Chi era Omero: la biografia, il mito e la questione omerica
Guerra, onore, astuzia, il ritorno a casa: temi universali che hanno plasmato la cultura occidentale. Alle loro origini troviamo due celeberrimi poemi epici, l’Iliade e l’Odissea, e un nome avvolto nel mistero: Omero. Considerato dagli antichi greci il poeta per eccellenza, la sua fama è tanto grande quanto incerta è la sua identità. La sua figura è al centro di un dibattito secolare che ancora oggi affascina gli studiosi.
Chi era Omero: tra storia e leggenda
L’etimologia stessa del nome Omero (in greco Ομηρος) è un enigma. Le fonti antiche propongono diverse interpretazioni: da homeros (ostaggio) a homereo (incontrarsi). L’etimologia più celebre, però, è quella che lo associa all’espressione ὁ μὴ ὁρῶν (ho me horòn), ovvero “colui che non vede”. La tradizione, infatti, vuole che Omero fosse cieco, una condizione che nell’antichità non era vista solo come una disabilità fisica, ma come un simbolo di visione interiore, una capacità di “vedere” il mondo del mito e degli dei. Le fonti antiche, da Erodoto a Eraclito, sono discordanti anche sulla sua città natale: le candidate più accreditate sono Smirne e Chio, dove viveva una famiglia di cantori chiamati Omeridi.
La questione omerica: Omero è mai esistito?
Il dubbio più grande su Omero riguarda la sua stessa esistenza. Questo dibattito, noto come questione omerica, anima da secoli la filologia classica, dividendola principalmente in due correnti: gli analisti e gli unitari.
La teoria analitica: l’Iliade e l’Odissea come opera collettiva
La questione omerica esplose nel XVII secolo con l’abate François Hédelin. Egli sosteneva che l’Iliade fosse una compilazione di canti diversi, assemblati in un secondo momento, poiché ai tempi di Omero la scrittura non era ancora diffusa. A sostegno di questa tesi ci sono diverse incongruenze nei poemi, come la coesistenza di armi di bronzo e di ferro o la ricomparsa di personaggi morti in canti precedenti. Anche Giambattista Vico e, in modo più scientifico, Friedrich August Wolf (con i suoi Prolegomena ad Homerum, 1795) sposarono la teoria analitica. Wolf ipotizzò che i poemi fossero canti separati, cantati dai rapsodi e unificati solo nel VI secolo a.C. ad Atene per volere di Pisistrato.
La teoria orale e gli unitari: Omero come genio della tradizione orale
Nel XX secolo, la prospettiva cambiò radicalmente grazie agli studi del grecista Milman Parry. Egli analizzò la natura della poesia orale, concentrandosi sugli epiteti, quelle formule fisse come “Achille piè veloce” o “Atena dagli occhi azzurri”. Parry dimostrò che questi non erano semplici abbellimenti, ma strumenti mnemonici essenziali per il cantore. Essi si inserivano perfettamente nella metrica dell’esametro dattilico, permettendo all’aedo di comporre e recitare poemi lunghissimi in tempo reale. Questa “tecnica formulare” suggeriva che, pur attingendo a un vasto patrimonio di materiale tradizionale, la coerenza e la complessità dei poemi omerici potevano essere opera di un singolo, geniale poeta, un maestro della tradizione orale che ha dato una forma monumentale a quel materiale. Le scoperte di Parry hanno quindi dato nuovo vigore alla teoria unitaria.
Omero oggi: cosa crediamo e perché la sua figura è fondamentale
Oggi, la maggior parte degli studiosi non crede più a un Omero “collettivo”, ma propende per una visione di sintesi. Si ipotizza l’esistenza di un poeta eccezionale (o forse due, uno per l’Iliade e uno per l’Odissea) che, nell’VIII secolo a.C., ha raccolto e rielaborato secoli di tradizione orale, creando le opere monumentali che conosciamo. Omero, quindi, non è tanto una figura storica definita quanto il nome che diamo a questa forza creativa. La sua importanza è immensa: ha posto le fondamenta della letteratura occidentale, ha definito il concetto di eroe e ha creato modelli narrativi che continuano a influenzarci. Che sia esistito o meno, Omero è il padre della nostra cultura, e la sua voce continua a echeggiare attraverso i millenni, raccontandoci chi siamo.
Fonte immagine: Wikipedia
molto interessante e ben scritto
Lettura scorrevole e piacevole
Questo è un articolo che fa bene non solo agli occhi ma anche al cuore…. Semplicemente stupendo!
Grazie! C’è sempre da scoprire cose nuove