Gustav Klimt è stato un pittore viennese, nonché uno dei maggiori esponenti della secessione viennese, ed è un artista ancora oggi molto apprezzato in tutto il mondo. La maggior parte dei suoi dipinti, soprattutto quelli del suo periodo aureo o di massima maturità artistica, sono custoditi in vari musei di Vienna, la sua culla. In questo articolo vi guidiamo alla scoperta di 5 dei suoi lavori più belli e vi sveliamo dove si trovano!
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Le opere di Klimt a Vienna in sintesi
Prima di immergerci nei dettagli, ecco una tabella riassuntiva per localizzare rapidamente i capolavori di Klimt nei principali musei viennesi.
Dipinto | Anno e collocazione |
---|---|
Il Bacio | 1907-1908, Österreichische Galerie Belvedere. |
Giuditta I | 1901, Österreichische Galerie Belvedere. |
Ritratto di Fritza Riedler | 1906, Österreichische Galerie Belvedere. |
Morte e vita | 1910-1915, Leopold Museum. |
Ninfe d’acqua | 1899, Albertina Museum. |
1. “Il Bacio“- Museo del Belvedere
Una delle sue opere più note, e la sua fama rende totalmente giustizia alla bellezza del dipinto. Realizzato tra il 1907 e il 1908, è custodito nel museo del Belvedere di Vienna, e la sua bellezza è così mozzafiato da far sì che gli venisse dedicata un’intera stanza del palazzo. Il dipinto fa parte del periodo aureo della carriera di Klimt, e per i soggetti ritratti l’artista si è con ogni probabilità ispirato ad un evento della sua vita privata: si crede che i due amanti ritratti siano proprio Gustav Klimt e Emilie Flöge, con cui ha intrattenuto una relazione per oltre 27 anni. Il quadro è uno dei maggiori esempi dell’Art Nouveau della Belle Epoque; l’artista fu fortemente influenzato nella realizzazione del dipinto da alcuni mosaici bizantini visti in Italia, ed è proprio l’utilizzo della foglia dorata che lo lascia pensare.
2. “Giuditta I”- Museo Del Belvedere
Anch’esso custodito all’interno del museo del Belvedere, “Giuditta I” (1901) si pone come uno dei dipinti precursori del periodo aureo: i tratti dorati che presenta sono infatti le prime sperimentazioni di uno stile che Gustav Klimt porterà poi avanti per decenni. È una rivisitazione dell’evento biblico già dipinto da Caravaggio, in cui Giuditta è raffigurata nell’atto di mozzare la testa di Oloferne. Nella rappresentazione di Klimt, la donna ha già commesso il delitto e conserva la testa, appena visibile nell’angolo del dipinto. Lo sguardo è sensuale e lei è raffigurata seminuda, quasi a voler incarnare l’ideale di femme fatale: il quadro è infatti metafora del potere della seduzione femminile.
3. “Ritratto di Fritza Riedler”- Museo del Belvedere
Ultimo dei dipinti proposti presente al Museo del Belvedere, il “Ritratto di Fritza Riedler” (1906) è un quadro molto più astratto rispetto agli altri. Mentre nei disegni preparatori la sedia su cui il soggetto poggia è ben visibile e realistica, nel terminare il dipinto Gustav Klimt ha sostituito la poltrona con delle sagome geometriche, lasciando solo il perimetro della sedia originale. Sul retro della donna ritratta è inoltre posto un altro elemento geometrico, che serve a richiamare l’attenzione dello spettatore sul volto del soggetto ritratto e a prestare attenzione alle emozioni che il volto lascia trasparire.
4. “Morte e vita” – Leopold Museum
Un’altra tappa fondamentale per gli amanti di Klimt è il Leopold Museum, che ospita il capolavoro “Morte e vita”. Dipinto tra il 1910 e il 1915, rappresenta una delle allegorie più potenti dell’artista. A sinistra, la Morte è raffigurata come uno scheletro minaccioso avvolto in un sudario scuro. A destra, la Vita è un ammasso pulsante di corpi di diverse generazioni, intrecciati in un sonno sereno e ignari della minaccia incombente. Quest’opera, appartenente alla fase matura di Klimt, abbandona l’oro per concentrarsi sul colore e sull’espressività simbolica, creando un contrasto indimenticabile tra la fredda fine e il calore dell’esistenza.
5. “Ninfe D’Acqua”- Museo Albertina di Vienna
Il dipinto, noto anche come “Bisce d’acqua II”, è custodito all’interno dell’Albertina Museum di Vienna e risale al 1899. Le fanciulle che danno il volto alle Ninfe sono anonime, e i corpi dei soggetti appaiono scuri e innaturali, quasi come se fossero meduse con il volto di donne e non esseri umani. Lo sfondo è di un verde palude molto lontano dall’oro del periodo aureo; molto più noto al pubblico è invece il quadro delle “bisce d’acqua”, che ha al suo interno sì il tema acquatico, ma richiama anche gli elementi dorati.
Immagine di copertina e presenti nell’articolo da archivio personale.
Articolo aggiornato il: 12/09/2025