Il sikhismo è una delle più grandi religioni monoteiste del mondo, nata nel Punjab intorno al XV secolo. Il suo fondatore è Guru Nanak Dev. È considerata la quinta religione al mondo per numero di seguaci poiché conta circa 25 milioni di fedeli. Facilmente riconoscibili per via del turbante, simbolo di dignità e rispetto, costituiscono quasi il 60% della popolazione del Punjab. I principi fondamentali su cui si fonda il credo Sikh sono: la devozione a un unico Dio, l’uguaglianza tra tutti gli esseri umani e la giustizia. In questo articolo esploreremo la loro storia e cultura per capire a fondo chi sono i Sikh.
Come sono nati i Sikh
Guru Nanak Dev è il fondatore dei Sikh e viene riconosciuto come il primo dei dieci guru che si sono susseguiti nei secoli. Sin da quando era bambino mostrò segni di spiritualità e saggezza. Era fortemente attratto dalla natura, compassionevole nei confronti degli animali e preferiva passare il tempo con saggi indiani invece che giocare con i bambini. Si crede che quando ebbe circa trent’anni, sia sparito per tre giorni dopo aver fatto un bagno nel fiume per poi tornare illeso e predicare un’unica verità Non c’è né hindu né musulmano, c’è solo Dio. A seguito di quest’esperienza mistica, Guru Nanak Dev lascia la sua famiglia e inizia quattro lunghi viaggi spirituali per predicare in Tibet, in India e in Sri Lanka.
I viaggi compiuti da Guru Nanak Dev e i suoi successori attirarono molti seguaci specie tra le classi popolari che si sentivano poco incluse dalle religioni dominanti del tempo. Verso la fine della sua vita, tornò nella sua terra natale dove visse in modo semplice, lavorando onestamente e dedicandosi alla preghiera. Prima di morire, nominò suo successore Guru Angad Dev, dando inizio alla linea dei dieci guru del sikhismo fino a quando l’ultimo guru umano (Guru Gobind Singh) nominò come suo successore il testo sacro del Sikhismo, il Guru Granth Sahib. È considerato l’undicesimo guru eterno e ad oggi viene trattato con il massimo rispetto da tutti i Sikh. Il libro si trova all’interno del Golden Temple, cuore spirituale del sikhismo, in cui viene letto e cantato di continuo. Il tempio si trova ad Amritsar ed è aperto a tutti.
In cosa credono i Sikh
Il sikhismo si fonda sui principi di monoteismo, uguaglianza tra tutti gli esseri umani e il rifiuto del sistema castale. Secondo la visione Sikh Dio è uno, Ek Onkar. È onnipresente, onnisciente e onnipotente. È lo stesso per tutti, indipendentemente dalla religione e i Sikh si riferiscono a lui come Waheguru ovvero il Signore meraviglioso. Nella loro concezione la realtà è espressione e incarnazione di Dio ma gli uomini sono tendenzialmente distratti da maya che è l’illusione della separazione, quella che pone un muro tra se stessi e gli altri. In questo modo si rischia di cadere nel cosiddetto haumai traducibile come io e solamente io, focalizzandosi solo su sé stessi senza badare agli altri e senza considerarli come noi pari. È con l’intento di evitare la divisione tra il popolo che i Sikh si oppongono al sistema castale, visto come una soluzione negativa ed errata.
Predicare l’uguaglianza tra tutti gli uomini vuol dire anche predicare l’uguaglianza tra uomo e donna. Nel sikhismo le donne hanno gli stessi diritti spirituali degli uomini, dunque possono diventare leader, guru o insegnanti spirituali. Nel Guru Granth Sahib viene scritto: uomini e donne sono tutti uguali agli occhi di Dio, e chi si dedica alla meditazione, entrambi raggiungeranno l’illuminazione. (Guru Granth Sahib, Ang 688)
L’obiettivo della dottrina è quella di portare l’uomo ad essere gurmukh volto verso il guru, ovvero di diventare un individuo devoto a Dio che vive in accordo con i principi sikh. I principi fondamentali cui ogni Sikh deve fare riferimento sono stati introdotti da Guru Nanak Dev e sono conosciuti come i tre pilastri: naam japna cioè la meditazione sul nome divino nel kirtan (canto corale) sia in gruppo che isolatamente, kirat karni cioè il lavoro onesto e il duro impegno per guadagnarsi da vivere e vand chackna ovvero la condivisione disinteressata con tutti gli altri sia per quanto riguarda il cibo che le risorse.
Un concetto rilevante nel contesto Sikh, infatti, è quello di seva cioè il servizio disinteressato reso senza aspettarsi nulla; un aiuto che viene garantito a tutti indipendentemente dalla casta.
Nel 1699 il decimo guru Gobind Singh, fondatore della comunità Khalsa, instituì 5 simboli del sikhismo per rafforzare l’identità dei Sikh. Sono noti anche come le 5 K che ogni Sikh deve indossare: Kesh (capelli incolti), Kanga (pettine in legno), Kara (un bracciale in acciaio simbolo dell’infinito), Kachera (biancheria intima in cotone) e Kirpan (una piccola spada, usata solo in casi eccezionali).
Il fine ultimo della vita spirituale dei sikh è il raggiungimento della mukti, ovvero la liberazione dal ciclo delle rinascite e l’unione eterna con Dio. Nella concezione Sikh non è presente un paradiso in cui l’anima riposa fino alla fine dei tempi. Per liberazione si intende una sorta di fusione tra la propria anima e quella di Dio così da diventare infiniti, senza tempo e senza ego. L’ego è considerato l’ostacolo principale alla liberazione, l’uomo deve riconoscere che tutto è un’emanazione di Dio, che non c’è separazione e che quindi un ego non c’è.
Qual è la situazione attuale in India
I Sikh oggi costituiscono il 2% della popolazione indiana ma continuano a portare avanti i propri valori e ad accogliere e aiutare quante più persone possibile. Attualmente stanno lottando contro il grande calo demografico in Punjab che metterebbe in pericolo la loro presenza e le tensioni politiche con lo Stato indiano che considera i leader del movimento dei dissidenti, attuando azioni repressive nei loro confronti.
Nonostante ciò sono molteplici i programmi statali volti a garantire il sostegno economico e culturale della comunità. Numerosi Sikh svolgono ruoli molto rilevanti nella società indiana (politici, avvocati, attivisti) e hanno forte presenza nel settore agricolo, imprenditoriale e militare dando un significativo contributo nelle Forze Armate indiane.
Oltre alla presenza dei Sikh in India, bisogna considerare che questo gruppo costituisce una delle diaspore più attive al mondo. Ci sono milioni di Sikh sparsi per il mondo (Canada, Italia, Regno Unito) che, mantenendo salda la propria identità, diffondono i principi del sikhismo continuando a rappresentare un esempio di inclusione e apertura.
Fonte immagine: Wikimedia Commons – Paul Rudd
(https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sikh_pilgrim_at_the_Golden_Temple_(Harmandir_Sahib)_in_Amritsar,_India.jpg)