Hachikazuki, ovvero la principessa che indossava una ciotola sulla testa, è una storia appartenente al genere degli otogi-zōshi, ma diffusasi maggiormente per la sua presenza in una raccolta, realizzata da Urokogataya, di akahon. Si tratta di un sottogenere dei kusazōshi, facenti parte della narrativa gesaku, diffusasi tra la fine del periodo Edo (1603–1868) e l’inizio dell’era Meiji (1868–1912). Per queste origini non particolarmente chiare, ci sono delle variazioni nelle differenti versioni della storia.
Hachikazuki nel panorama folkloristico tra influenze e parallelismi
L’opera è diventata nota anche in altri Paesi. Si tratta infatti di una fiaba folkloristica molto interessante, che richiama tradizioni come quella dei mamako monogatari, o di racconti come Cenerentola, che vedono come protagonista una giovane fanciulla, vessata da sua madre, ma che ottiene un finale felice. Le ipotesi degli studiosi sulle influenze e fonti di ispirazione per la stesura di questa fiaba sono molteplici: c’è chi lo considera scritto sulla base del sopracitato genere, di origine giapponese e risalente al periodo Heian (794–1185). Altri considerano invece che la favola di Hachikazuki faccia parte di quel ciclo di storie di Cenerentola di dubbia origine, ma probabilmente arrivate in Giappone nel XVI secolo attraverso i gesuiti.
Cosa sono gli otogi-zōshi?
Gli otogi-zōshi hanno origine nel periodo Muromachi (1336–1573), ma il termine nasce dopo, nel XVIII secolo (epoca Tokugawa), quando vengono scoperti e pubblicati 23 libretti sottoforma di akahon, ovvero storie illustrate pensate per i bambini: li possiamo accomunare alle favole. Al di là dell’elemento fantastico, la funzione di questi testi era di intrattenere. Caratteristica di questi racconti sono il gusto per l’iperbole e l’utilizzo di espressioni stereotipate. Inoltre, il narratore è onnisciente ed extradiegetico e fa commenti all’opera.
Il significato del nome Hachikazuki: perchè la principessa con la ciotola?
Nella lingua giapponese hachi (鉢) significa “ciotola” e kazuki (かづき) “indossare“. Ma perchè una persona dovrebbe indossare una ciotola sulla propria testa? Il motivo è la troppa bellezza della protagonista. Parliamo quindi della storia della giovane e bellissima fanciulla chiamata Hachikazuki.
La trama della fiaba
La nascita miracolosa e l’imposizione della ciotola
Il racconto è ambientato nella prefettura di Osaka. Qui viveva una coppia benestante, che però non riusciva ad avere figli. Così pregarono ogni notte la dea Kannon nel tempio di Hase e riuscirono ad avere una bambina, bellissima come sua madre. Tuttavia, quest’ultima si ammalò quando la figlia aveva solo 13 anni e prima di esalare l’ultimo respiro pose sulla sua testa una pesante scatola e una grande ciotola di legno, per nascondere la sua bellezza. Successivamente il padre cercò di togliere la ciotola dalla testa della giovane, ma senza alcun risultato. Da quel momento in poi ella fu quindi chiamata Hachikazuki.
Le sofferenze di Hachikazuki: la matrigna e l’allontanamento da casa
Tempo dopo il padre si risposò, ma la sua novella moglie era una matrigna terribile per la giovane Hachikazuki, in quanto la maltrattava e per di più iniziò a far circolare false voci sul suo conto: arrivò al punto da ingannare il marito e convincerlo a cacciare la fanciulla di casa.
Le peripezie della principessa e l’incontro del destino
Sola e senza un posto dove andare, ella giunse sulla riva di un fiume e pensò che, se questo era il suo destino, allora preferiva raggiungere la defunta madre… e si gettò. Tuttavia, la grande ciotola di legno sulla sua testa la fece galleggiare, impedendo che si verificasse il peggio. Alcune versioni della storia raccontano che subito dopo ella fu aiutata da un uomo, il signor Chujo, che la assunse nella sua casa come serva, o che ella lo abbia incontrato vagando per un villaggio, mentre un gruppo di bambini che la prendevano in giro per la ciotola sulla sua testa.
Hachikazuki e Saisho: nascita di un amore e le sfide da affrontare
Il signore presso la quale Hachikazuki iniziò a lavorare aveva quattro figli, di cui tre sposati, mentre l’ultimogenito, Saisho, era ancora celibe. Egli, osservando la bontà d’animo e la resilienza della giovane se ne innamorò e chiese a suo padre di poterla sposare. Quest’ultimo si mostrò contrario e organizzò una competizione tra dame per decidere chi fosse la più bella, la più ricca e di conseguenza la più adatta per sposare il giovane: la sua idea era quello di far sentire Hachikazuki a disagio, in modo che decidesse di non partecipare e rinunciasse al matrimonio.. ma le cose andarono diversamente. In un’altra variante del racconto, lei e Saisho avevano deciso di sposarsi lo stesso, ma la giovane provava un forte imbarazzo al pensiero che al ricevimento ci sarebbero state anche le bellissime mogli dei tre fratelli.
Il culmine della storia: la rimozione della ciotola
Anche qui le versioni della storia differiscono: una, ad esempio, afferma che la sera precedente alla competizione la coppia volesse fuggire e che, all’improvviso, la ciotola fosse caduta, da sola, o che ciò fosse avvenuto la notte prima del matrimonio. Sta di fatto che fu finalmente visibile al giovane il bellissimo viso di Hachikazuki. Inoltre, all’interno della ciotola furono trovati numerosi oggetti preziosi, di oro e argento. In un’ulteriore versione, la coppia si sposò e la ciotola venne via solo dopo il matrimonio, rompendosi in mille pezzi, che si trasformarono in pietre preziose.
Il trionfo di Hachikazuki e il lieto fine
Seguendo la variante in cui Hachikazuki doveva partecipare alla competizione, ella vinse pienamente e tutti i presenti, compreso il padre di Saisho, rimasero stupiti dalla sua bellezza. Egli dichiarò quindi che la giovane era certamente la più adatta a sposare suo figlio e così il matrimonio fu finalmente celebrato e i due vissero felici con dei figli.
Tempo dopo, Hachikazuki andò a pregare la dea Kannon nello stesso tempio di Hase e lì incontrò un prete buddhista: si trattava di suo padre. Dopo averlo riconosciuto, ella provò una forte nostalgia e dopo aver saputo che egli era stato abbandonato dalla moglie, si commosse. L’uomo le chiese scusa per tutto quel che era successo da quel momento in poi vissero tutti insieme felici.
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