Milan Kundera: tra leggerezza e mistero

Milan Kundera è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento, capace di raccontare il secolo scorso e le sue contraddizioni. Milan Kundera nacque a Praga nel 1929, anno storicamente importante caratterizzato dal crollo della Borsa di Wall Street.

Milan Kundera è morto a 94 anni a Parigi dove viveva dal 1975; era nato e cresciuto in quella che una volta era la Cecoslovacchia, era stato esiliato e aveva trovato il Francia la sua seconda casa.
Diventerà molto famoso, scrivendo nella maggior parte dei casi in ceco, dettaglio da non sottovalutare, in perfetta linea con la personalità dell’autore.

Il poeta abitava in una casa immersa nel verde di un piccolo ma accogliente parco parigino, un’immagine bucolica quasi a voler sottolineare il suo ruolo di scrittore quasi decantato, sempre affascinante ed intenso nei suoi scritti.
Una vita parigina avvolta dal mistero, nella quale Kundera si era completamente assorto, ritirandosi dalle apparizioni pubbliche ed evitando le interviste.

Il desiderio di essere poeta lo ha accompagnato sin da piccolo, non uno scrittore, bensì un descrittore dell’esistenza così com’era, intensa, caotica, ricca di emozioni tra loro contrastanti, proprio come l’animo umano.
I suoi romanzi hanno un grande pregio, rappresentano una sorta di terapia d’urto, “condite” con alcune accurate analisi di carattere filosofico,

Il primo romanzo scritto da Milan Kundera s’intitola Lo scherzo, un’opera definita un vero e proprio capolavoro letterario, che delinea perfettamente i temi da lui scelti; tra questi primo tra tutti il dissidio interiore l’inganno delle ideologie e soprattutto il comunismo stalinista, che Kundera aveva conosciuto.

Espulso dal partito comunista dopo la Primavera di Praga, scelse Parigi come seconda “casa”.
Nei suoi testi, da Lo scherzo, A L’immortalità, fino ad un altro capolavoro, L’insostenibile leggerezza dell’essere, c’è una costante quanto intensa, ricerca della verità, raccontata e presumibilmente anche cercata, attraverso volti, vicende, dettagli, appartenenti ai propri personaggi, protagonisti non solo delle sue opere ma della vita vera e propria, quella che appartiene a tutti.
Formatosi sui testi di Kafka e Nietzsche, dichiarerà che l’amore è una “lunga conversazione tra due persone che un’incomprensione può separare per sempre e che richiede una forza spirituale immensa”. Dai due filosofi imparò molto, un grande allievo si potrebbe dire, dando poi spazio a tutto ciò che inglobava, come un saggio “apprendista erede”.

L’insostenibile leggerezza dell’essere rappresenta l’opera cardine, il “secondo volto” con cui verrà ricordato Kundera. Il libro fu editato nel 1986 ed ottenne sin da subito un forte successo di pubblico. Quattro personaggi principali, Tomáš, Tereza, Sabina e Franz vivono in un quadrangolo amoroso senza saperlo.

Milan Kundera si è spento a 94 anni, ma ciò che ha saputo insegnare e comunicare non solo ai suoi lettori, è quell’inconfondibile modo di scrivere e quella costante ricerca di verità che lo hanno sempre identificato. Un perfetto connubio tra suggestioni letterarie ed emozioni filosofiche.
Una narrativa ricca di significato, quella dell’autore, che non ha mai smesso di sorprendere, pur sostenendo che il mondo fosse attanagliato in una sorta di circolo antietico. Le pagine di Kundera sono un connubio di esperienze ed influenze letterario-filosofiche che trasformano in insegnamenti quelli che a prima lettura potrebbero apparire piacevoli e talvolta dilettevoli racconti.
Attraente e straniante, Milan Kundera ha portato con l’incapacità di comprendere del tutto e senza difficoltà il senso ed il significato del mistero. Un’oscillazione tra leggerezza e vita, che si rivelano, in Kundera, in perfetta opposizione.

Da oggi leggendo grazie all’essenza dei suoi libri, si potrà rivivere e far rivivere Kundera, la sua intramontabile suggestione e l’intensità dei suoi scritti. 

Immagine in evidenza: Wikipedia (Elisa Cabot)

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