Il romanzo storico secondo Tasso, Foscolo e Manzoni

romanzo storico

Tasso, autore della Gerusalemme Liberata, può essere definito come lo scrittore che ha piantato le basi di quello che sarà il romanzo storico. Infatti, molte sue caratteristiche saranno riprese successivamente da Alessandro Manzoni. La storicità che Tasso ripropone nelle sue opere, che segue un arco temporale ben scandito, spazia su argomenti storici né troppo lontani, né troppo vicini, in quanto gli stessi possono essere manipolati perché conosciuti da tutti. In tutte le opere di Tasso, la materia storica è vista come fondamentale e rappresenta, un’opportunità utile sia ai fini di una costruzione temporale che spaziale. Ed è per l’autore una disciplina fondamentale. Gli accadimenti storici, come l’impresa della prima crociata, la liberazione di Gerusalemme et similia  vengono riversati nei suoi scritti. Il romanzo storico è fondamentale per la letteratura poiché consente di interpretare il presente. Indagando nel passato, le origini di alcune dinamiche vengono a galla, così come i malesseri e/o situazioni che riguardano un’ intera generazione.

In Italia, il primo romanzo imbevuto di elementi storici, nel 1800, è il romanzo di Foscolo, ovvero Le ultime lettere di Jacopo Ortis, che non si può, però, definire totalmente un romanzo storico. Tuttavia, esso è sicuramente un romanzo che ha delle connotazioni storiche rilevanti. Nonostante il romanzo di Foscolo abbia un contesto di contemporaneità che racconta della vita giovanile di Jacopo Ortis e di come veniva deluso dalla politica, non è per nulla definibile come romanzo storico. Esso è privo di quella prospettiva di contaminazione che spazia tra invenzione e analisi o di quegli elementi storici appartenenti ad un passato un po’ più remoto che Tasso, per esempio, è stato ben più in grado di definire. Si può definire in definitiva l’Ortis come un romanzo spartiacque,  ovvero che si divide tra la storicità individuata da Tasso e tra quella storicità captata dal Manzoni.

Il 1827 diventa un anno di assoluto riferimento per il romanzo storico, anno in cui avvengono una serie di pubblicazioni, ed eventi, che scuotono gli equilibri che si erano creati fino a quel momento. In tale periodo, c’è la morte Foscolo, avviene la divulgazione delle Operette morali, la pubblicazione de promessi sposi (che segnano una moda, un modo di fare letteratura). Gli inizi degli anni ‘30 calcano, invece, la nascita dei romanzi storici di Guerrazzi (La battaglia di Benevento), Varese, Lancetti, D’Azeglio e Grossi.

Dopo la pubblicazione de I Promessi Sposi, Le ultime lettere di Jacopo Ortis non costituiscono più un riferimento da seguire, perciò la responsabilità della narrazione non spetta più ad un protagonista di un romanzo epistolare, bensì ad un narratore, che acquisisce ora una postazione esterna. La conoscenza che Manzoni ha della realtà è una conoscenza totale e il narratore, che assume ora una connotazione completamente diversa. Nel romanzo storico di Manzoni ritorna quella combinazione di storia e invenzione che abbiamo precedentemente notato con lo stesso Tasso.

Sicuramente con la morte di Foscolo e con la pubblicazione della prima edizione de I Promessi Sposi si ha un cambiamento significativo nella scrittura; c’è ora una struttura di coesistenza di dati storici associati a dati di immaginazione e invenzione. Con Manzoni è fondamentale sottolineare il rapporto che si crea tra il narratore ed il lettore.

Il narratore del romanzo storico è onnisciente: sa tutto dei suoi personaggi, li governa e sa cos’è che gli accadrà. Il narratore intende raccontare una storia per consegnare ai lettori un possibile insegnamento. Ovviamente, affinché questo monito possa essere trasmesso, il lettore e il narratore devono condividere le stesse istanze ed avere le stesse necessità. In questo senso, il rapporto tra questi deve essere di assoluta fiducia, un patto su uno stesso piano ed un rapporto di assoluta lealtà. Il discorso politico di denuncia, ad opera del narratore, deve essere compreso dal lettore anche se non è espresso esplicitamente.

Manzoni ed altri suoi contemporanei, come ad esempio Nievo, sono uomini non solo di lettere ma anche di politica, per cui sono in possesso di un progetto politico ben chiaro e definito. Le ragioni politiche si sovrappongono a quelle letterarie ed il dato storiografico serve per consolidare ancora di più questo duplice tassello. Il lettore vede in toto il passato rievocato e comprende quali nodi legano e guidano le vite e la storia. Il passato è pertanto visto come una grande opportunità di comprensione.

Fonte immagine: Wikipedia

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