Esistono amori e storie romantiche che ispirano film e racconti meravigliosi. Esistono muse che ispirano libri ricolmi di storie immaginate, ed esistono amori mai realizzati che altro non possono offrire se non un’immensa idealizzazione. Questa idealizzazione trova spesso spazio nelle pagine di romanzi indimenticabili. È questo il caso di Addio alle armi, libro che racconta della storia d’amore mai concretizzata tra Ernest Hemingway e Agnes von Kurowsky, l’infermiera americana che lo scrittore conobbe a Milano dopo essere stato gravemente ferito nel corso della Prima guerra mondiale. Agnes fu la vera musa per il personaggio di Catherine Barkley, protagonista femminile del romanzo.
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L’incontro in un ospedale di guerra
La storia tra Hemingway e Agnes comincia inevitabilmente con una storia di guerra. È il 6 aprile 1917 quando gli Stati Uniti d’America dichiarano guerra alla Germania e all’Austria, un evento chiave che porterà all’armistizio e alla fine della Prima guerra mondiale. Milioni di giovani americani furono costretti a combattere al fronte, mentre molti altri, come Ernest Hemingway, decisero volontariamente di prestare servizio. Si unì come volontario all’American Red Cross per guidare le ambulanze in Italia.
«Non potrei guardare nessuno in faccia dopo la guerra senza averne fatto parte», scriveva Hemingway nel 1917 a sua sorella Marceline. Il suo desiderio si scontrò con la realtà quando fu escluso dai reparti combattenti a causa di un grave difetto alla vista. Dopo un periodo come autista a Schio, in provincia di Vicenza, Hemingway chiese di essere trasferito più vicino al fronte per vivere la guerra da vicino. Fu assegnato alla riva del Basso Piave come assistente di trincea.
La notte tra l’8 e il 9 luglio 1918, mentre distribuiva cioccolata e sigarette ai soldati a Fossalta di Piave, Ernest Hemingway fu gravemente ferito dalle schegge di un mortaio austriaco. Nonostante le oltre 200 schegge nel corpo, continuò a portare in salvo altri feriti, fino a essere colpito nuovamente dai colpi di una mitragliatrice. Questo evento segnò la fine della sua illusione giovanile di immortalità e l’inizio della storia che lo legò per sempre ad Agnes.
La scintilla tra le corsie: un amore impossibile
Il 17 luglio del 1918, Hemingway, appena diciannovenne, viene trasferito all’Ospedale della Croce Rossa Americana a Milano, in via Armorari. Qui il suo destino si incrocia con quello di Agnes von Kurowsky. Agnes era un’infermiera di 26 anni, alta e dai capelli scuri, che si era arruolata volontaria dopo la morte del padre. La differenza d’età era notevole, ma non scoraggiò Hemingway dal tentare di conquistarla.
Del resto, lo scrittore non si era mai innamorato prima, e le premure che l’infermiera gli riservava fecero breccia nella sua anima ingenua. Tra i due scattò una sintonia immediata e profonda. Il loro legame, fatto di biglietti d’amore, sguardi tra le corsie e incontri notturni, aiutò Hemingway a guarire più in fretta. Si scambiarono promesse di un futuro insieme, un futuro che lo scrittore credeva possibile, non sapendo che per Agnes, forse, si trattava di un’emozione legata a quel momento e a quel luogo.
| Addio alle armi: realtà vs. finzione | Dettagli a confronto |
|---|---|
| Protagonista femminile | Agnes von Kurowsky (realtà) vs. Catherine Barkley (finzione) |
| Luogo dell’incontro | Ospedale della croce rossa americana a Milano |
| Ruolo di lei | Infermiera americana volontaria |
| Esito della storia | Rottura tramite lettera (realtà) vs. finale tragico con la morte di lei (finzione) |
La promessa e la dolorosa rottura
Dopo alcuni mesi di convalescenza, Hemingway e Agnes furono costretti a salutarsi. Kid (così lo chiamava lei) doveva fare ritorno al fronte, ma i due si erano promessi di rincontrarsi. Dimesso dall’ospedale, Hemingway tornò a Bassano del Grappa, ma per poco tempo. Si ammalò nuovamente, stavolta di ittero, e fu curato sempre a Milano.
L’11 novembre 1918, giorno dell’Armistizio, i due si incontrarono di nuovo a Milano. Pare che proprio in quei giorni si fossero promessi solennemente di sposarsi. Si rividero un’ultima volta prima che Hemingway salpasse per New York da Genova nel gennaio del 1919. Una volta partito Ernest, Agnes fu trasferita a Torre di Mosto, dove incontrò Domenico Caracciolo, un tenente medico napoletano. La loro corrispondenza, in cui si firmavano “Mr.Kid” e “Mrs.Kid”, si fece sempre più rada da parte di lei.
Il 7 marzo 1919, la storia tra Hemingway e Agnes terminò ufficialmente con una lettera in cui l’infermiera gli diede l’addio definitivo, spiegando le sue ragioni.
«Ernie, caro ragazzo… sono e sarò sempre troppo vecchia per te, questa è la verità, e non posso dimenticare il fatto che tu sei solo un ragazzo, un bambino.»
Agnes riteneva che una donna di 26 anni non potesse sposare un ragazzo di appena 19 senza un lavoro stabile o reali prospettive future. La lettera si concludeva con l’annuncio del suo imminente matrimonio con un altro uomo. Per Ernest fu un colpo devastante, una ferita emotiva profonda che avrebbe influenzato la sua vita e la sua opera.
L’eredità letteraria di un amore finito
Nonostante la rottura, i contatti tra Hemingway e Agnes non terminarono del tutto. Pare che la storia di Agnes con Caracciolo finì presto e che lei tentò di ricontattare Ernest, senza successo. Ciò che è certo è che il ricordo di Agnes non abbandonò mai la mente di Hemingway. Dieci anni dopo, nel 1929, quella dolorosa esperienza ispirò Addio alle armi, uno dei capolavori del Novecento basato sulle sue vicende autobiografiche. L’influenza di quella storia d’amore fu così potente che, secondo la documentazione della Croce Rossa Americana, il servizio dei volontari in Italia divenne un’icona della letteratura. Il ricordo di Agnes rimase con lui fino alla fine: quando il 2 luglio del 1961 si tolse la vita, Hemingway conservava ancora tutte le lettere che lei gli aveva inviato.
Fonte e diritti dell’immagine per l’articolo: Ernest Hemingway Collection. John F. Kennedy Presidential Library and Museum, Boston.
Articolo aggiornato il: 19/09/2025

