco alcuni consigli pratici basati sulle attuali evidenze:

  • Parlate la lingua in cui siete più a vostro agio: una comunicazione emotiva, ricca e spontanea con vostro figlio è più importante di qualsiasi regola rigida.
  • Considerate strategie come “One Parent, One Language” (OPOL): ogni genitore parla al bambino esclusivamente nella propria lingua madre. È un metodo naturale ed efficace.
  • Consultate professionisti aggiornati: cercate logopedisti e terapisti che conoscano le più recenti ricerche sul bilinguismo e l’autismo e che possano supportare lo sviluppo linguistico in entrambe le lingue. Per maggiori dettagli si può consultare la revisione sistematica pubblicata sulla rivista scientifica Autism.

Fonte: Bilingualism in autism: Language learning profiles and social experiences di Bérengère G Digard and Sue Fletcher-Watson, Antonella Sorace, Andrew Stanfield

Fonte Immagine: Pixabay

Articolo aggiornato il: 07/09/2025

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