Guerra e pace di Lev Tolstoj: la storia che si affianca alla realtà

Guerra e pace, la storia che si affianca alla realtà

Guerra e pace è un romanzo di Lev Tolstoj, scritto tra il 1863 e il 1869, considerato da molti il più grande romanzo storico dell’Ottocento.

Lev Tolstoj è uno dei più grandi autori di tutti i tempi, sicuramente tra i più celebri scrittori russi.
L’autore, sul quale ancora oggi si dibatte, provò a convincere nelle ultime pagine di Guerra e Pace, uno dei suoi capolavori, che i cosiddetti “grandi uomini, in realtà non contano niente”.

Guerra e pace: un romanzo che oltrepassò i confini

Lev Tolstoj iniziò a scrivere il suo romanzo molto presto, a trentacinque anni. La personalità, già perfettamente delineata, e quell’ideologia che ammaliò i lettori dell’illustre romanzo, nascono dalla capacità dello scrittore di infondere nel proprio romanzo una forte maturità, accostata ad una altrettanto forte capacità d’introspezione psicologica.
Guerra e Pace s’inserisce in un contesto storico importantissimo, tant’è che l’opera diventò una vera e propria epopea caratterizzata da due concetti chiave (utili a comprendere meglio il fitto tessuto narrativo del romanzo).
Uno degli aspetti primari, notevolmente importante, è basato sulla convinzione che “La storia non è fatta dai grandi condottieri (tra i quali Napoleone, descritto con parole non propriamente floride) ma da gruppi di individui, ossia il popolo, ma anche i ricchi, i nobili, gli umili, i generosi, i sognatori.

Le prime edizioni di Guerra e pace, furono pubblicate a partire dal 1865, sulla rivista Il Messaggero russo, ma due anni dopo, l’opera, immensa in bellezza e testo, aveva già rotto gli argini, oltrepassando i confini letterari, diventando qualcosa di grande ed ambizioso.
Sicuramente con Guerra e Pace si delinea la grandezza di Lev Tolstoj, che si contrappone per certi versi alla grandezza ideologica che lo caratterizzava, sulla quale ancora oggi gli storici si soffermano.
L’intento dello scrittore russo apparve subito chiaro: sconfessare l’ideologia romantica della guerra, stravolgendo le gerarchie ideali esistenti, fornendo una versione caricaturata dei personaggi.

Napoleone Bonaparte: secondo Tolstoj un condottiero vanitoso e stratega

Tra i vari personaggi storici presenti nell’opera, grande rilievo (non propriamente in chiave positiva) fu data a Napoleone Bonaparte, colpevole di credere d’essere l’artefice del proprio destino, descritto come un bambino che sopra ad una carrozza si crede il conducente.

Ricordiamo che il condottiero venne ritratto sul campo di battaglia di Borodino, in Russia. In quell’occasione, nonostante la vittoria, l’esercito francese subì gravissime perdite.

Nel romanzo, ogni aspetto di relativo a Napoleone Bonaparte, è annotato da commenti di vari autori: tra questi Nikolaevich che sottolineò il contrasto tra la nullità dell’imperatore e la sua autostima sopravvalutata.
All’interno del romanzo, si configura l’immagine del popolo russo, ben distinto dalle personalità storiche, che si muove all’unisono, senza pianificazione, strategie, con una visione funzionale che gli consente di trasformare la guerra in un evento glorioso.

Il popolo russo e Napoleone Bonaparte, sono due aspetti rilevanti del romanzo, poiché permettono di distinguere tra personaggi storici e personaggi umani, ben delineati da Tolstoj.
Il mondo storico permette di dare una configurazione storica alla trama, mentre il popolo sottolinea l’agire umano, la verità, senza artefatti, e dunque la morale.
Proprio la morale, permette all’autore, di descrivere accuratamente ogni particolare, soffermandosi su vari aspetti, comportamenti, personaggi e protagonisti, assetti sociali, culturali, caratterizzazioni ed identità.
Sicuramente all’immagine di Napoleone ancora oggi si collegano tante sfaccettature e visioni diverse. Interpretazioni stratificate che permettono di analizzare la complessa figura di Lev Tolstoj.
In realtà, quella visione volta a sminuire l’immagine di un grande condottiero si collegava perfettamente alla realtà.

Storicamente è risaputo che in vita Napoleone Bonaparte scatenò passioni ed odio tra quanti vedevano in lui un uomo che proseguiva gli ideali della Rivoluzione francese e quanti invece non ne apprezzavano le gesta, additandolo come colui che persegua gli ideali della tirannia straniera, diffondendola.
Tale visione cambiò molti anni dopo, quando si affermò una sorta di “mito napoleonico”, un cambiamento nella visione del condottiero, non più visto in senso dispregiativo.
In questo senso, Lev Tolstoj andò, come era solito fare, controcorrente, riducendo la figura di Napoleone Bonaparte a quella di un uomo vanitoso, presuntuoso.

Guerra e pace è un romanzo che vale la pena d’esser vissuto, pagina dopo pagina, intensamente, lasciandosi trasportare dagli eventi e dall’ironia di uno scrittore senza tempo.

La storia si affianca alla realtà, senza sovrapporsi ad essa, ed è proprio questa mescolanza, a creare un romanzo capace di emozionare. 

 

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