I migliori romanzi storici: 20 da leggere

I migliori romanzi storici classici, italiani, esteri, uno per tutti i gusti

I migliori romanzi storici: la nostra selezione!

Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha sognato di abbandonarsi ad un’altra esistenza, in un’altra epoca, altri posti, circostanze differenti. La possibilità di evadere leggendo le pagine di un’opera narrativa a partire dalla quale è possibile ricostruire atmosfere, usi, costumi, mentalità e abitudini di vita dei secoli trascorsi ha sempre esercitato un impatto affascinante.

Ecco perché, inevitabilmente, tutti prima o poi hanno avuto tra le mani un romanzo storico, categoria ancora oggi molto apprezzata sia livello mondiale, sia nostrano.

I romanzi storici rappresentano un genere tipico del Romanticismo, trovando origine dal lavoro di Walter Scott, che aprì il vero e proprio filone narrativo. Diffusosi in tutta Europa, con la fine del Romanticismo subì una crisi, a vantaggio del romanzo psicologico e sociale, che aveva monopolizzato il gusto letterario dalla fine dell’Ottocento ai primi del Novecento. Ritornati prepotentemente in auge, i romanzi storici attuali hanno perso la filosofia di fondo delle origini, pur conservandone la predilezione per “l’affresco sociale”, l’ambientazione, l’amore per il dettaglio e l’alternanza di personaggi storicamente vissuti o inventati.

Gli scrittori dei nostri giorni scelgono i romanzi storici per dimostrare che i problemi ed i valori fondamentali sono sempre gli stessi, oggi come in passato e che tutto cambia anche se nulla si modifica realmente.

Abbiamo, quindi, selezionato venti tra i migliori romanzi storici che consigliamo di leggere.

I migliori romanzi storici: i classici all’estero e in Italia

Iniziamo questa carrellata con Waverley (1814) di Sir Walter Scott, considerato il primo, vero romanzo storico, in cui l’autore scozzese narra le avventure del nobile inglese Waverley che, nel 1745, si ritrova in Scozia in occasione dello sbarco ad Eriskey del pretendente al trono di Gran Bretagna, Carlo Edoardo Stuart. Waverley sceglie di combattere con gli scozzesi ma le truppe inglesi hanno la meglio a Culloden e il protagonista riesce con un colpo di fortuna a non farsi condannare per alto tradimento.

Segue Ivanhoe, del 1819, sempre di Scott, la cui vicenda si colloca, invece, nell’Inghilterra del XII secolo sullo sfondo dei contrasti tra sassoni e normanni e vede il sassone Ivanhoe amare, riamato, lady Rowena, promessa ad un normanno per riportare la stirpe sassone sul trono. Ivanhoe partecipa alla crociata di Riccardo Cuor di Leone e, al suo ritorno, i nobili normanni lo fanno prigioniero. Ivanhoe dovrà quindi liberarsi e salvare la sua famiglia e la sua amata ma l’intervento di Riccardo e di Robin Hood gli sarà d’aiuto.

Dalla Gran Bretagna ci spostiamo in Italia dove, nel 1827 viene dato alle stampe I promessi sposi di Alessandro Manzoni, il libro che ha accompagnato tutti noi -talvolta tediato, altre volte incantato- negli anni delle superiori.  Con esso Manzoni colma la lacuna dell’assenza di un grande romanzo storico nazionale nel panorama letterario italiano. Manzoni sceglie una vicenda personale, le travagliate nozze tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, a partire dalla quale ricava un affresco storico che ci racconta la Lombardia della metà del Seicento sotto la dominazione spagnola, tra peste, Lanzichenecchi, ambiguità della Chiesa e personaggi del popolo.

Ci spostiamo nella Francia di Victor Hugo con uno dei classici tra i romanzi storici: Notre-Dame de Paris del 1831. Chi non ha conosciuto il triangolo amoroso e malsano di Quasimodo, della bella zingara Esmeralda e dell’arcidiacono della cattedrale di Notre-Dame, Frollo, nella Parigi basso medievale, al tempo di re Luigi XI di Francia?

Restiamo in Francia per un altro classico, firmato questa volta da Alexandre Dumas: I tre moschettieri del 1844, con cui impariamo a conoscere D’Artagnan, un giovane guascone, che si reca a Parigi per essere ammesso tra i moschettieri di re Luigi XIII e qui sarà coinvolto nelle avventure dei moschettieri Athos, Porthos e Aramis, che cercano di combattere gli intrighi del cardinale Richelieu e dell’affascinante Milady de Winter ai danni del re, tra rocambolesche avventure, omicidi, vendetta e amori.

Salpiamo, poi, per l’America con La lettera scarlatta di Nathaniel  Hawthorne, del  1850. Il romanzo racconta la storia di Hester Prynne la quale, dopo aver commesso adulterio ed aver avuto una figlia di cui si rifiuta di rivelare il nome del padre, lotta per crearsi una nuova vita. Indimenticabile la lettera A di “adultera” che domina sull’intera vicenda come una condanna, tema esplorato nel romanzo insieme a quelli della grazia, del pentimento, della dignità e della colpa.

Ritorniamo in Italia, per la precisione in Sicilia, dove ad attenderci è Il Gattopardo (1958) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che narra le trasformazioni avvenute nella vita e nella società siciliane durante il Risorgimento, nel passaggio tra regime borbonico e Regno d’Italia. “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” è la frase diventata famosa forse più del libro, nel descrivere l’atteggiamento gattopardesco dei siciliani, mentre il romanzo si snoda tra il disprezzo del principe di Salina per i parvenus,  l’ascesa della borghesia, il peso che inizia ad avere la vile moneta, il turbamento della nobiltà a cavallo di una transizione epocale.

Dalla Russia nel 1865 arriva l’ambiziosissima Guerra e pace di Lev Tolstoj, che abbraccia le guerre napoleoniche dal 1805 al 1812, l’invasione francese e l’incendio di Mosca, per spingersi fino al 1820. Tanti sono i gioielli in questa epopea: dall’eterna lotta tra il bene e il male ad una ricchezza d’intreccio che soddisfa le aspettative del lettore, dalla potente denuncia degli orrori della guerra alla descrizione di personaggi verosimili e coerenti, che incarnano perfettamente la faida tra i Kuragin e i Rostov-Bolkonskij.  Tutto è espresso con estremo realismo e grandissima poesia.

Torniamo in Italia con I viceré (1894) di Federico De Roberto, anch’esso ambientato sullo sfondo del Risorgimento meridionale. Attraverso la storia della famiglia Uzeda, De Roberto racconta il trapasso dal vecchio al nuovo mondo che coglie assolutamente impreparate le vecchie classi dominanti del Sud, spingendole ancora di più in un vortice fatto di rabbia, corruzione morale, avidità.

Terminiamo la top 10 dei migliori romanzi storici italiani con Il nome della rosa di Umberto Eco del 1980, un giallo ed un affresco medievale, che vede l’ex inquisitore Guglielmo da Baskerville, insieme al suo novizio Adso da Melk, dipanare sette misteriosi delitti, perpetrati in sette giorni, che insanguinano la biblioteca di un monastero benedettino. Il libro ha venduto più di 50 milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in 40 lingue, ispirando anche un omonimo film.

Migliori romanzi storici :Le proposte degli ultimi decenni

Marguerite Yourcenar scrive nel 1951 Memorie di Adriano, lunga epistola indirizzata dall’anziano imperatore al diciassettenne Marco Aurelio, che poco dopo diverrà suo nipote adottivo. Il libro ripercorre la storia di Publio Elio Traiano Adriano, l’imperatore romano del II secolo, e diventa pretesto per una riflessione sul senso della vita e sulla natura dell’uomo, tra trionfi militari, amore per la poesia, la filosofia e la musica, un cristianesimo ancora non del tutto stabilizzato e la passione dell’imperatore per il giovane Antinoo.

Ci spostiamo in Oriente con Shogun di James Clavell, del 1975, uno dei più grandi affreschi fatti sul Giappone. Nel libro, il comandante John Blackthorne, partito per affermare il monopolio olandese del commercio con Cina e Giappone, viene costretto da una tempesta a naufragare in un villaggio di pescatori nel Giappone feudale del XV secolo. Qui, costretto a sopravvivere, diventerà aiutante dello Shogun e conoscerà l’amore per Mariko.

Impossibile non citare tra i migliori romanzi storici I pilastri della terra  del 1989, grande rievocazione storica scritta da Ken Follett, ambientata nell’arco di quaranta anni, che ci trasporta nell’Inghilterra medievale al tempo della costruzione di una cattedrale gotica. Azione e passioni si sviluppano così sullo sfondo di un periodo già di per sé famoso per intrighi e cospirazioni, carestie, conflitti religiosi, guerre civili e lotte per la successione al trono.

Torniamo ancora più indietro nel tempo con Alèxandros del 1998, di Valerio Massimo Manfredi, trilogia che narra la vita di Alessandro III di Macedonia, conosciuto come Magno, mettendone in risalto sia le luci sia le ombre, interessante  per il fine didascalico, in quanto riporta al grande pubblico le gesta di Alessandro Magno, e per i dettagli della ricostruzione. La trilogia è composta da Il figlio del sogno, Le sabbie di Amon e Il confine del mondo.

Con La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier, pubblicato nel 1999, raggiungiamo Delft, Olanda, per la storia, ambientata nel XVII secolo, di Griet, sedicenne assunta come domestica in casa del celebre pittore Johannes Vermeer, per accudire i suoi sei figli. Poco a poco, la ragazza entra nelle simpatie del pittore, che le chiede addirittura di posare per un suo quadro ma manca qualcosa…un orecchino di perle della signore Vermeer che il pittore chiede a Griet di indossare, provocando le ire della padrona di casa.

Dall’Olanda ci spostiamo nella Barcellona del XIV secolo con La cattedrale del mare del 2006, romanzo scritto da Ildefonso Falcones. Gli occhi del piccolo Arnau sono catturati dalle mura di una grande chiesa in costruzione, in quella Barcellona dove ha trovato rifugio, durante un’epoca in pieno fermento. Arnau non esita a dedicarsi con entusiasmo al progetto della “cattedrale del popolo”, la futura basilica di Santa Maria del Mar, ma per realizzare il suo sogno dovrà lottare contro ingiustizie e tradimenti; tutto questo in un contesto segnato dallo scontro tra religioni e dalla condotta minacciosa della Santa Inquisizione.

Quella di Azincourt fu una delle battaglie più famose della storia, teatro di uno scontro disperato tra l’esercito inglese e quello francese. Era il 25 ottobre 1415 e per gli inglesi fu una straordinaria vittoria. Da queste premesse trae origine L’arciere di Azincourt  del 2008, di Bernard Cornwell, storia di Nicholas Hook, arciere inglese di umili origini che riporta in patria informazioni sulle atrocità dell’assedio di Soissons. Questo, unito alla sua abilità nel combattere, gli fa guadagnare credito presso re Enrico V, che lo porta con sé nella campagna contro i francesi. Arriviamo quindi ad Azincourt, in una battaglia nella quale Hook avrà un ruolo cruciale.

Primo volume di una saga incentrata sulla figura di Thomas Cromwell, statista dell’epoca Tudor è, invece, Wolf Hall di Hilary Mantell, del 2009. Molto accurato dal punto di vista storico, il romanzo risulta piacevole soprattutto per la trattazione della figura di Cromwell, spesso dipinto come cinico e senza scrupoli, che emerge qui in tutta la sua contraddittoria umanità e nella sua intelligenza fuori dal comune, volta a servire al meglio il suo re e la sua nazione.

Torniamo nel nostro paese con Viteliù. Il nome della libertà di Nicola Mastonardi, grande affresco del 2012, realizzato con grande passione storica e archeologica, che fa riemergere l’identità storica della prima Italia politica, narrando del viaggio del giovane Marzio, ignaro di essere sannita per parte di padre e marso dal lato materno. Questo viaggio, prima ancora di permettere una riappropriazione della propria identità etnica, culturale e religiosa, è scoperta della propria identità personale, ma anche viaggio nel mondo nascosto dei Sanniti, al tempo della Guerra Sociale e della Guerra Civile che dal 91 all’82 a. C. videro per l’ultima volta opposti Roma e i popoli italici, i Vitelios (in osco, i figli del toro), esaltando i temi del coraggio, dell’amore, dell’amicizia, dell’onore, dell’eroismo, dell’assunzione di responsabilità quale individuo e in quanto appartenente a un popolo sul punto di scomparire, sommerso dal vortice romano.

Terminiamo la nostra top 10 dei migliori romanzi storici con M. Il figlio del secolo (2018) di Antonio Scurati, romanzo storico ambientato all’epoca del fascismo, tra il 1919 e il 1925, monumentale lavoro in cui una minuziosa ricerca delle fonti plasma a tutto tondo la figura del Duce e indaga su ciò che lo ha reso quello che è. Ripercorriamo così la storia di “un uomo che rinasce molte volte dalle proprie ceneri. La storia della Storia che ci ha resi quello che siamo”.

Non resta che augurarvi buona lettura!

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