Canti gregoriani: cosa sono, origini ed esempi

Canti gregoriani, origini ed esempi

Di grande importanza storica, i canti gregoriani rappresentano i primi esempi di musica liturgica cristiana conservata e scritta. Scopriamo le sue origini e vediamo qualche esempio.

Le origini dei canti gregoriani

I canti gregoriani, ovvero i canti liturgici della tradizione occidentale, nascono a partire dall’VIII secolo dall’unione tra il canto romano antico e il canto gallicano nel periodo della rinascita carolingia.
Essi sono intonati ancora oggi durante le cerimonie religiose e sono riconosciuti dalla Chiesa cattolica come canti propri della liturgia romana.
Tra le peculiarità dei canti gregoriani annoveriamo, sicuramente, il fatto che siano interpretati da un coro di voci maschili, il cui solista è chiamato cantor. I motivi sono cantati a cappella, ovvero senza accompagnamento musicale, e vengono eseguiti all’unisono in quello che viene chiamato canto monodico. Inoltre, non esiste un ritmo preciso; anzi, le note possono variare di lunghezza, così come i toni possono alzarsi o abbassarsi.

Come già accennato, i canti gregoriani sorsero tra l’VIII e il IX secolo in Francia dai sovrani carolingi Carlo Magno e Pipino il Breve, determinando una fusione tra i due canti, romano e gallicano, dando origine al canto gregoriano che cominciò, poi, a farsi spazio in Europa occidentale. Una delle invenzioni più importanti risalenti ai carolingi è, certamente, la nascita della scrittura musicale neumatica (dal greco nèuma che significa segno) che fu utilizzata per mettere per iscritto tutti quei canti che in precedenza si tramandavano solo oralmente.
La tradizione, tuttavia, vede papa Gregorio Magno, riformatore della liturgia della Chiesa romana alla fine del VI secolo, raccogliere tutte queste melodie che prenderanno proprio il suo nome. Si vuole che questo pontefice abbia redatto nel 590 un Antiphonarium, ovvero un libro liturgico cattolico, nel quale furono indicate le regole da seguire per i canti liturgici, successivamente gregoriani.
La leggenda narra che Gregorio, seduto dietro un telo, dettasse i canti ad un monaco amanuense, realizzando lunghe pause tra una parola ed un’altra. Incuriosito, il monaco, sbirciò dietro il telo e constatò che vi fosse una colomba – il simbolo dello Spirito Santo – a dettare all’orecchio del papa queste melodie.
Nel Medioevo, moltissimi ritenevano che i canti gregoriani avessero poteri curativi e che infondessero benedizioni a chi le cantasse in modo armonioso.

Scopriamo insieme gli esempi più significativi

1. Agnus Dei

L’espressione Agnus Dei in lingua latina, si traduce come Agnello di Dio simboleggiando l’agnello pasquale e, di conseguenza, Gesù Cristo in quanto vittima sacrificale. La sua immagine ha la sua origine nell’Antico Testamento ed è soggetto di uno dei canti gregoriani più belli.

«Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem».

Questo canto, su volere di Papa Sergio I nel 627, cominciò ad essere intonato dal clero e dal popolo durante la frazione del pane compiuta dal sacerdote nel corso della messa.

2. Alleluia

Uno dei più celebri canti gregoriani, Alleluia (anche scritto come Hallelujah), è una parola ebraica composta da Hallelu e Yah, traducibili come preghiamo Yahweh.
Nella liturgia cattolica, questo bellissimo canto è eseguito prima della lettura del vangelo e la parola Alleluia è cantata solitamente tre volte, all’inizio e alla fine.
Nel rito cattolico, il canto era riservato alla Pasqua, successivamente esteso a tutte le domeniche di messa.
Nel rito bizantino della Chiesa ortodossa e della Chiesa greco-cattolica, l’Alleluia è cantato durante il periodo della Quaresima.

3. Salve Regina

Questa bellissima melodia è uno dei canti gregoriani facenti parte delle quattro antifone mariane che vedono il Regina Caeli, l’Ave Regine Caelorum e l’Alma Redemptoris.
La preghiera Salve Regina risale all’XI secolo, tradizionalmente cantata o recitata in latino, sebbene oggi esistano traduzioni in pressoché tutte le lingue.
Essa è generalmente eseguita alla fine delle ore canoniche dedicate alla Madonna e, spesso, anche alla fine dei rosari.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Ottavia Piccolo

Sono una studentessa dell'Università L'Orientale di Napoli. Appassionata di lingue straniere, amo soprattutto conoscere nuove culture, osservare e... scrivere! Fondo la mia vita sull'arte: la musica e la fotografia in cima alla lista!

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