Capsula Mundi: un rivoluzionario ed ecologico culto della morte

Capsula Mundi: un rivoluzionario ed ecologico culto della morte

Capsula mundi è un progetto culturale che propone una concezione della morte diversa da quella a cui ci si è materialmente abituati fin ora. Si tratta di un contenitore a forma di uovo realizzato con materiale biodegradabile pensato per sostituire le classiche bare.

In particolare la capsula è strutturata per accogliere il corpo in posizione fetale (o le sue ceneri) e prevede che nel momento della sepoltura, insieme al contenitore, venga piantato il seme di un albero – scelto dalla persona ancora in vita – che sarà poi curato da familiari e amici del defunto.

L’idea nasce da due designer italiani, Anna Citelli e Raoul Bretzel, che hanno costruito il progetto sulla base di un’impostazione ideologica che vuole sostituire alla vecchia idea di cimitero quella di un “bosco sacro”. Secondo gli autori di Capsula mundi questo potrebbe essere l’inizio di un percorso di ricongiunzione con la natura attraverso una nuova cultura della morte.

Si tratterebbe in un certo senso di passare dalla “eliminazione dei boschi” per la costruzione delle bare, alla creazione di boschi all’aumentare delle sepolture delle capsule. L’adesione a questa nuova tipologia di cimitero apporta sicuramente un beneficio da un punto di vista ecologico, che è proprio il patrimonio – sia in senso ideale che naturale – che si vuole lasciare alle prossime generazioni.

La scelta della forma dell’uovo e la posizione fetale vogliono dare l’idea di qualcosa che stia iniziando, dunque una visione della morte come ricongiunzione a nuova vita.  L’albero, oltre ad avere un impatto positivo sulla natura, ha invece una valenza simbolica come elemento di “unione tra terra e cielo”.

Il progetto Capsula Mundi è stato presentato per la prima volta nel 2003 al Salone del Mobile di Milano, per poi arrivare a Reggio Emilia, Praga, Tripostal, Lille, Torino, Varsavia, Nuova Zelanda nel corso degli anni. L’11 febbraio del 2020 si è tenuto l’ultimo evento di presentazione del progetto a Kerkrade nei Paesi Bassi.

Attualmente le sepolture con Capsula Mundi sono diffuse nei paesi anglosassoni ma non sono permesse ovunque. Così come raccontato dallo stesso Raoul Bretzel “In Italia è concessa solo la dispersione delle ceneri, regolata dalle cosiddette norme cimiteriali. Nel nostro paese, da qualche anno, quasi tutte le regioni hanno equiparato la dispersione delle ceneri all’uso delle urne biodegradabili, per cui adesso è possibile usarle anche su terreni pubblici”. Aggiunge poi “Il ‘bosco della memoria’ usa un sistema GPS per localizzare i singoli alberi e se il maltempo dovesse danneggiare questi ultimi, sarà sempre possibile sostituirli”.

Quello che sta avvenendo nel corso degli anni è sicuramente un percorso di sensibilizzazione che necessita di tempo e cautela; è chiaro che fin quando non ci sarà una vera adesione culturale ed ideologica non sarà possibile pensare ad un concreto mutamento di rotta su un tema così importante. Ciò che lascia pensare però alla fattibilità del progetto Capsula Mundi è sicuramente una sempre maggiore apertura nei confronti di quelli che sono i temi ambientali, che potrebbe spianare la strada nei prossimi anni ad una vera e propria rivoluzione nei confronti del modo di vivere un aspetto così delicato della vita, come quello della morte. 

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