Daniele Coluzzi illustra la Gerusalemme Liberata a San Gemini

Evento La Gerusalemme Liberata

All’imbrunire di domenica 10 novembre 2024 e dalle parole del prof. Daniele Coluzzi, ha preso vita “La Gerusalemme Liberata” nella Sala degli Affreschi del Grand Hotel San Gemini, interamente dipinta con alcune scene del celebre poema cavalleresco firmato Torquato Tasso

La triplice maternità dell’evento

Nato dalla collaborazione di enti e associazioni che hanno come obiettivo comune la valorizzazione del patrimonio culturale della regione Umbria:

Gruppo Tacconi-Ottelio: storica famiglia di industriali operante in vari settori, tra questi l’azienda alberghiera Grand Hotel San Gemini, inaugurato nel 1910 ma le cui origini risalgono al XVIII secolo come Palazzo Ducale della nobile famiglia Santacroce. Testimoni dell’impegno del Gruppo Tacconi-Ottelio sono il restauro della Galleria degli Affreschi, la collezione delle opere del pittore seicentesco Girolamo Troppa e dell’acquerello raffigurante la Cascata delle Marmore di Ducros, esposti nella pinacoteca della Sala Conti Ottelio, visitabile su prenotazione.

La Valle Incantata: finanziato dalla regione, è un progetto di rete che coinvolge enti pubblici e musei privati, attivo dal 2020. Costituendo un viaggio itinerante alla scoperta delle bellezze, naturali e artificiali, che rendono l’Umbria una vera e propria valle incantata, pregna di storia e di cultura, propongono una varietà di luoghi di interesse di grande fascino da conoscere e approfondire. Dal 7 settembre al 15 dicembre 2024 è in corso il Festival Diffuso il quale, attraverso visite guidate, laboratori e incontri con esperti, segue le tre direttrici “Famiglie nella valle incantata”, “Museum Talk” e “Art inside Art on-site”

Frutto di quest’ultima è l’evento “La Gerusalemme Liberata”, cooperando con Grand Hotel San Gemini per la suggestiva e calzante ambientazione data dalla Galleria degli Affreschi, realizzati nella seconda metà del 1700, e coinvolgendo, tramite il TIC Festival, il docente di lettere e divulgatore culturale sui social Daniele Coluzzi, che ha permesso al pubblico di riassaporare e percepire l’opera come più attuale che mai.

TIC Festival: per esteso il Terni Influencer & Creator Festival è un’iniziativa promossa dall’associazione Umbria for the future, composta da ragazzi e ragazze amanti del territorio e della comunicazione digitale. Dedita alla scoperta, valorizzazione e volontà di coinvolgimento delle persone che vivono, da residenti o da turisti, il cuore verde d’Italia, trattano, inoltre, il tema della rivoluzione culturale portata avanti da influencer e creator, ottenendo così momenti di spessore culturale volti al confronto, alla riflessione e al divertimento. 

Presentati i tanti attori coinvolti nel progetto, veniamo ai due protagonisti: Torquato Tasso e la sua Gerusalemme Liberata.

Daniele Coluzzi racconta La Gerusalemme Liberata
Daniele Coluzzi racconta La Gerusalemme Liberata

Daniele Coluzzi e il poema più tormentato della letteratura italiana 

“Prima lezione dal vivo con un opera che amo e che qui è raffigurata in modo magnifico”. Daniele Coluzzi da così il via all’incontro chiedendo, subito dopo, al suo pubblico, inebriato dalla bellezza degli affreschi che lo abbracciano, di fare un esercizio di immaginazione, abbandonare momentaneamente la sala per dirigersi, con la mente, nella cella buia di un manicomio. Luogo in cui Torquato Tasso ha passato sette anni della sua vita, precisamente nell’ospedale psichiatrico Sant’Anna di Ferrara

La malattia mentale di Tasso è l’escamotage che Coluzzi utilizza per indurre una riflessione sul periodo storico travagliato, quello della controriforma, che l’autore vive il quale, intrecciandosi inevitabilmente con la sua persona, non può non riflettersi sulla sua opera. Questo autore tormentato, anticipando il trend romantico dei poeti maledetti, grandi tanto quanto la loro malinconia,  verrà così descritto da Charles Baudelaire:

Le poète au cachot, débraillé, maladif, 

Roulant un manuscrit sous son pied convulsif,

Mesure d’un regard que la terreur enflamme

L’escalier de vertige où s’abîme son âme.

Il poeta in cella, trasandato, malato,

Sgualcendo un manoscritto con il piede agitato,

Osserva con lo sguardo infiammato dal terrore,

L’abisso di vertigine dove sprofonda il suo cuore.

In bilico tra genio e follia, porta su di sé il peso di essere al servizio degli Este e il rapporto della corte con lo Stato Pontificio. Il poema diviene per Tasso la maniera di misurare il suo essere ortodosso o meno e, terminato nel 1575, si auto confesserà eretico davanti al tribunale dell’Inquisizione, il quale però lo giudicherà innocente.

La Gerusalemme Liberata: trama e significati

Attingendo dalla sua contemporaneità, Tasso ci racconta la prima crociata del mondo cristiano minacciato dall’invasione musulmana. A questi due schieramenti affiancherà le forze divine ai cristiani, con l’arcangelo Gabriele che incarica Goffredo di Buglione di prendere in mano le sorti della guerra, e le forze maligne ai pagani.

È un poema che parla di storia in superficie ma in realtà, evidenzia Daniele Coluzzi,  è un manifesto della contraddizione che si cela nello stesso autore e in generale in qualunque altro essere umano. Tutti i personaggi de “La Gerusalemme Liberata” testimoniano una disgregazione dei valori e una lotta interiore costante. L’autore, nell’intento di esaltare l’ortodossia cristiana e divenire lo scrittore della controriforma, sottende una tensione verso quel mondo pagano, evidenziando la propria ambiguità.

L’apice di questa tensione la si può ritrovare nello scontro tra Tancredi e Clorinda, una guerriera musulmana. Quest’ultima non indossa la sua armatura, perciò Tancredi non sa di star combattendo contro la donna che ama. Verso dopo verso, dalla spada si passerà al corpo a corpo e dal duello si passerà all’amore. La descrizione della lotta tra i due è intrinseca di sensualità.

(57) Tre volte il cavalier la donna stringe
con le robuste braccia, ed altrettante
da que’ nodi tenaci ella si scinge,
nodi di fer nemico e non d’amante.

Tancredi, vincendo l’avversario, per almeno salvargli l’anima, deve sfilargli l’elmo e battezzarlo. Ma nel farlo, scopre il viso di Clorinda e, consumato dal dolore, non si riprenderà più. 

All’emozione provata dall’esperienza sinestetica che l’evento, unendo arte, letteratura, storia e introspezione, grazie a tutti coloro che lo hanno progettato e realizzato, è riuscito a trasmettere, si è aggiunta la meraviglia e la consapevolezza di come delle opere così lontane siano in grado, ancora oggi, di raccontare tanto della nostra interiorità e del nostro essere umani.

Fonti testi riportati: Cristina Guerra, Traducendo Baudelaire_Sur le Tasse en prison d’Eugène Delacroix. La bottega delle parole; Tancredi e Clorinda, Mondadori Education

Fonti immagini: cartella stampa 

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