Il terzomondismo è una dottrina politica ed economica, emersa nel secondo dopoguerra, che identifica nei Paesi del “Terzo Mondo” i veri protagonisti di un processo rivoluzionario contro lo sfruttamento del capitalismo e dell’imperialismo. Il concetto nasce in stretta relazione con la Guerra Fredda e la decolonizzazione, quando il mondo era diviso in due blocchi contrapposti. Il terzomondismo, quindi, non si limita a descrivere una condizione di sottosviluppo, ma propone un’ideologia di riscatto e di lotta contro le dinamiche di potere globali ereditate dal colonialismo.
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L’origine del termine “Terzo Mondo”
L’espressione “Terzo Mondo” (Tiers Monde) fu coniata nel 1952 dal demografo francese Alfred Sauvy in un articolo che paragonava i paesi poveri ed ex-colonie al “Terzo Stato” della Rivoluzione Francese: una massa enorme di persone ignorate dal potere ma desiderose di contare. Nel contesto della Guerra Fredda, questa etichetta identificava i cosiddetti Paesi Non-Allineati, ovvero quelle nazioni che, dopo aver ottenuto l’indipendenza, rifiutavano di schierarsi sia con il blocco occidentale capitalista (Primo Mondo), guidato dagli Stati Uniti, sia con il blocco comunista (Secondo Mondo), guidato dall’Unione Sovietica. Questo movimento prese forma politica con la Conferenza di Bandung del 1955.
| Blocco geopolitico (Guerra Fredda) | Descrizione e area di influenza |
|---|---|
| Primo mondo | Paesi industrializzati a economia capitalista, allineati con gli Stati Uniti e la NATO. |
| Secondo mondo | Paesi a economia pianificata del blocco comunista, allineati con l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia. |
| Terzo mondo | Paesi “non-allineati”, in gran parte ex-colonie di Africa, Asia e America Latina, non schierati ufficialmente con nessuno dei due blocchi. |
Dal Terzo Mondo al terzomondismo: la critica al neocolonialismo
La dottrina del terzomondismo sostiene che l’arretratezza economica di molti paesi ex-coloniali non sia una condizione naturale, ma il risultato diretto di secoli di sfruttamento. Questa ideologia accusa le potenze occidentali di aver instaurato una nuova forma di dominio, il neocolonialismo, basato non più sul controllo militare diretto, ma su quello economico e finanziario. Uno degli strumenti principali di questo sistema è la cosiddetta “trappola del debito”. Attraverso prestiti e “aiuti allo sviluppo” concessi da organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, i paesi ricchi hanno di fatto mantenuto un’egemonia economica, costringendo le nazioni più povere a politiche svantaggiose in cambio di sostegno finanziario. Il terzomondismo, quindi, condanna questa falsa volontà di aiuto, vedendola come un pretesto per un ulteriore sfruttamento delle risorse e un arricchimento delle già ricche forze ex-colonizzatrici.
Azioni di svolta: la nascita dell’OPEC
Una delle più significative mobilitazioni da parte dei Paesi del Terzo Mondo fu la creazione dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio). Fondata nel 1960, l’OPEC nacque come reazione all’ingerenza delle grandi compagnie petrolifere occidentali (le “Sette Sorelle”) nella gestione delle risorse naturali dei paesi produttori. L’organizzazione mirava a coordinare le politiche petrolifere per garantire prezzi stabili e un controllo diretto sulle proprie ricchezze. La decisione dell’OPEC di aumentare drasticamente il prezzo del greggio nel 1973, in risposta al sostegno occidentale a Israele nella guerra del Kippur, provocò la celebre crisi energetica globale. Questo evento dimostrò per la prima volta che i Paesi del Terzo Mondo, se uniti, potevano influenzare l’economia mondiale e sfidare l’egemonia del Primo Mondo.
Il terzomondismo oggi: un concetto superato?
Con la fine della Guerra Fredda, la divisione del mondo in tre blocchi ha perso il suo significato originario. Oggi, il termine “Terzo Mondo” è considerato obsoleto e spesso dispregiativo, poiché non tiene conto delle enormi differenze tra i vari paesi. Alcune nazioni, come le “Tigri Asiatiche”, hanno vissuto uno sviluppo economico rapidissimo, mentre altre sono rimaste bloccate in condizioni di povertà estrema (a volte definite “Quarto Mondo”). Per descrivere le attuali dinamiche globali, oggi si preferiscono termini come “Sud Globale”, che, come sottolinea anche l’enciclopedia Treccani, si riferisce ai paesi che continuano a subire gli effetti di disuguaglianze strutturali a livello mondiale. Sebbene il terzomondismo come movimento politico organizzato si sia indebolito, le sue idee di fondo – la critica al neocolonialismo e la lotta per un ordine economico più giusto – rimangono di grande attualità.
Fonte immagine in evidenza: Pixabay
Articolo aggiornato il: 28/10/2025

