Apollonio Rodio è noto per essere uno dei poeti greci più importanti dell’età ellenistica. Nonostante non ci siano molte informazioni sulla sua vita, possiamo affermare con certezza che la sua opera più famosa sono Le Argonautiche. Scritto in greco antico e pubblicato nel III secolo a.C., è stato l’unico poema epico dell’età ellenistica ad essere giunto ai nostri giorni.
Scopriamo insieme la vita e la poetica dell’autore.
Vita di Apollonio Rodio
Nato nel 295 a.C. ad Alessandria d’Egitto, fu discepolo di Callimaco. All’età di 30 anni fu nominato bibliotecario della biblioteca di Alessandria dal re Tolomeo II.
Nonostante non si abbiano numerosi dettagli sulla sua vita, un evento particolarmente rilevante riguarda la presunta polemica letteraria tra Apollonio Rodio e il suo maestro Callimaco. Polemica incentrata sulle diverse concezioni letterarie dei due: Callimaco prediligeva i piccoli componimenti poetici, la poesia lirica, leggera ed elaborata, opponendosi all’epica e dunque, all’unità della celebre opera di Apollonio, Le Argonautiche.
Secondo gli studiosi, però, si tratta di una polemica infondata. Probabilmente, secondo alcuni, la diatriba tra i due era nata nell’epoca a loro contemporanea a causa di una falsa voce messa in giro. Quest’ultima ha poi influenzato gli studiosi successivi nell’interpretare le opere di Callimaco ed Apollonio. Si crede, ad esempio, che l’opera del primo, L’Ibis, sia rivolta proprio ad Apollonio Rodio.
Altri ancora hanno, invece, superato la presunta inimicizia tra i due ritenendo che l’opera più celebre di Apollonio, Le Argonautiche, non intenda negare i principi della poesia elaborati da Callimaco, ma sia al contrario un’opera volta a superare la tradizionale frammentarietà della poesia.
Tuttavia, a causa dello scarso consenso che la sua opera principale ottenne, Apollonio fu esiliato a Rodi cui rimase sino all’anno della sua morte, nel 215 a.C. È da qui che deriva il soprannome di «Rodio».
Le Argonautiche
Opera principale di Apollonio Rodio è Le Argonautiche, poema epico scritto nel III secolo a.C. e suddiviso in quattro libri. Nei primi due l’autore descrive il viaggio del principe Giasone e degli Argonauti verso una terra selvaggia, la Colchide, alla ricerca del Vello d’oro.
Nella città di Iolco, in Tessaglia, il regno è stato conquistato dall’usurpatore Pelia, il quale ha spodestato il vecchio re, il fratello Esone, padre di Giasone. Pelia, temendo la presa di potere del principe Giasone, decide di affidargli una missione ritenuta impossibile: raggiungere la Colchide, terra selvaggia, e recuperare il Vello d’oro (nella mitologia greca era considerato un oggetto magico capace di curare qualsiasi ferita o malattia). Giasone, deciso a recuperare il potere sul trono, raggruppa gli Argonauti, 50 giovani valorosi, pronti ad iniziare il loro viaggio sulla leggendaria barca Argo.
Nel terzo libro, Apollonio Rodio si concentra totalmente sulla figura di Medea, una maga che invocata da Afrodite e dalle dee Atena ed Era, ed innamorata di Giasone. Riesce a preparare delle pozioni magiche che si rivelano decisive nell’aiutare il principe a superare le varie sfide.
Nel quarto ed ultimo libro, l’autore descrive il ritorno vittorioso, verso la città di Iolco, degli Argonauti e del principe Giasone il quale, grazie all’aiuto di Medea, è riuscito a recuperare il Vello d’Oro.
Caratteristiche dell’opera e della poetica dell’autore
Una lettura del poema spinge il lettore in un mondo fantastico, rendendolo partecipe di un viaggio eccentrico e fantasioso verso i mondi dell’Antica Grecia. A ciò contribuisce, senza dubbio, il lessico usato da Apollonio Rodio. Ricercato e colto, il lessico dell’autore riflette l’atmosfera teatrale dell’opera ed anche la sua complessità.
Apollonio Rodio dimostra, dunque, la sua totale adesione ai canoni ellenistici: a differenza di Callimaco, che prediligeva le composizioni di pochi e piccoli versi, Rodio dimostra una scrittura ricercata, raffinata ed elaborata. Un elemento innovativo dell’opera è l’introduzione dell’aspetto erotico.
A differenze delle opere di Omero, caratterizzate da una narrazione lineare e progressiva, Apollonio Rodio predilige le numerose digressioni e divagazioni degli avvenimenti, rendendo l’opera frammentata.
Tra i personaggi spicca, inevitabilmente, il protagonista Giasone. Viene spesso descritto da diversi studiosi come un «eroe moderno», che utilizza la seduzione e la dialettica come armi per ottenere la vittoria. Si pente, inoltre, di aver accettato la difficile missione affidatagli dal re Pelia e spera di potersene liberare al più presto.
La figura chiave è anche Medea, che richiama le descrizioni femminili dei romanzi ottocenteschi: come queste ultime, è infatti, divorata da un conflitto interiore tra l’amore che prova per Giasone e il rispetto per le convenzioni sociali.
Ricordiamo, infine, che, oltre al già citato poema epico, Le Argonautiche, Apollonio Rodio ha scritto anche opere minori sulla fondazione di antiche città come Alessandria, Rodi, Lesbo che purtroppo non sono giunte ai nostri giorni.
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