Codici Maya: quali sono i più importanti?

Codici Maya: quali sono i più importanti?

I Maya, una delle più affascinanti civiltà precolombiane dell’America centrale, ci hanno lasciato in eredità un patrimonio culturale di inestimabile valore. Tra le testimonianze più preziose di questa civiltà, un ruolo di primo piano è occupato dai codici Maya, antichi libri pieghevoli scritti in geroglifici su una speciale carta ricavata dalla corteccia degli alberi. Questi rari manoscritti rappresentano una finestra unica sul mondo dei Maya, sulla loro cultura, la loro religione, la loro scienza e la loro visione del cosmo.

Cosa sono i codici Maya e perché sono così importanti?

I codici Maya sono libri realizzati con una sorta di carta ottenuta dalla lavorazione della corteccia interna di alcuni alberi, come il fico selvatico. Le pagine, lunghe e strette, venivano piegate a fisarmonica e ricoperte con uno strato di calce, su cui poi venivano tracciati i geroglifici e le immagini. Purtroppo, la maggior parte dei codici Maya è andata distrutta durante la conquista spagnola, quando i conquistadores e i missionari cattolici li consideravano opere diaboliche e li bruciavano sistematicamente. Ad oggi, solo quattro codici Maya sono giunti fino a noi e sono considerati autentici: il codice di Dresda, il codice di Madrid, il codice di Parigi e il codice Grolier. Questi preziosi manoscritti Maya rappresentano una fonte primaria di informazioni sulla civiltà Maya, in quanto trattano di astronomia, matematica, astrologia, rituali religiosi, divinazione e altri aspetti della vita quotidiana.

I quattro principali codici Maya: Dresda, Madrid, Parigi e Grolier

Il codice di Dresda: un trattato di astronomia

Conservato presso la Biblioteca statale e universitaria di Dresda, in Germania, il codice di Dresda è considerato il più bello e il più importante dei quattro codici Maya. Risalente probabilmente al XIII o XIV secolo, questo codice è un vero e proprio trattato di astronomia, che contiene accurate tavole astronomiche relative ai cicli lunari e solari, alle eclissi e al pianeta Venere. In particolare, il codice di Dresda include dettagliate tabelle per il calcolo delle fasi di Venere, un pianeta di grande importanza per i Maya, che lo associavano alla guerra e al potere. Si pensa che i re Maya utilizzassero queste tabelle per pianificare le loro campagne militari, facendole coincidere con il sorgere di Venere.

Il codice di Madrid: un manuale per sacerdoti

Il codice di Madrid, conservato presso il Museo de América di Madrid, in Spagna, è il più lungo dei codici Maya giunti fino a noi, con le sue 112 pagine. Si ritiene che sia stato realizzato nello Yucatán dopo l’arrivo degli spagnoli. A differenza del codice di Dresda, il codice di Madrid ha uno stile più semplice e meno raffinato, ma è considerato più completo dal punto di vista dei contenuti. Questo codice è una sorta di manuale per sacerdoti, con oroscopi, tabelle astrologiche e istruzioni per la divinazione e per lo svolgimento di rituali e cerimonie.

Il codice di Parigi: profezie e zodiaco Maya

Il codice di Parigi, conservato presso la Biblioteca nazionale di Francia a Parigi, è il più frammentario dei quattro codici. Contiene principalmente informazioni su rituali, profezie, un calendario divinatorio e uno zodiaco Maya, suddiviso in 364 giorni. Nonostante sia in cattive condizioni, il codice di Parigi è un’importante testimonianza della cultura e delle credenze religiose dei Maya.

Il codice Grolier: un frammento controverso

Il codice Grolier è il più recente dei quattro codici Maya, essendo stato scoperto solo negli anni ’70 del Novecento. Si tratta in realtà di un frammento di sole 11 pagine, attualmente conservato in un museo messicano, ma non esposto al pubblico. L’autenticità del codice Grolier è stata a lungo dibattuta, ma recenti analisi sembrano confermare che si tratti di un manoscritto originale, risalente al XIII secolo. Il codice contiene un calendario basato sui movimenti di Venere, simile a quello presente nel codice di Dresda, ma in uno stile più schematico e meno elaborato. Nonostante le controversie sulla sua autenticità, il codice Grolier è un’ulteriore preziosa testimonianza della conoscenza astronomica dei Maya.

Altri ritrovamenti di codici Maya: le offerte mortuarie

Oltre ai quattro codici principali, gli scavi archeologici hanno portato alla luce altri frammenti di codici Maya, spesso ritrovati nelle tombe dei nobili come offerte mortuarie. Purtroppo, questi reperti sono generalmente in pessime condizioni di conservazione, a causa dell’umidità e del deterioramento dei materiali organici. I più antichi codici Maya conosciuti provengono proprio da contesti funerari, ma sono ormai illeggibili. Nonostante ciò, questi ritrovamenti testimoniano l’importanza che i libri e la scrittura rivestivano nella cultura Maya.

Conclusione: il mistero e il fascino dei codici Maya

I codici Maya rappresentano una fonte insostituibile per la conoscenza della civiltà Maya e del suo straordinario patrimonio culturale e scientifico. Nonostante la distruzione operata dai conquistadores, i pochi codici sopravvissuti ci permettono di gettare uno sguardo su un mondo lontano e affascinante, ricco di mistero e di conoscenze ancora da decifrare appieno. Lo studio di questi antichi manoscritti continua ancora oggi, nella speranza di svelare i segreti di una delle civiltà più enigmatiche della storia.

Fonte immagine: Wikipedia.org

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A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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